Dopo l’intervento del Governo, che ha deciso di contrastare il fenomeno caro-prezzi (che ha travolto anche i carburanti), i costi di benzina e diesel potrebbero di nuovo aumentare. Le misure contenute nel cd. Pacchetto Energia, comprese quelle che riguardano i trasporti, hanno infatti una scadenza ben precisa, e non è detto che arrivi una proroga.
Come funziona lo sconto sui carburanti: le misure introdotte dal Pacchetto Energia
Con un apposito decreto legge, il Governo capitanato da Mario Draghi ha emanato un insieme di misure finalizzate a contrastare – tra le altre cose – anche l’aumento dei costi dell’energia che si sono tradotti in maggiori costi per automobilisti e consumatori. Si tratta del cosiddetto pacchetto energia per fronteggiare bollette e carburanti.
I prezzi più alti di gas e carburante, intaccati dall’inflazione durante la pandemia e saliti alle stelle dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, hanno avuto delle ripercussioni su tutta la filiera, persino fare la spesa nelle ultime settimane è costato di più. Da qui l’intervento dell’Esecutivo che, ormai consapevole dell’impatto che questo stava avendo sulle famiglie, ha approvato il cd. “Pacchetto energia”, che ha introdotto misure urgenti per il contenimento dei costi.
Nello specifico, attraverso un taglio delle accise pari a 0,25 centesimi (a cui va aggiunto il 22% di Iva), i consumatori potranno risparmiare ad aprile fino a circa 30,5 centesimi di euro. Ma non per sempre.
Quando i prezzi di benzina e diesel potrebbero di nuovo aumentare
Lo sconto di 25 centesimi (+ Iva) su benzina e diesel sarà applicato, come stabilito dal decreto, per un periodo di tempo limitato, salvo ulteriore proroga. Il provvedimento, nello specifico, interviene sulle accise riducendole per i 30 giorni successivi alla data di entrata in vigore del provvedimento, ovvero fino al 21 aprile.
Questo vuol dire che, a meno che l’Esecutivo non decida di intervenire, dal 22 aprile in poi le accise potrebbero ritornare a essere quelle di prima (e quindi non verrebbero più applicate al ribasso ma a valore pieno). Questo si tradurrebbe in un ulteriore aumento dei prezzi dei carburanti, che sarebbero ancora determinati dall’oscillazione della domanda e dell’offerta, ovvero dalle leggi del libero mercato.
Putin accetta solo pagamenti in rubli per il gas russo: che effetto avrà sui prezzi?
L’andamento dei prezzi al rialzo ha sicuramente subito un’accelerata dopo l’invasione dell’Ucraina. Con la Russia isolata dalle sanzioni dell’Occidente e le continue minacce di Putin, pronto a sospendere le forniture di energia, non c’è sempre stato equilibrio tra domanda e offerta, e questo ha contributo ad accelerare notevolmente l’inflazione.
Inoltre, nonostante gli interventi statali e una leggera diminuzione dei costi di benzina e diesel (che ancora, non sappiamo quanto durerà), l’ultima mossa di Mosca sembra aver destabilizzato di nuovo i precari equilibri geopolitici.
Putin, infatti, ha fatto sapere che il pagamento del gas avverrà solo in rubli. Ciò serve infatti per far accrescere il valore della moneta, ormai in caduta libera.
L’annuncio non ha ancora avuto ripercussioni sui mercati italiani, ma ha già iniziato a farli tremare. Intanto, i prezzi del gas all’ingrosso britannico e olandese sono aumentati alla chiusura di mercoledì dopo la presa di posizione dello zar.
Quasi tutti i contratti di acquisto di gas russi in Europa sono denominati in euro o dollari. Non sappiamo quale sarà la prossima mossa dell’Ue, non ancora. Al momento i governi europei non hanno commentato né rilasciato dichiarazioni su come intenderanno agire al riguardo.