Commissione Ue sancisce lo stop al gas russo per l’Italia entro fine 2024

L'Italia, pronta a questa eventualità, aveva già messo da parte importanti stoccaggi di gas per cercare di essere indipendente da quello russo da "abolire"

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

La Commissione Ue dà una spallata a quattro Paesi, tra cui anche l’Italia, in materia di gas sancendo lo stop a quello russo in transito dall’Ucraina entro la fine del 2024. Una decisione, quella presa dall’Unione Europea, che rischia di mettere nei guai alcuni Stati membri che di fatto rifocillano le proprie scorte grazie al gas in arrivo dalla Russia via Kiev, con la rotta ucraina che però a fine anno verrà frenata non permettendo più il passaggio verso l’Europa.

Ue dà lo stop al gas russo

Ad annunciare la decisione è stato il portavoce della Commissione europea responsabile per le questioni energetiche, Tim McPhie. Rispondendo a una domanda sull’accordo trilaterale sul transito del gas russo attraverso la rotta ucraina durante un briefing con la stampa, infatti, ha sottolineato che alla scadenza dell’accordo trilaterale sul transito del gas russo attraverso la rotta ucraina quest’ultimo non sarà rinnovato.

McPhie, di fatto, ha parlato di tre o quattro Stati membri che attualmente ricevono il gas russo attraverso il transito dall’Ucraina (Italia, Slovacchia, Austria e Ungheria, ndr), Paesi che ora dovranno trovare un’alternativa. Infatti, con il pompaggio dal gasdotto Nord Stream in sospeso, la rotta ucraina era al momento l’unica via di transito verso l’Unione europea con Slovacchia e Austria che sono state le principali importatrici di gas russo attraverso questo passaggio.

Ma anche l’Ungheria e l’Italia ricevono indirettamente il gas russo da questa via, anche se il quadro per il futuro non è per tutti lo stesso.

La risposta dell’Italia allo stop

L’Italia, per esempio, può dormire sonni tranquilli in quanto la dipendenza dal gas russo è ormai ridotta. Lo ha sottolineato più e più volte il ministro Gilberto Pichetto Fratin, alla guida del dicastero di Ambiente e Sicurezza Energetica che nei mesi passati aveva svelato come il Bel Paese era già pronto all’annunciato mancato rinnovo dell’accordo per il passaggio del gas russo in Ue.

Pichetto Fratin, infatti, aveva annunciato che gli stoccaggi di gas in Italia sono elevatissimi anche grazie al calo d’utilizzo dovuto al clima mite delle ultime stagioni, un assist dall’ambiente che ha permesso di non incorrere in pericoli di assenza delle forniture. A ciò si aggiunge poi il fatto che molti italiani sono corsi ai ripari con l’utilizzo di fonti alternative, si è sviluppato l’elettrico e si è diffusa anche una coscienza di razionalizzazione.

Austria nei guai?

Ben diversa invece la situazione dell’Austria, che con lo stop al gas russo sancito dall’Ue potrebbe trovarsi a vivere stagioni complicate. Da Vienna, infatti, ci si prepara a vivere un inverno a denti stretti, in quanto la dipendenza dell’Austria dal gas russo è aumentata dall’80% al 98% in due anni, spingendo il ministro dell’Energia del paese a suonare il campanello d’allarme.

E l’Italia, per quel poco di gas che prendeva dalla rotta ucraina, girava parte del suo all’Austria perché non necessario a Roma a differenza dei vicini. E mentre l’Ue studia come eliminare completamente il gas russo entro il 2028, la decisione confermata da McPhie inguaia Vienna che nei prossimi sei mesi dovrà cercare fonti alternative. Un dibattito che animerà di certo anche le prossime elezioni, con l’autunno 2024 che sarà di fondamentale importanza per il futuro politico ed economico del Paese.