Con la riforma dell’adempimento collaborativo l’accertamento fiscale e il contenzioso diventano più morbidi per le aziende che scelgono la via del ravvedimento per sanare gli errori. La materia è stata aggiornata con la firma del decreto attuativo pubblicato lo scorso 5 agosto in Gazzetta ufficiale (Dlgs 108/2024). La soglia per aderire all’adempimento collaborativo, detto anche cooperative compliance, scende adesso dagli attuali 750 milioni di euro a 100 milioni, ma non subito: è tutto rimandato al 2028. Si tratta di una soluzione di compromesso: si promette un Fisco amico per le aziende, ma allo stesso momento chi adesso abbia violato le regole sarà valutato secondo le vecchie norme.
La procedura
Le aziende che intendano avviare la procedura dell’adempimento collaborativo devono inviare all’Agenzia delle Entrate una comunicazione qualificata prima che decadano i termini di accertamento. Il limite è fissato a 9 mesi. La documentazione dovrà contenere i dati fiscali e i numeri relativi alle imposte dovute, maggiorate in base alle violazioni commesse.
Dopo la comunicazione arriva il contraddittorio: entro 90 giorni dalla ricezione della comunicazione, l’Agenzia delle Entrate invierà all’azienda uno schema di calcolo con l’importo del dovuto composto da imposte, sanzioni e interessi. L’azienda avrà facoltà di inviare ulteriori osservazioni, entro un termine non inferiore a 60 giorni, che verranno valutate dall’Agenzia. Successivamente si procederà al pagamento: l’Agenzia invierà all’azienda un documento contenente il ricalcolo degli importi da versare per sanare la propria posizione. Il versamento dovrà essere effettuato non prima di 15 giorni.
Le sanzioni
I soggetti ammessi all’adempimento collaborativo possono tagliare del 50% le sanzioni previste a loro carico. Il pagamento del dovuto chiude la procedura di cooperative compliance. Nessuna sanzione amministrativa nei casi in cui le comunicazioni siano effettuate entro 120 giorni dalla notifica del provvedimento di ammissione al regime.
I controlli
Il versamento del dovuto a titolo di sanzione non impedisce però al Fisco di procedere a ulteriori controlli. L’Agenzia mantiene infatti la facoltà di accedere ai documenti e di effettuare ispezioni e verifiche anche sui periodi d’imposta oggetto della proceduta di ravvedimento. Al tempo stesso, però, la normativa impedisce all’Agenzia di reiterare controlli già effettuati nell’ambito della procedura, a meno che non emergano ulteriori elementi di rilievo.
Perché è stata abbassata la soglia
Fino ad ora solo le grandi imprese potevano, di fatto, accedere, all’adempimento collaborativo. Il loro numero, a fine 2023, era stimato in 111 soggetti con una base imponibile valutata attorno ai 24 miliardi di euro. Con l’abbassamento della soglia da 750 a 100 milioni l’esecutivo spera di poter stimolare la partecipazione anche delle medie imprese.
Fisco amico
La riforma della cooperative compliance si inserisce nel solco di quel “Fisco amico” annunciato da Giorgia Meloni durante la campagna elettorale per le elezioni Politiche del 2022. Con il decreto dello scorso 5 agosto che va a modificare l’istituto dell’adempimento collaborativo le aziende potranno correggere i propri errori dialogando con il Fisco.
Sempre nell’ambito della stessa operazione, sono raddoppiati i termini per i cittadini in merito agli avvisi bonari.