Caro-Natale tra spesa e voli, 800mila si sono indebitati per fare i regali

Il caro Natale spinge sempre più famiglie a ricorrere a prestiti, pagamenti dilazionati e acquisti anticipati per gestire le spese festive

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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Le festività natalizie si avvicinano inesorabili, come ogni anno. Da quando si tolgono gli addobbi di Halloween, in un battito di ciglia ci si ritrova circondati da alberi di Natale, palline e lucine colorate. Ogni anno ci si domanda quindi cosa fare a Natale, che tipo di pranzo e cena organizzare, quali regali comprare. Il tutto dietro a una domanda implicita e che non sente aria e spirito natalizio: ma con quale budget?

Circa il 10% dei 6 milioni di italiani che hanno già comprato i regali di Natale ha fatto ricorso a un prestito. Il problema del budget c’era e l’hanno risolto indebitandosi. Dopotutto, come spiegano gli esperti di Facile.it che hanno insieme a mUp Research condotto l’analisi, tra regali, addobbi, cenoni e festeggiamenti il Natale è un periodo di spese straordinarie che, se non gestite correttamente, possono mettere molto in difficoltà le famiglie. C’è chi spalma i costi durante più mensilità, anticipando la spesa alimentare e non di uno o due mesi, e chi invece acquista ora per pagare dopo. Infine c’è chi chiede un prestito per i regali o per andare in vacanza. Sono comunque ancora molti gli italiani che aspettano l’arrivo della 13esima per affrontare i costi del Natale, ma nel tempo le abitudini di acquisto, soprattutto quelle “anticipate”, sono cambiate proprio perché è diminuito il potere d’acquisto delle famiglie.

Italiani indebitati per Natale: il 10% ha chiesto un prestito

Facile.it ha commissionato a mUp Research un’indagine sulle abitudini dei consumatori alle prese con gli acquisti natalizi. I dati fotografano un periodo di difficile gestione economica familiare. Non è ancora arrivato dicembre, e sono appena poco più di 6 milioni gli italiani che hanno già comprato i regali di Natale. Tra questi il 10% ha fatto ricorso a un prestito.

Dei 6 milioni di italiani, circa 3 milioni hanno scelto l’acquisto con il contante (47%), mentre il 20% ha dichiarato di aver utilizzato un’app di pagamento digitale. Cresce l’utilizzo della formula buy now pay later (7,7%) con la quale gli italiani hanno acquistato uno o più prodotti, dilazionando il pagamento del carrello in tre o quattro rate senza interessi.

Infine, il 12% (circa 800mila persone) ha scelto di ricorrere al credito al consumo attraverso una forma di finanziamento o prestito personale per acquistare regali e vacanze natalizie o per affrontare più in generale le spese del periodo festivo.

Potremmo dire che abbiamo sviluppato abitudini che ci portano a spendere più di quanto possiamo permetterci, come fanno notare alcuni commentatori, o che, semplicemente, non riusciamo ad ammettere che non possiamo più permetterci quello che avevamo in passato.

Abitudini di acquisto: il Natale costa sempre di più

Il caro-Natale si declina in molti modi: dai voli per il rientro a casa dei molti lavoratori e studenti fuori sede, al carrello della spesa che vede l’inflazione sui beni alimentari continuare a crescere, fino all’aumento dei costi per i regali.

Non sono ancora stati resi noti i dati dell’aumento dei prezzi alimentari relativi al periodo natalizio, ma basta tornare indietro di un mese per notare come i dati di ottobre certifichino un’inflazione generale in rallentamento, ma un’inflazione alimentare in aumento. Tra gli alimenti più costosi spiccano:

  • il caffè (+20,6%);
  • il cioccolato (+10,1%);
  • la carne, i formaggi e le bevande analcoliche (+8,2%);
  • le uova (+7,4%);
  • il burro (+6,6%);
  • la frutta secca (+5,9%).

Così cambiano anche le abitudini d’acquisto. Da una parte c’è chi continua ad aspettare l’ultimo momento o quasi per fare la spesa e acquistare i regali, perché attende l’arrivo dello stipendio, della 13esima o del bonus a cui ha accesso; dall’altra parte c’è chi cerca di anticipare le spese, iniziando ad accumulare beni alimentari o regali già da ottobre e novembre. Infine c’è chi, come hanno mostrato i dati di Facile.it, decide di acquistare oggi, ma attraverso un prestito che continuerà a pagare nei mesi successivi.

Il Natale in famiglia: tra tradizione e necessità

Si parla di “trend” di ritorno a casa per il periodo di Natale. Una bella tradizione familiare, quella di passare insieme le festività natalizie. Che poi è un altro modo per dire che chi è single o vive in città più costose per lavoro o studio difficilmente riuscirebbe a sostenere le spese di Natale in autonomia. Il periodo di Natale nella casa materna e paterna è in qualche modo un sospiro di sollievo per le finanze personali. Con la scusa di incontrare nonni e zii, si risparmia sulla spesa, le bollette e perché no, sui regali.

Non è però così scontato dire che chi torna a casa per Natale risparmia. Bisogna prima di tutto capire se riesce a tornare a casa. Il caro-voli o treni, ma anche benzina e altri mezzi di spostamento, cresce durante le festività o si fa maggiormente sentire per via dell’aumento delle spese del periodo.

Il Natale in famiglia si può passare se si riesce a tornare a casa e ogni anno sono migliaia gli studenti e i lavoratori fuori sede che devono scegliere se spendere cifre molto alte per poter rivedere i propri cari o se rinunciare a questa spesa e magari restare da soli in casa durante le festività.

Le denunce sul caro-voli di Natale sono già iniziate e segnalano aumenti vertiginosi. Due esempi:

  • la rotta Torino-Catania supera i 200 euro;
  • voli da Milano a Perugia superano i 100 euro.

L’alternativa è il caro-treni oppure ore di macchina, mezzo con il quale si devono sostenere comunque costi elevati come carburanti e caselli autostradali. Da una parte c’è chi torna a casa per risparmiare, riuscendo in qualche modo a mantenere le tradizioni di famiglia intatte e chi invece non riesce neanche ad acquistare il biglietto. Altro che trend: non c’è nessuna moda, ma solo una crisi strisciante.