L’invecchiamento rapido delle popolazioni globali sta riscrivendo l’agenda di spesa pubblica. Secondo il rapporto dell’Ocse “Health at a Glance 2023”, entro il 2050, i costi per l’assistenza agli anziani cresceranno in maniera drastica, raggiungendo un livello 2,5 volte superiore rispetto a oggi. Italia, Corea del Sud e Grecia guidano questo cambiamento demografico, con una popolazione sempre più avanti con l’età e una crescente pressione sui sistemi di welfare.
La prospettiva che si delinea è allarmante: entro il 2050, le persone con più di 80 anni raddoppieranno, passando dal 4,8% al 9,8% della popolazione. Un fenomeno che rischia di trasformarsi in una crisi economica e sociale se non si attuano interventi strutturali per rendere il sistema di assistenza più flessibile e sostenibile.
Una popolazione anziana in aumento: sfida alla tenuta dei sistemi sociali
Le cifre raccontano una realtà già complessa. Nei Paesi Ocse, nel 2021 si contavano oltre 242 milioni di persone con più di 65 anni, di cui più di 64 milioni sopra gli 80. Questi numeri sono destinati a crescere nei prossimi decenni, con un impatto diretto sulle necessità di assistenza a lungo termine. L’Italia, in particolare, vedrà un terzo della sua popolazione raggiungere o superare i 65 anni entro la metà del secolo, con il 14% che avrà oltrepassato gli 80 anni.
L’incremento degli anziani comporta costi crescenti per le cure, mentre le famiglie, ormai meno numerose e più impegnate, non riescono più a sostenere il ruolo che un tempo era loro. Il sistema sanitario e sociale, già sotto pressione, dovrà trovare nuove risorse e soluzioni per affrontare questa domanda di assistenza in costante aumento.
Costi insostenibili e assistenza privata fuori portata
Le necessità quotidiane, come cucinare, pulire e mantenere l’igiene, rappresentano per molti anziani delle sfide insormontabili. In Italia, Svezia e Repubblica Ceca, il costo dei servizi di assistenza arriva a erodere fino a sette volte il reddito medio di un anziano, rendendo la questione finanziaria un ostacolo difficilmente superabile.
Questa situazione aggrava il fenomeno della povertà tra gli anziani a basso reddito. Nei Paesi come Italia, Repubblica Ceca e Corea del Sud, molti anziani sono costretti a impiegare i loro risparmi, con il rischio di trovarsi senza risorse per coprire le necessità future. A soffrire maggiormente sono le donne anziane, che spesso dispongono di redditi inferiori rispetto agli uomini e risultano, quindi, ancora più esposte alla povertà e alla vulnerabilità economica.
Strategie per un sistema di assistenza sostenibile e inclusivo
Per affrontare queste sfide, l’Ocse suggerisce di esplorare modalità di finanziamento innovative, introducendo contributi privati e meccanismi di prefinanziamento. In Slovenia, ad esempio, è stata introdotta un’assicurazione specifica per coprire i costi dell’assistenza a lungo termine, mentre in Paesi come Germania e Lussemburgo sono stati adottati sistemi di prefinanziamento che distribuiscono il peso dei costi in modo più sostenibile.
Ottimizzare l’allocazione delle risorse pubbliche verso gli anziani con maggiori necessità economiche potrebbe rappresentare una soluzione per contenere la povertà senza generare squilibri di bilancio.
In Paesi come Italia, Grecia e Spagna, l’introduzione di una quota progressiva per la copertura delle spese di assistenza ha già dimostrato effetti positivi, permettendo di ridurre il rischio di impoverimento per i più vulnerabili. L’Ocse propone di consolidare queste pratiche, promuovendo una distribuzione delle risorse pubbliche mirata a sostenere le fasce di popolazione più in difficoltà.
Innovazione tecnologica e prevenzione: le chiavi per ridurre i costi
La sostenibilità del sistema di assistenza agli anziani passa anche attraverso un miglioramento della gestione delle risorse e un maggiore utilizzo delle tecnologie. Diversi Paesi, come Danimarca e Norvegia, stanno investendo in programmi di assistenza domiciliare per promuovere un invecchiamento in salute e ridurre la dipendenza dalle strutture di cura a lungo termine, con una proiezione di risparmio fino al 13% entro il 2050.
Il Giappone e i Paesi nordici stanno puntando sulla tecnologia per migliorare l’efficienza dei servizi di assistenza, introducendo dispositivi e applicazioni digitali per la gestione della salute e del benessere. Nei Paesi Bassi, il governo ha introdotto obiettivi di spesa volti a contenere i costi senza compromettere la qualità dei servizi.