Spesa famiglie italiane e rincari: come è cambiata nel 2024, nuovo report

Un nuovo report Ismea fa luce sui rincari legati ai prodotti che gli italiani mettono nel carrello della spesa, i prezzi continuano a crescere

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Un nuovo report Ismea fa luce sui rincari legati ai prodotti che gli italiani mettono nel carrello della spesa, nonostante la stabilizzazione dei consumi nel 2024 rispetto al 2023, i prezzi di alcuni beni di prima necessità continuano a crescere.

L’andamento della spesa delle famiglie italiane, come è cambiato il mercato

Secondo il Report – Consumi Report n°2/2024 di Ismea, nel primo trimestre del 2024, emerge un’interessante stabilizzazione della spesa delle famiglie italiane per i prodotti alimentari, segnando un contrasto rispetto alla vigorosa crescita registrata nel 2023. Questo periodo ha visto la spesa consolidarsi sui livelli del primo trimestre dell’anno precedente, indicando una possibile fase di adattamento e riflessione da parte dei consumatori italiani, ovvero suggerisce che i consumatori italiani potrebbero essere entrati in una fase in cui stanno adattando le loro abitudini di spesa e i loro consumi, probabilmente in risposta a cambiamenti economici o a nuove condizioni di mercato.

I volumi dei principali prodotti del carrello sono ancora in flessione ma con un rallentamento della tendenza negativa. Il supermercato resta il canale predominante con il 41% di share e con una performance positiva in termini di fatturato dell’1,7% sul primo trimestre del 2023, stabile il valore della spesa effettuata presso gli ipermercati, il discount continua a migliorare le proprie performance (+0,6% in valore), si riducono i fatturati dei “liberi servizi” (-7,4%) e del dettaglio tradizionale (-8,2%).

Famiglie più colpite dalla crisi

Da quello che emerge dal report, i giovani nuclei familiari sembrano essere stati i più colpiti dalla crisi economica. Infatti,  hanno mostrato la più significativa riduzione della spesa, con un contenimento del 10,4% nei volumi di acquisto nel primo trimestre del 2024 rispetto all’anno precedente. Questo indica che i giovani, probabilmente affrontando pressioni economiche più forti, hanno dovuto fare maggiori sacrifici nel loro consumo alimentare.

D’altra parte, le famiglie più mature, come le coppie anziane e i single anziani, hanno mostrato un aumento moderato della spesa o una relativa stabilità. Continua infatti ad aumentare la spesa per i nuclei familiari più maturi (Older couples +0,7% e Older singles+3,7%). Volendo trarre una conclusione, il fenomeno suggerisce che queste categorie potrebbero aver avuto risorse economiche più stabili o un diverso approccio alla gestione della spesa alimentare, nonostante le sfide economiche generali.

I rincari dei prodotti emersi dal report

Come anticipato sopra, il modo in cui le famiglie hanno adattato la propria spesa nel 2024 dipende anche dall’andamento dei prezzi dei prodotti più acquistati. Anche se c’è stata una stabilizzazione dei consumi, un dato interessante che emerge dal report Ismea è quello relativo ai rincari dei beni di prima necessità.

Per esempio, gli oli vegetali hanno registrato un aumento significativo del 18% nei prezzi. Questo incremento rappresenta una delle maggiori variazioni nei costi tra le categorie analizzate e potrebbe essere dovuto a diversi fattori, tra cui una domanda globale crescente, fluttuazioni nelle forniture di materie prime e eventuali cambiamenti normativi. Gli oli vegetali sono ingredienti comuni nella preparazione di cibi e nell’industria alimentare, quindi un aumento dei loro prezzi può influenzare significativamente il bilancio delle famiglie, spingendole a cercare alternative o a ridurre l’uso di questi prodotti.

Anche le patate hanno visto un aumento del 18,7% nei prezzi medi. Questo aumento potrebbe essere correlato a fattori stagionali, condizioni meteorologiche avverse che hanno influenzato la produzione, o cambiamenti nelle politiche agricole. Paradossalmente però la spesa è aumentata, cioè ci sono più che famiglie hanno comprato questo prodotto, questo perché probabilmente – come il report suggerisce – costrette a destinare una parte maggiore del loro budget alimentare alle patate, cercando nel contempo di bilanciare le spese con altre categorie di ortofrutticoli più impattate dai rincari.

Un lieve incremento della spesa si registra anche per il comparto dei derivati dei cereali (+0,8%) dove a trainare la dinamica è oltre al generalizzato aumento dei prezzi anche l’incremento dei volumi di alcuni prodotti. In particolare, si registra un lieve incremento dei volumi nel carrello sia per riso che per “pasta fresca” che per “basi pizza” (rispettivamente +0,7%, +1,4% e +1,7%), lieve incremento dei volumi anche per le farine e le semole (+1,7%) favorite in questo caso da prezzi in contenimento (-5% su base annua).

Il pane fresco torna ad essere apprezzato a discapito dei sostituti, malgrado ciò, nel complesso i volumi per questo segmento sono in leggera flessione (1,2%) ma la spesa cresce grazie alla maggiore intensità dell’incremento dei prezzi (+2,4%).

I “prodotti per la prima colazione” sono infine -nell’ambito di questo comparto- il segmento dove si registra il più ampio incremento di prezzo (+3,7%), a fronte di una discreta contrazione dei volumi (-1,8%); la spesa complessiva per le
referenze afferenti a questo segmento resta in aumento dell’1,9% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.