Stellantis cede Comau e provoca la reazione del Mimit, che valuta l’uso del Golden Power. La casa automobilistica italo-francese ha comunicato la vendita di una quota di maggioranza della società del gruppo, che fornisce robot e sistemi di automazione, al fondo statunitense One Equity Partners. Una mossa che non piace ai sindacati e sulla quale il Governo, tramite il ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha annunciato l’ipotesi di intervento per bloccare o fissare dei paletti sull’operazione.
La cessione di Comau
“Si stanno svolgendo le valutazioni in ordine all’applicabilità della disciplina della Golden power in merito alla cessione della maggioranza di Comau da parte di Stellantis” è la nota diffusa dal Mimit guidato da Adolfo Urso in seguito alla notizia resa nota dal colosso dell’automotive.
Come spiegato nel comunicato diffuso dal gruppo, l’operazione risale alla nascita di Stellantis nel gennaio 2021: nell’accordo strategico che ha portato alla fusione tra le ex Fca e Groupe Psa rientrava anche lo spin off di Comau, il cui azionista di maggioranza sarà adesso il fondo americano Oep.
Secondo quanto riportato, Stellantis rimarrà un azionista di minoranza attivo, mentre il presidente esecutivo Alessandro Nasi e il ceo Pietro Gorlier manterranno le cariche come il resto del management.
Le condizioni finanziarie dell’operazione privata non sono state divulgate ma, stando a quanto riferito, con la nuova proprietà “Comau avrà accesso a fondi aggiuntivi che le consentiranno di rafforzare e ampliare le sue radici italiane e di accrescere le proprie competenze in diversi settori”.
“Negli ultimi 50 anni, Comau è diventata leader nel campo delle soluzioni di automazione – è il commento del ceo di Stellantis, Carlos Tavares – Questa operazione ha lo scopo di aiutare Comau a raggiungere la propria autonomia e rafforzare ulteriormente il suo successo a vantaggio di tutti i suoi stakeholder, in particolare i suoi dipendenti e i suoi clienti. Offre inoltre a Stellantis la possibilità di concentrarsi sulle attività del suo core business in Europa”.
“Questa operazione è coerente con il piano strategico di Comau – ha aggiunto il Ceo della società, Pietro Gorlier – che mira a espandere il suo business oltre il settore automobilistico e a orientarsi verso la crescita della domanda globale nel campo dell’automazione industriale. Consentirà inoltre di consolidare la forte posizione dell’azienda come leader internazionale nel suo settore, mantenendo solide radici italiane”.
“Abbiamo una comprovata esperienza nell’esecuzione di complesse operazioni di carve-out aziendale e disponiamo delle risorse necessarie per aiutare Comau ad affermarsi ulteriormente come azienda di successo” ha affermato Ante Kusurin, partner di One Equity Partners.
La reazione dei sindacati
Mentre sulla cessione il ministro Adolfo Urso studia la possibilità di mettere in campo il Golden Power, anche i sindacati chiedono l’intervento del Governo e protestano per la paura che dall’operazione possano conseguire esuberi e casse integrazione per i 700 lavoratori di Comau in Italia.
Per il segretario nazionale della Fiom Cgil, Samuele Lodi, la vendita sarebbe una “scelta sbagliata”: “Stellantis si priva di un pezzo ad alto contenuto tecnologico e innovativo che conta 3.800 lavoratrici e lavoratori e il 50,1% delle quote azionarie verrà ceduta a One Equity Partners, quindi la maggioranza passa a un fondo di investimento e non ad un soggetto industriale. Si auspica che il governo agisca con il Golden power, non è più rinviabile la convocazione di un incontro alla Presidenza del Consiglio sull’automotive e Stellantis perché la situazione continua a precipitare in tutto il settore. E Stellantis è la vera responsabile di questo processo”.