Quando ci fanno pagare di più e non ce ne accorgiamo

Si chiama “Shrinkflation” il fenomeno che colpisce soprattutto i consumatori durante i periodi di forte inflazione: così paghiamo di più e - spesso - non ce ne accorgiamo

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 3 Agosto 2023 09:04

Paghiamo di più e – spesso – nemmeno ce ne accorgiamo: si chiama “Shrinkflation” il fenomeno che colpisce soprattutto i consumatori durante i periodi di forte inflazione.

Influenza il potere di acquisto, la quantità di beni e servizi di cui disponiamo o possiamo disporre e riguarda tutti, sia i redditi più alti che i redditi più bassi. Anche se spesso a pagarne le conseguenze sono proprio i soggetti economicamente più svantaggiati.

Ma vediamo cos’è la “Shrinkflation”, come funziona e i rischi che comporta, in concreto, nel breve e nel lungo periodo.

Cos’è la “Shrinkflation”

Il termine “Shrinkflation” deriva dalla combinazione delle due parole “shrinkling” (ovvero restingimento) e “inflazione”. Si verifica quando le aziende, per aggirare il problema dell’aumento dei prezzi, riducono le dimensioni o la quantità dei loro prodotti, che però vengono venduti sempre alla stessa cifra. Il prezzo in questo caso aumenta, se si rapporta alla quantità, ma chi compra non sempre se ne accorge, perché la confezione rimane pressoché simile.

Ad esempio, un noto pacchetto di patatine può essere venduto sempre allo stesso prezzo ma al suo interno invece di 150 grammi di prodotto l’azienda ne fa conferire 120 grammi. Il consumatore finale, di fatto, acquista la confezione e/o il marchio che riconosce, magari ignaro del peso specifico. Allo stesso modo, una scatola di cereali che prima conteneva 100 grammi di prodotto può sembrare la stessa anche se all’interno ne ha 80 grammi di cereali. Oppure, ancora, una confezione di fazzoletti può contenere meno fazzoletti rispetto a prima eppure pochi se ne accorgeranno e continueranno ad acquistarla allo stesso prezzo di sempre. Questo perché il consumatore finale, specie se affezionato a un prodotto, è più attento alla variazione del prezzo che di altre caratteristiche che sul costo comunque incidono.

Di fatto, specie nei periodi di recessione, inflazione o crisi, è un metodo molto potente che i produttori utilizzano per mantenere ed espandere la loro base di clienti e aumentare la redditività.

Come spendiamo di più senza rendercene conto

Se le dimensioni o il volume del prodotto si riducono mentre il prezzo rimane lo stesso, ne consegue che il costo, in generale, deve considerarsi aumentato, in quanto i clienti pagheranno di più per ottenere meno unità del prodotto rispetto alla versione precedente.

Una confezione di cereali con meno cereali dentro durerà di meno, lo stesso pacco di fazzoletti finirà più velocemente, e così via, questo concetto si può applicare a qualsiasi altro bene di consumo. Quindi, a causa di questa sorta di inflazione nascosta, chi acquista spenderà di più.

Le aziende di solito adottano tale strategia quando il costo di produzione cresce o devono affrontare qualsiasi problema relativo alla catena di approvvigionamento. Tuttavia, un aumento del prezzo del prodotto che hanno sempre venduto salterebbe più facilmente e velocemente all’occhio. Quindi si opta per la seconda alternativa.

Non a caso, prodotti in genere più colpiti dalla “Shrinkflation” sono articoli come snack, alimenti surgelati o altri prodotti confezionati.

La Shrinkflation è legale?

La Shrinkflation, la pratica di ridurre le dimensioni o la quantità di un prodotto mantenendo il prezzo, è generalmente legale fino a quando viene comunicata in modo trasparente ai consumatori. Cioè, finché le aziende etichettano accuratamente la dimensione o la quantità del prodotto (anche se ridotta) con il relativo prezzo, questa strategia non è considerata ingannevole. Il consumatore, di fatto, viene informato (con l’indicazione del peso esatto nella confezione) e sta acquistando volontariamente e – in generale – più o meno consapevolmente.

L’unico modo per essere completamente sicuri di quello che si acquista (e di quanto si spende) è controllare i numeri sulla confezione sempre. Può essere difficile, ma si potrebbe ridurre questa routine almeno ai prodotti che siamo sicuri di acquistare spesso e con costanza. Conoscere i pesi netti dei prodotti e per cosa stiamo pagando può aiutarci a notare eventuali modifiche, considerando l’eventualità di rivolgersi alla concorrenza e di cercare altrove offerte migliori.

E a proposito di prezzi, qui i prezzi degli alimenti che sono aumentati di più nell’ultimo periodo, mentre qui una lista dei beni di consumo più colpiti dall’inflazione. In questo articolo, invece, la lista delle città diventate più care a seguito della spinta inflazionistica.