Agosto dovrebbe essere un mese importante per il turismo italiano. Secondo le prime stime basate sulle prenotazioni, nel nostro Paese dovrebbero essere registrati 18 milioni di arrivi e 85 milioni di presenze il prossimo mese. Una crescita significativa sul 2023, anno già molto positivo, trainata principalmente dagli stranieri che continuano ad aumentare, +8%.
La ricaduta economica di questo flusso di turisti sarà molto importante, soprattutto per le regioni in cui l’accoglienza gioca un ruolo chiave. Le stime attendono 18,8 miliardi di euro di spesa per i consumi turistici, che cresce del 4,7%, più dell’inflazione turistica tendenziale, che rimane comunque alta oltre il 3,6%.
Presenze e arrivi turistici ad agosto, le previsioni
Demoskopika ha pubblicato i primi dati relativi alle stime sui flussi turistici del mese di agosto 2024 in Italia. Considerato il più importante nel turismo estivo, agosto è il periodo di più alta stagione in cui gli incassi degli esercenti che si basano sull’afflusso di visitatori sono più significativi. Il prossimo mese dovrebbero arrivare in Italia circa 18 milioni di visitatori, per un totale di 85 milioni di presenze. Entrambe sono cifre in aumento rispetto ai dati già molto positivi del 2023. Rispettivamente i rialzi sono del 3,2 e dello 0,8%.
Questa crescita è però trascinata principalmente dal turismo estero. I visitatori provenienti da altri Paesi sono infatti aumentati rispetto al 2023 dell’8%, confermando anche per il 2024 le dinamiche viste dopo la fine delle restrizioni pandemiche. Buona parte dei turisti che avevano dovuto cancellare le proprie vacanze in Italia tra il 2020 e il 2022 stanno tornando in questi anni, soppiantando in parte quelli italiani.
In totale saranno infatti 8,8 milioni, quasi la metà degli arrivi, le persone provenienti dall’estero a visitare il nostro Paese. Evidenti i benefici economici di questa tendenza, che porterà al settore un totale di 18 miliardi di euro in spesa per i consumi turistici. Questa crescita impetuosa ha però anche un’altra conseguenza, l’inflazione.
L’inflazione turistica in Italia e in Europa
Mentre l’inflazione di fondo in Italia è ormai da tempo sotto controllo e quella nominale è anche troppo bassa, sintomo di una crescita ormai stagnante dopo il balzo post pandemia, il dato relativo alla crescita dei prezzi turistici è molto più alto. Secondo quanto riportato da Demoskopika, in Italia il prezzo delle vacanze è aumentato in un anno del 3,9%, mentre il dato mensile si aggira attorno al 1,2%. Quest’ultimo può avere variazioni stagionali molto ampie, ma sottolinea il momento di crescita del settore turistico nel Paese.
Nonostante il dato sia alto, si mantiene più basso di quello della crescita della spesa su base annua, che è oltre il 4,7%, facendo quindi emergere una dinamica positiva. L’Italia inoltre è tra le mete turistiche che hanno subito meno questo tipo di inflazione, battuta soltanto da Svezia (3,8%), Francia (3,2%) e Portogallo (3,1%). Le destinazioni che invece stanno aumentando di più i prezzi per i visitatori sono Paesi Bassi (6,9%), Polonia (6,5%), Austria (6,2%), Grecia (6,0%), Germania (5,6%) e Spagna (5,1%).
Tra questi ci sono, senza sorprese, due degli Stati in cui si trovano alcune delle città che si stanno ribellando all’eccessiva presenza di turisti, cioè Amsterdam e Barcellona. L’overturism sta diventando sempre di più un tema nei tessuti urbani europei per i suoi effetti deleteri sulla popolazione locale e gli scarsi ritorni economici.