Dal Governo tagli alle metro di Milano, Roma e Napoli: meno fondi in Manovra

Con i tagli in Manovra, i cantieri delle metropolitane principali rischiano lo stop: meno fondi per Roma, Milano e Napoli mentre crescono le tensioni nella maggioranza

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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La Manovra 2026 del Governo Meloni prevede un taglio alle metropolitane, infrastrutture che muovono ogni giorno milioni di cittadini con un colpo che pesa su Roma, Milano e Napoli.

In queste città i cantieri delle metropolitane rischiano di rallentare o incepparsi del tutto, proprio mentre tali realtà provano a puntare su una mobilità più moderna e sostenibile.

In Manovra tagli alle metropolitane

Ma a rimetterci non solo i grandi progetti ferroviari urbani, ma anche ciclovie, fondi per la mobilità sostenibile, strade strategiche e opere territoriali, dall’autostrada Tirrenica (-80 milioni) alla Cispadana (- 10 milioni) fino alle statali 106 Jonica (-49,9 milioni) e 4 Salaria (-50 milioni).

Secondo le tabelle allegate alla Legge di Bilancio 2026, le sforbiciate al Ministero delle Infrastrutture riguardano oltre 520 milioni di euro in tre anni per garantire una parte delle coperture necessarie alla Manovra. La quota più visibile riguarda proprio le metropolitane:

  • taglio di 50 milioni per la linea C di Roma;
  • taglio di 15 milioni per la linea M4 di Milano;
  • taglio di 15 milioni per l’estensione del trasporto rapido nell’area di Afragola e Napoli;
  • risorse ridotte per nuovi treni.

Polemica politica bipartisan

Un paradosso che accende le proteste bipartisan. A Roma il taglio mette a rischio convenzioni e cantieri già avviati, come quello cruciale di piazza Venezia. Il Campidoglio teme un peggioramento del traffico privato, in una città già allo stremo sul fronte della mobilità urbana. A Milano si teme uno stallo della M4 e un ulteriore ritardo nel collegare la città con il suo aeroporto e i quartieri in trasformazione. A Napoli gli amministratori denunciano l’ennesimo ostacolo alla costruzione di un sistema metro moderno.

La maggioranza, però, si divide. Tajani chiede a Salvini di intervenire. La Lega replica con un’altra versione: non tagli, ma “riprogrammazioni” di risorse, spostate più avanti nel tempo. Riduzioni di fatto, contestano Pd e sindaci, perché le città hanno bisogno oggi di finanziamenti certi per programmare lavori, materiali e servizi.

L’elenco delle rinunce non finisce nei tunnel delle metropolitane: via 2 milioni alle ciclovie urbane e 13 al fondo per la mobilità sostenibile. Una frenata simbolica proprio mentre l’Europa spinge verso il Green Deal. La coperta, come è noto, è corta. Ma meno soldi per opere stradali e interventi ambientali sono scelte in contraddizione con le stesse promesse del Governo sulla transizione energetica e la competitività dei territori.

I rifinanziamenti

Nell’elenco dei tagli c’è anche un definanziamento per 1 milione nel 2026 agli interventi in Lombardia, Veneto, Trento e Bolzano per le Olimpiadi invernali 2026.

A fronte dei tagli, i rifinanziamenti colpiscono per il loro peso ben minore: 500.000 euro per le celebrazioni di San Francesco, altrettanti per la Fondazione Sussidiarietà, fondi per il Gemelli, contributi culturali in arrivo in Parlamento.

Sindaci italiani contro la Manovra

Nel frattempo, anche i sindaci italiani sono in allarme: nonostante alcuni “segnali positivi” contenuti nella Legge di Bilancio 2026, l’Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) ha manifestato le sue preoccupazioni: senza maggiori risorse, i sindaci temono di non poter garantire adeguati standard in servizi essenziali come asili nido, trasporto pubblico locale, casa e sicurezza. Per questo è stato chiesto un incontro urgente con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.