Ponte sullo Stretto, l’allerta dell’Anac: “Rischio aumento dei costi”

Anac avverte del possibile aumento dei costi per il Ponte sullo Stretto e chiede più trasparenza sul progetto: la società costruttrice assicura che non sarà un'opera incompiuta.

Foto di Riccardo Castrichini

Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Il percorso che porta alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina continua a essere pieno di ostacoli e incertezze. L’ultima, in ordine di tempo, è stata presentata dal presidente Anac Giuseppe Busia che, in audizione alla Camera per il decreto Infrastrutture che elimina il termine del 31 luglio 2024 per la presentazione del progetto esecutivo del Ponte, ha palesato le sue preoccupazione nei confronti del potenziale aumento dei costi per la realizzazione dell’opera. A rassicurare Busia è arrivata però la risposta di Pietro Ciucci, ad della Stretto di Messina Spa, che ha garantito che non si tratterà di un’infrastruttura incompiuta.

Ponte sullo Stretto, le perplessità di Anac sui costi

Il presidente dell’Autorità anti-corruzione (Anac) Giuseppe Busia ha sottolineato nel suo intervento in commissione Ambiente alla Camera (dove è in corso l’analisi al decreto Infrastrutture approvato dal Cdm dello scorso 24 maggio) che l’eliminazione della data per la presentazione del progetto rappresenti un grande limite alla realizzazione del Ponte sullo Stretto.

Per Busia è necessario “un progetto esecutivo completo prima di iniziare i lavori”, con “un termine per poter valutare lo svolgimento dell’opera e governare l’intero processo”. La cancellazione totale di questo termine porterebbe, per Anac, al concreto rischio di approvare singole fasi del progetto senza che siano collegate l’una con l’altra”. Non ci sarebbe dunque al momento “una visione unitaria“.

Il rischio opera incompiuta

L’eliminazione della data di presentazione del progetto del 31 luglio 2024 e l’instaurazione di un piano a fasi costruttive rischia, secondo diversi pareri, di portare a un’opera incompiuta. Ne è convinto Michele Azzola, coordinatore dell’area politiche industriali della Cgil, che parla del Ponte come di una potenziale “cattedrale nel deserto” creata dalla scelta di una procedura “assai anomala” sia per le finanze che per la realizzazione finale dell’opera stessa.

Anche per Busia l’aver tolto il termine per la presentazione del progetto rischia di creare grandi problemi, soprattutto di natura finanziaria, per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. “Non aver svolto una nuova gara sul progetto pone dei vincoli anche di carattere finanziario che esporrebbe al rischio varianti successive”, ha detto il presidente Anac trovando una sponda anche nelle parole della sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, anch’essa presente in audizione alla Camera: “L’assoluta incertezza temporale sulla fase costruttiva porta alla paura dei territori che i cantieri finiscano per rimanere lì come ecomostri incompiuti”.

Anac: “Più trasparenza sui costi”

Il decreto Infrastrutture estende anche di molto il margine di manovra sull’aumento potenziale dei costi in corso d’opera calcolati in base al rapporto tra le tariffe del 2023 e quelle del 2021. L’approvazione degli stessi spetterà, in base al decreto, a soggetti che verranno individuati direttamente dal ministero dei Trasporti.

Tale passaggio ha spinto Busia a chiedere che l’approvazione del piano economico e finanziario del Ponte venga svolta dalla Corte dei Conti, nell’ottica di una maggiore trasparenza.

Ponte sullo Stretto, un insieme di opere

Le risposte ai dubbi palesati da Anac sono arrivate dalle parole dell’ad di Stretto di Messina Spa Pietro Ciucci che ha detto: “Non ci sono dubbi sulla certezza delle fasi costruttive del Ponte né indeterminatezza sui costi, non c’è un rischio di incompiuta, il progetto è assolutamente fattibile ed è stato aggiornato nelle modalità previste per legge”.

Ciucci ha anche sottolineato che con l’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess “sarà approvato anche il Piano economico finanziario che accerterà l’esistenza della copertura per l’intero fabbisogno dell’opera, proprio per evitare rischi di incompiuta, che nella maggior parte dei casi discendono da mancanza di fondi in itinere”. Il Ponte, per l’ad, è da considerarsi come “un insieme di opere” con scadenze e finalità differenti.