Semplificazione fiscale, un bollino per le imprese più virtuose e cancellazione dei vecchi debiti

Un Fisco più amico, così il Cdm impronta la propria semplificazione fiscale nei confronti delle imprese che, se in regola, riceveranno un bollino di basso rischio: prevista anche la cancellazione dopo 5 anni delle tasse di difficile riscossione.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Un bollino di basso rischio per le imprese italiane che si dimostreranno essere virtuose dal punto di vista fiscale. È questa una delle principali decisioni adottate dal Consiglio dei ministri riunitosi in data 3 luglio 2024 che ha dato il via libera al decreto legislativo per la semplificazione fiscale che semplifica, per l’appunto, i controlli sulle imprese e su tutte le attività economiche. L’esecutivo continua dunque a caldeggiare il cosiddetto Fisco amico, con i controlli che, d’ora in avanti, saranno più collaborativi e permetteranno di valorizzare chi si è comportato secondo legge.

Semplificazioni, un bollino per le imprese più virtuose

In attuazione della legge annuale per la concorrenza, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo per la semplificazione fiscale che razionalizza i controlli sulle attività economiche. Il provvedimento, che è stato avanzato dal ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, in concerto con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e con il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, impronta un nuovo approccio nel rapporto tra Autorità e imprese.

“Dalla logica sanzionatoria – ha detto il ministro Zangrillo a margine del Cdm – si passa alla prevenzione degli illeciti sulla base di una fiducia reciproca che incentiva i comportamenti virtuosi in un’ottica di premialità. Un vero e proprio cambio di paradigma, che non aumenta né riduce i controlli, ma li ottimizza, rendendoli più efficaci grazie a un migliore utilizzo delle risorse a disposizione delle amministrazioni”.

Concorde anche il ministro Urso: “Finalmente il nostro Paese si dota di un nuovo sistema di controlli sulle attività economiche, più razionali ed efficaci, che avvia un nuovo approccio collaborativo tra la pubblica amministrazione e il tessuto produttivo. Una riforma sfidante e innovativa, attesa da oltre dieci anni. Il governo è dalla parte di chi produce, al fianco delle imprese. La nostra visione è quella dello Stato alleato delle aziende, non dello Stato vessatorio”.

10 mesi di moratoria per chi supera i controlli

Il decreto per la semplificazione fiscale prevede più nel dettaglio che, in caso di esito positivo a un controllo da parte del Fisco, le aziende interessate possano contare su una moratoria di 10 mesi su ogni possibile verifica. Si tratta di 10 mensilità di libertà assicurata, con il meccanismo di controllo che prevede la profilazione del rischio di ogni azienda in base al settore di attività, le certificazioni di qualità e le dimensioni. E ancora, in presenza di errori scusabili, cioè quelli formali che non interessano la salute e la sicurezza sul lavoro, le aziende potranno sanarli senza l’applicazione di sanzioni.

Cosa prevede il decreto per la semplificazione fiscale

Il concetto di Fisco meno vessatorio trova concretezza anche in altre misure previste dal decreto per la semplificazione fiscale. La prima interessa le tasse di difficile riscossione accumulatisi dal 2000 al 2024, ovvero quelle facenti capo a soggetti falliti o nullatenenti. Questi tributi potranno essere richiesti dall’Agenzia delle Entrate solo entro 5 anni. Superato tale limite, l’Agenzia cederà la cartella a chi l’ha emessa, che in solitaria potrà provare incassare quanto dovuto.

Il decreto semplificazione fiscale prevede inoltre che ai contribuenti morosi nei confronti del Fisco vengano date delle ulteriori possibilità di rateizzazione dei propri debiti. A cominciare dal 2025, più nello specifico, il pagamento dei debiti fino a 120mila euro potrà essere dilazionato in 85 rate mensili (ora sono 72) e fino a un massimo di 120. Dal 2027, invece, le rate diventeranno 96 e, dal 2029, 108.