Le severe sanzioni da parte dell’Occidente, e non solo, contro la Russia sono pensate per isolare il Paese e creare una recessione economica che sta già colpendo Mosca, oggi a rischio default, con il rublo che cade a picco e forti limitazioni al commercio e alle transazioni con il resto del mondo. Ma i grandi cambiamenti economici avranno ripercussioni anche fuori dal territorio controllato dal Cremlino, e anche sulle nostre tasche.
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Gli effetti della guerra sulle bollette di gas ed elettricità
Se ne parla già dall’inizio della guerra in Ucraina. L’Italia dipende dalla Russia per le forniture di gas, come il resto dell’Unione Europea, che negli anni non ha diversificato le sue fonti e non ha puntato sulla produzione interna. I prezzi già alle stelle dell’energia e dei carburanti potrebbero aumentare ulteriormente a causa del conflitto.
Il petrolio ha già raggiunto prezzi record che non si vedevano da quasi un decennio, trascinando in alto i prezzi di benzina e diesel, che si ripercuoteranno anche sul settore dei trasporti, dai bus agli aerei. L’aumento del costo del gas, inoltre, porterà con sé bollette sempre più alte.
C’è anche il rischio che il presidente Vladimir Putin possa decidere di tagliare i rifornimenti in risposta alle sanzioni. Per quanto questo scenario appaia oggi improbabile, siamo ormai abituati a ricevere cattive e sorprendenti notizie dall’Est. Ci sarebbero, però, 10 mosse mediante le quali l’Europa potrebbe liberarsi del gas russo come rivolgersi ad altri paesi fornitori come la Norvegia.
Gli effetti della guerra sulla spesa al supermercato
Un tempo Russia e Ucraina erano considerate il granaio d’Europa. Oggi esportano il grano, il mais e i semi di girasole in altri Paesi, e sono responsabili di circa un quarto della produzione mondiale di frumento e di metà di quella che riguarda i prodotti ricavati dal girasole, come l’olio.
Se l’export dovesse subire un arresto, calerebbe l’offerta di grano e i costi potrebbero aumentare per tutto il mondo, con un effetto domino che interesserebbe anche chi, come l’Italia, importa una bassissima percentuale di prodotti alimentari da Russia e Ucraina. E un conseguente aumento dei prezzi nei supermercati.
Gli effetti della guerra sui metalli e le auto
La Russia acquista dall’Italia strumenti industriali, ma vende i metalli non solo al nostro Paese ma a gran parte del mondo. I costi della spesa potrebbero aumentare a causa dell’aumento dei costi degli imballaggi, sia per il caro energia che per le difficoltà nel reperire la materia prima necessaria, ad esempio, per produrre barattoli di alluminio e tappi.
Senza contare poi che quegli stessi metalli servono ad esempio per le componenti delle macchine, per le batterie, per i convertitori e per i cavi in rame.
E dunque al funzionamento di case, trasporti e industrie. Con uno stop alle esportazioni o delle controsanzioni da parte del Cremlino, anche il settore delle automotive potrebbe essere in pericolo.
In Russia hanno fabbriche Stellantis, Volkswagen e Toyota, e sebbene molte aziende abbiano deciso di lasciare il Paese a causa della guerra in Ucraina, potrebbero avere difficoltà in un primo momento a trovare altri fornitori di materie prime, e quindi a produrre auto.
Gli effetti della guerra, aumenta l’inflazione
L’inflazione, che misura in che modo il costo della vita aumenta nel tempo, ha raggiunto i massimi storici nei primi mesi del 2022 in molti Paesi, duramente colpiti dalla pandemia di Covid.
Se il costo dell’energia e del cibo dovesse essere spinto ulteriormente dalla crisi dell’Est, gli analisti avvertono che il tasso dell’inflazione potrebbe salire al 10% in tutto l’Occidente.
Le banche potrebbero così decidere di alzare i tassi di interesse per fermare la crescita dei prezzi. Ma a quel punto chi ha già stipulato accordi con gli istituti finanziari, per prestiti e mutui, potrebbe avere non poche difficoltà a ripagarli.
Gli effetti della guerra sulla borsa italiana
Quando una borsa è in crisi e gli scambi vengono sospesi, le banche e le compagnie energetiche di tutto il mondo subiscono delle ripercussioni.
Sebbene le oscillazioni dei mercati appaiano lontane dalla vita reale, c’è il rischio che influenzino non solo gli acquisti del quotidiano, ma anche le vite di milioni di persone.
Sono in tante quelle che hanno deciso di investire i propri risparmi, o la pensione, nel mercato azionario, acquistando quote societarie. E che con un andamento simile delle borse rischiano di vedere, almeno nel prossimo periodo, le proprie aspettative deluse.
Insomma, la guerra in Ucraina, se dovesse protrarsi ancora a lungo, potrebbe causare tutta una serie di effetti che a primo impatto non è facile immaginare, ma che potrebbero davvero cambiare e nostre vite e svuotare le nostre tasche.