Superata la bufala del blocco dei conti correnti, come stanno le banche? E domanda che interesserà ancora di più i nostri lettori: come stanno le nostre banche, in cui abbiamo depositato il nostro denaro, aperto conti correnti, chiesto prestiti o mutui e ottenuto carte di credito e bancomat? Per capirlo è utile osservare l’ultima classifica SREP-Supervisory Review and Evaluation Process, che ha valutato lo stato di salute degli istituti di credito di tutta l’Eurozona, Italia compresa.
Cos’è SREP e a cosa serve
Il concetto di SREP è stato introdotto per la prima volta nel 2004 con gli accordi di Basilea 2. Regole aggiornate sono state applicate nel 2006 in tutta l’UE e, da allora, vi aderiscono le varie autorità nazionali di vigilanza. Ma non si tratta di un concetto nuovo, a dire il vero.
In precedenza questo compito veniva svolto dalle autorità nazionali di vigilanza. La novità dello SREP nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico è l’applicazione di una metodologia e una tempistica comuni a tutte le banche, sottoposte alla vigilanza bancaria europea.
Le autorità di vigilanza svolgono un importante lavoro di valutazione e misurazione dei rischi a livello di singola banca. Questo momento fondamentale dell’attività di vigilanza, denominato “Processo di revisione e valutazione prudenziale” (SREP appunto), consiste nel sintetizzare i risultati emersi dall’analisi per un dato anno e nell’indicare alla banca le azioni da intraprendere.
Nella decisione SREP che l’autorità di vigilanza invia alla banca a conclusione del processo, si definiscono gli obiettivi fondamentali per fronteggiare le problematiche riscontrate. La banca deve quindi effettuare un intervento correttivo nei tempi previsti.
Vengono valutati il modello imprenditoriale, la governance e la gestione del rischio, il rischio di capitale e il rischio di liquidità. La decisione SREP è calibrata in base al profilo della singola banca. In generale, ogni banca è tenuta a rispettare i requisiti normativi concernenti l’ammontare minimo di capitale che deve detenere (cosiddetto “primo pilastro”). Nella decisione SREP, poi, l’autorità di vigilanza può richiedere di detenere capitale aggiuntivo e/o fissare requisiti qualitativi (il cosiddetto “secondo pilastro”).
Come stanno le banche oggi e quali rischi
Ma cosa dice il report sul 2021? Prima di tutto, che dopo la pandemia il contesto macroeconomico si è ulteriormente stabilizzato nel 2021 e le previsioni macroeconomiche sono migliorate nel corso dell’anno, tanto che si prevede che la crescita economica rimarrà forte nei prossimi 3 anni.
Tuttavia, permangono incertezze sull’evoluzione futura della pandemia, in particolare per quanto riguarda la diffusione di nuove varianti del virus, e l’interruzione della catena di approvvigionamento sta attualmente pesando sul commercio e sull’attività economica complessiva.
Ci sono anche altri rischi all’orizzonte, però: la possibilità di attacchi informatici, i rischi legati al clima e all’ambiente e la possibilità di una perturbazione che potrebbe colpire l’attuale situazione di bassi tassi di interesse, che potrebbe essere caratterizzata da shock sui tassi o sugli spread creditizi, con conseguenti brusche correzioni dei prezzi.
Le banche hanno abbastanza liquidità? Ma occhio ai conti
La BCE aveva chiesto alle banche di mantenere una certa prudenza nel decidere dividendi e riacquisti di azioni, considerando attentamente la sostenibilità dei propri modelli di business. Fino al 30 settembre 2021, le banche hanno limitato il pagamento dei dividendi in linea con la raccomandazione della BCE.
Sebbene dopo il 30 settembre 2021 si sia registrato un certo recupero nelle distribuzioni, i pay-out sono rimasti, in media, simili ai livelli pre-Covid. Nel complesso, la raccomandazione sui dividendi della vigilanza bancaria della BCE si è rivelata quindi efficace. Il mantenimento dei dividendi al culmine della pandemia ha aumentato i livelli di capitalizzazione, mettendo le banche in una buona posizione per superare l’incertezza prevalente.
Per quanto riguarda il lato clienti, però, i conti correnti sono sempre più cari: sia per le famiglie sia per i pensionati, si registrano aumenti fra il 7% e il 14%. Non solo. C’è anche un’altra novità: si comincia a dover pagare il canone il bancomat, proprio mentre si attende entro il 29 aprile la decisione dell’Antitrust sulla richiesta di Bancomat spa di sganciare dalla banca del cliente la commission e del prelievo di contante, per spostarla sulla banca proprietaria dello sportello automatico.
Le banche più sicure in Italia
Ma vediamo nel dettaglio come stanno le principali banche italiane. Quali sono le più solide?
Banca Popolare di Sondrio
La classifica delle banche italiane più solide in base allo studio condotto da SREP si apre con la Banca Popolare di Sondrio, che occupa la 92esima posizione nella graduatoria generale. Resta fuori dalla top 100, invece, alla posizione 106, la genovese Carige.
Monte dei Paschi di Siena
Monte dei Paschi di Siena occupa la posizione numero 87 nella classifica delle banche più sicure. MPS, le cui azioni sono controllate in maggioranza dallo stato italiano, è fresca di nomina del suo nuovo ad: si tratta di Luigi Lovaglio, che arriva dopo la revoca di tutte le deleghe dirigenziali a Guido Bastianini, ex amministratore delegato dall’agosto del 2020. La sostituzione di Bastianini con Lovaglio avviene in un momento piuttosto complicato per la banca, che dopo il fallimento delle trattative per la vendita a Unicredit deve realizzare un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro entro la fine del 2022 e mettere in pratica un piano di uscite volontarie di personale, che dovrebbe generare risparmi per 275 milioni di euro all’anno.
Banco Bpm
In posizione numero 65 della classifica generale delle banche più solide troviamo poi Banco Bpm, su cui Unicredit potrebbe lanciare un’opa, andando a creare un colosso italiano dalle dimensioni simili a quelle di Intesa Sanpaolo.
Intesa Sanpaolo
E a proposito di Intesa Sanpaolo, il gruppo arriva altissimo nella classifica, piazzandosi al 4° posto degli istituti di credito più affidabili in Italia e al 29esimo nella graduatoria globale. Nel 2021 Intesa Sanpaolo è stata eletta anche una delle aziende con le maggiori opportunità di carriera in Italia.
Unicredit
Gradino più basso del podio e medaglia di bronzo per Unicredit, che vanta anche la posizione numero 28 della classifica generale. Unicredit, nel corso del 2021, è stata inserita anche nella classifica delle aziende italiane più virtuose in materia di Global Warming.
Mediobanca
Secondo posto italiano per Mediobanca. Al 17esimo posto della graduatoria globale, archivia il primo semestre del bilancio 2021/2022 con dati in forte crescita. I ricavi sono saliti del 12% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente al massimo storico di 1,459 miliardi di euro, con il margine di interesse tornato a crescere e commissioni record.
Credem
Al primo posto nella classifica delle banche italiane più solide, un po’ a sorpresa, troviamo infine Credem. Credito Emiliano, che occupa la terza posizione della graduatoria generale, è preceduta da due istituti francesi, il Caisse de Refinancement de l’Habitat e Sfil SA.