Raffaella Sadun e il suo ruolo in politica: perché è stata scelta da Conte e Draghi

Scelte per far parte di un gruppo di esperti in entrambi i governi, per la gestione economica in crisi Covid e la rinascita necessaria dell'Italie in seguito

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 1 Febbraio 2024 08:00

Il mondo della politica italiana ha avuto modo di conoscere approfonditamente la figura professionale di Raffaella Sadun. Basti pensare che la famosa economista ha avuto un ruolo in ben due dei recenti governi.

Laureata in Economia Politica alla Sapienza di Roma, ha in seguito conseguito un Master in Economia presso l’Università Pompeu Fabra di Barcellona, così come un dottorato in Economia presso la London School of Economics. Vediamo nel dettaglio qual è stato il suo apporto negli esecutivi di Giuseppe Conte e Mario Draghi.

Raffaella Sadun nel governo Conte

In una fase a dir poco delicata per il nostro Paese, Giuseppe Conte ha voluto nel proprio team l’economista Raffaella Sadun. Ad aprile 2020 l’ex premier annunciava i lavori per la “fase 2”, in relazione all’emergenza Covid-19.

“Servirà un programma articolato e organico, su due pilastri. Un gruppo di lavoro di esperti e il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro. Non possiamo aspettare che il virus sparisca dal nostro territorio”.

A capo di quel comitato tecnico c’era il manager Vittorio Colao, affiancato da numerosi professionisti in vari campi, come Raffaella Sadun, appunto. Tutto ciò ha portato al tempo una grande attenzione sulla sua figura, dal ruolo di professoressa di amministrazione d’impresa presso la Harvard Business School al tipo di ricerca condotto sull’economia della produttività, della gestione e dei cambiamenti organizzativi.

Ha criticato aspramente i passi falsi compiuti dall’Italia nella prima fase di gestione del virus. Insieme ad altri economisti, ha spiegato come da quegli errori altri Paesi, e l’Italia stessa, dovessero imparare per far meglio.

Con i suoi scritti ha tentato di garantire una guida, per poi ritrovarsi di fatto in cabina di regia per il proprio Paese, contribuendo alla gestione dell’emergenza in maniera attiva: “L’Italia ha seguito la diffusione del virus, invece di anticiparla. Per riuscire a individuare il giusto approccio occorre imparare rapidamente dai successi e dai fallimenti, agendo di conseguenza”.

Raffaella Sadun nel governo Draghi

Al di là dei pareri personali sul governo Conte e la sua gestione della pandemia, è innegabile come le cose sarebbero potute andare decisamente peggio, dinanzi a una condizione priva di precedenti in epoca contemporanea.

Raffaella Sadun ha avuto il suo ruolo nella gestione a freddo, per così dire, quella successiva al clamore iniziale. Il suo lavoro è stato giudicato positivamente dal premier Mario Draghi, che l’ha scelta per dare continuità al progetto di ripartenza e rilancio dell’economia italiana.

Una situazione non relativa unicamente al Covid, ovviamente. La bassa crescita del Pil e l’immobilismo dei salari (in alcune fasce rivisti anche al ribasso), erano sono figlii di una produttività stagnante dagli anni ’90 a oggi. A Palazzo Chigi hanno scelto di richiamare l’economista Sadun, impegnata nella gestione di tematiche relative alle politiche industriali e alle risorse umane.

Di fatto una sorta di promozione dell’operato di Conte, sotto certi aspetti, considerando anche il ruolo di ministro per l’Innovazione offerto a Vittorio Colao. L’obiettivo dei due era quello di rilanciare l’economia italiana attraverso delle specifiche riforme. Qualcosa di ignorato, o quasi, dopo la prima ondata di Covid dal governo Conte, impelagato in altre questioni. Era mancata al tempo una visione sul lungo periodo, che non avrebbe probabilmente ripagato sul fronte politico e dell’opinione pubblica. Il richiamo di tali professionalità da parte di Draghi mirava all’ascolto di tali teorie economiche. I piani sono però mutati nuovamente in circa 1 anno e mezzo, confermando di fatto i timori di Conte, portando alle elezioni e, infine, al governo di Giorgia Meloni, in carica da ottobre 2022.