Un nuovo piano di incentivi all’esodo è stato stipulato da Stellantis che ha trovato l’accordo con diverse sigle sindacali per l’uscita di 1.520 lavoratori da Mirafiori. Un ok, ricevuto da quasi tutte le sigle sindacali dei metalmeccanici, che però non ha trovato d’accordo Fiom che si è rifiutata di apporre la propria firma sul piano degli esuberi, perché quanto proposto è visto sempre più come “svuotamento dello stabilimento” anziché un rilancio come in tanti vorrebbero.
Accordo sul piano di incentivi all’esodo
L’accordo è stato sottoscritto martedì 26 marzo 2024, ma tra i rappresentanti sindacali c’è chi storce il naso. Il piano di incentivi all’esodo per un totale di 1.520 lavoratrici e lavoratori in 21 società del gruppo Stellantis su un bacino complessivo di 15.000 addetti, infatti, non lascia proprio tutti soddisfatti.
Si tratta di un piano che, secondo l’accordo per le uscite volontarie, prevede incentivi fino a 150.000 euro, formazione e outplacement che riguarderà specialisti di vari settori.
Nello specifico, i 1.520 esuberi che l’azienda ha comunicato saranno così divisi:
- 733 esuberi negli Enti Centrali;
- 300 alle Carrozzerie;
- 135 ai servizi e finanza;
- 89 alle Meccaniche;
- 45 al Centro Ricerche Fiat;
- 45 Pcma (Plastic Components and Modules Automotive);
- 40 alle Presse;
- 30 alle Costruzioni Sperimentali;
- 20 persone alla Security;
- 15 agli Stampi.
L’appello dei sindacati a Stellantis
Un accordo, come detto, che ha trovato diverse sigle sindacali apporre la propria firma, ma non senza polemiche o appunti. Uilm, infatti, ha sottolineato che i numeri richiesti da Stellantis fanno suonare un campanello d’allarme per una situazione definita drammatica. La richiesta, quindi, è quella di accelerare il confronto con le istituzioni per creare un progetto di rilancio di Mirafiori.
Dello stesso avviso è Fim Cisl, che con Igor Albera ha definito migliori le uscite volontarie rispetto ai licenziamenti, ma che il piano non è di certo un segnale positivo. Anzi, l’accordo è stato stipulato affinché ci sia una “rete di sicurezza” per poi, in futuro, essere riassunti qualora la nuova esperienza professionale non andasse a buon fine.
Fiom invece ha deciso di non firmare, opponendosi nuovamente all’intesa nazionale e quella per Mirafiori. Edi Lazzi, segretario generale di Giom-Cgil di Torino, ha infatti sottolineato come “la clava di Stellantis continui a battere incessantemente sulla testa di Mirafiori e Torino“, ribadendo con un’immagine chiara il danno che il gruppo sta arrecando allo stabilimento.
“In coerenza con la nostra posizione di avere un piano complessivo di rilancio per Mirafiori che deve prevedere anche delle assunzioni, e non certo il continuo svuotamento dello stabilimento, abbiamo deciso come la volta precedente, di non firmare e non accompagnare il processo di dismissione del nostro maggior sito industriale” ha fatto sapere Fiom. Ora l’obiettivo è il bene di Mirafiori e della città di Torino, spiegano dalla sigla sindacale che vuole puntare a ottenere un progetto complessivo sull’automotive, fatto di nuove produzioni, assunzioni, progettazione di auto e componentistica.
E intanto, dopo l’accordo sul piano di incentivi all’esodo si attende ora la data del 12 aprile nella quale, a Torino, si terrà uno sciopero dei lavoratori di Mirafiori con una manifestazione a cui parteciperanno, oltre a operai e impiegati, anche il governatore Alberto Cirio e il sindaco del capoluogo piemontese Stefano Lo Russo.