Il Bonus Mobili non scadrà nel 2025. Il Governo, con la bozza di Legge di Bilancio ora all’esame del Parlamento, ha ufficializzato la proroga dell’agevolazione anche per gli acquisti effettuati nel 2026. Secondo quanto disposto, sarà possibile beneficiare della detrazione al 50% per l’acquisto di arredi legati a interventi di recupero del patrimonio edilizio anche nel corso del prossimo anno.
Può beneficiare della detrazione chi acquista entro il 31 dicembre 2025 mobili ed elettrodomestici nuovi (di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori) e ha realizzato interventi di ristrutturazione edilizia a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni.
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Il vincolo per i lavori
Anche nel 2026 sarà possibile sfruttare la detrazione Irpef del 50%, con un tetto di spesa di 5.000 euro da suddividere in 10 quote annuali di pari importo, per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio.
Per ottenere il bonus è dunque necessario che la data dell’inizio dei lavori preceda quella in cui si acquistano i beni, ma non è fondamentale che le spese di recupero del patrimonio edilizio siano sostenute prima di quelle per l’arredo dell’immobile.
La data di avvio dei lavori può essere dimostrata da eventuali abilitazioni amministrative o dalla comunicazione preventiva all’Asl, se è obbligatoria. Per gli interventi che non necessitano di comunicazioni o titoli abilitativi, è sufficiente una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.
Per il bonus mobili non c’è la distinzione tra prima e seconda casa, come invece accade per il bonus ristrutturazione e l’ecobonus.
Quali lavori danno diritto al bonus
Per sbloccare il bonus mobili è necessario aver effettuato uno di questi interventi sulla propria unità immobiliare:
- manutenzione straordinaria (rifacimento impianti, spostamento tramezzi, ecc.);
- restauro e risanamento conservativo;
- ristrutturazione edilizia;
- ripristino di immobili dopo eventi calamitosi.
Da soli, non danno diritto al bonus interventi di manutenzione ordinaria come la tinteggiatura o la semplice sostituzione dei pavimenti, a meno che non siano parte di un intervento più complesso di ristrutturazione. Fanno eccezione i condomini: per le parti comuni, dà diritto al bonus anche la manutenzione ordinaria (es. tinteggiatura scale, sostituzione illuminazione). In questo caso, l’incentivo vale per arredi ed elettrodomestici destinati agli spazi comuni (es. lavanderia condominiale).
Cosa si può comprare con il bonus mobili
Rientrano nell’agevolazione tutti i mobili nuovi come letti, divani, tavoli, librerie, materassi e apparecchi di illuminazione. Sono inclusi anche i grandi elettrodomestici nuovi, con precisi requisiti di efficienza energetica:
- forni di almeno classe A;
- lavatrici, lavasciuga, lavastoviglie di almeno classe E;
- frigoriferi e congelatori di almeno classe F
Sono esclusi quindi porte, pavimentazioni, tende e tutti i complementi d’arredo non espressamente indicati.
I beneficiari e le regole per il pagamento
Possono richiedere il bonus i proprietari, usufruttuari, affittuari, soci di cooperative e familiari conviventi che hanno sostenuto le spese. Condizione imprescindibile è che chi paga i mobili deve essere anche chi ha pagato i lavori di ristrutturazione. Sempre in tema pagamento, è obbligatorio utilizzare strumenti tracciabili come bonifico (indicando causale e codici fiscali) o carta di credito/debito. Non sono ammessi contanti o assegni.