L’economia italiana mostra segnali contrastanti nel terzo trimestre del 2025: da un lato il Pil risulta stazionario, dall’altro l’inflazione rallenta e l’occupazione continua a crescere. È quanto emerge dall’ultima nota congiunturale dell’Istat, che fotografa un’Italia in linea con la Germania per crescita zero, ma in ritardo rispetto a Francia e Spagna.
Quello che allarma però sono i prezzi dei beni alimentari, che dal 2021 hanno visto un’impennata del 25%, spinti soprattutto tra il 2022 e il 2023 dallo “shock” sui listini dell’energia.
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Pil fermo, ma il quadro non è omogeneo
La stima preliminare del Pil per il terzo trimestre segna un invariato 0,0% rispetto ai tre mesi precedenti. La domanda interna ha frenato, mentre il contributo della componente estera netta è stato positivo. A livello settoriale, si registra un aumento in agricoltura, una contrazione nell’industria e una sostanziale stazionarietà nei servizi. La variazione acquisita per l’intero 2025 si attesta comunque su un +0,5%.
Ottobre ha portato una buona notizia sul fronte dei prezzi: l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) è sceso all’1,3% su base tendenziale, un dato ben al di sotto della media dell’area euro (+2,1%) e in deciso calo rispetto al +1,8% di settembre. Il “carrello della spesa” rallenta la sua corsa (+2,3% da +3,1%), trainato soprattutto dal calo dei prezzi dei beni alimentari non lavorati e di quelli energetici.
Focus sui prezzi del cibo: +24,9% in quattro anni
Un focus dedicato evidenzia che, da ottobre 2021 a ottobre 2025, i prezzi dei beni alimentari in Italia sono aumentati del 24,9%. Un incremento di quasi 8 punti superiore a quello dell’indice generale dei prezzi. La causa principale è individuata nello shock energetico seguito all’invasione dell’Ucraina, che ha colpito duramente un settore ad alta intensità energetica, come quello agricolo. Negli ultimi due anni, la crescita si è molto contenuta, anche per il recupero dei margini di profitto delle imprese agricole.
L’inflazione delle spese obbligate come quelle alimentari supera l’indice generale e i prezzi del cibo sono ormai alle stelle. È l’allarme che lancia l’Unione Nazionale dei Consumatori, che segnala:
A ottobre, mentre l’inflazione mensile scendeva dello 0,3%, i Prodotti alimentari e delle bevande analcoliche salivano dello 0,2%. Su base annua, poi, il rialzo è stato del 2,7%, che tradotto in soldoni significa che per mangiare e bere una coppia con 2 figli paga su base annua ben 250 euro in più, una coppia con 1 figlio 219 euro, 173 per una famiglia media.

Gli aumenti dei prezzi alimentari
Di seguito, tutti gli aumenti annui segnalati dall’Unc:
| N | Prodotto | Rincari annui di ottobre (%) |
|---|---|---|
| 1 | Cacao e cioccolato in polvere | 21,8 |
| 2 | Caffè | 21,1 |
| 3 | Cioccolato | 10,2 |
| 4 | Bevande analcoliche | 8,7 |
| 5 | Carne bovina | 7,9 |
| 6 | Altri preparati a base di carne | 7,8 |
| 7 | Uova | 7,2 |
| 8 | Formaggi e latticini | 6,8 |
| 9 | Burro | 6,7 |
| 10 | Frutta secca e noci | 6,0 |
| 11 | Frattaglie | 5,8 |
| 12 | Carne ovina e caprina | 5,3 |
| 13 | Pollame | 5,3 |
| 14 | Latte conservato | 5,0 |
| 15 | Gelati | 5,0 |
| 16 | Riso | 4,6 |
| 17 | Carne suina | 4,5 |
| 18 | Altre carni | 4,4 |
| 19 | Conserve di frutta e prodotti a base di frutta | 4,4 |
| 20 | Pesce fresco o refrigerato | 4,0 |
Assoutenti: “Una famiglia su 3 taglia acquisti alimentari”
I maxi rincari nel settore alimentare non solo impoveriscono le famiglie, ma portano a profonde modifiche nelle abitudini degli italiani, al punto che una famiglia su tre è stata costretta nell’ultimo anno a tagliare la spesa per cibi e bevande. Lo afferma Assoutenti, commentando il report dell’Istat secondo cui da ottobre 2021 a ottobre 2025 i beni alimentari hanno registrato aumenti di prezzo del 24,9%. Denuncia il presidente Gabriele Melluso:
La costante crescita dei listini al dettaglio nel comparto alimentare ha portato ad una situazione paradossale: le famiglie italiane spendono sempre di più per un carrello sempre più vuoto. A confermarlo sono gli stessi dati Istat: da ottobre 2021 ad oggi le vendite alimentari nel nostro Paese sono crollate in volume del -8,8%, ma nello stesso periodo i prezzi di cibi e bevande sono saliti di quasi il 25%