In Italia è febbre criptovalute, ci hanno investito in 1,35 milioni e valgono 2,2 miliardi

Il dato sul mercato è riferito a giugno ed è in crescita di 870 milioni (+64%), rispetto agli 1,35 miliardi di giugno 2023

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 30 Novembre 2024 14:52

Il mercato delle criptovalute in Italia ha un valore di 2,22 miliardi di euro, con 1,35 milioni di italiani che hanno “investito” in criptoasset, spendendo in media 1.600 euro ciascuno.

A fornire questi dati è la Fabi, che ha analizzato il settore, recentemente tornato sotto i riflettori grazie non solo alla crescita del valore di Bitcoin e delle altre criptovalute dopo la vittoria di Donald Trump, ma anche alla proposta del governo di aumentare l’aliquota sulle plusvalenze derivanti dalle criptovalute nella prossima legge di bilancio.

Il mercato in Italia

Secondo i dati del sindacato, riferiti a giugno 2024, il mercato delle criptovalute è cresciuto di 870 milioni di euro (+64%) rispetto a giugno 2023, quando il valore era di 1,35 miliardi.

Nel corso dei 12 mesi precedenti, però, si sono registrati forti aumenti alternati a brusche frenate, con oscillazioni significative nei prezzi. Il valore complessivo delle valute virtuali è passato da 1,35 miliardi di euro a giugno 2023 a 917 milioni a settembre dello stesso anno, per poi risalire a quasi 1,5 miliardi a dicembre. Nel primo trimestre del 2024, il valore ha sfiorato i 2,9 miliardi di euro (+92% in soli tre mesi), per poi ridursi a 2,2 miliardi a giugno 2024, registrando una contrazione del 22,4% rispetto ai tre mesi precedenti.

Oltre il 99% degli investitori è rappresentato da persone fisiche. I millennial, con il 37% dei detentori, possiedono circa il 39% del valore totale investito, mentre le persone tra i 40 e i 60 anni, pur rappresentando il 28% del totale, detengono il 49% dell’importo complessivo.

La Fabi sottolinea che questi dati non coprono l’intero mercato delle criptoattività in Italia. Infatti, solo una parte delle transazioni e dei portafogli di criptovalute passa attraverso prestatori di servizi regolarmente registrati in Italia, il che implica che una quota significativa degli investimenti in criptovalute non è inclusa nelle statistiche ufficiali.

Il valore delle criptovalute

Il mercato globale delle criptovalute ha raggiunto un valore di 3.000 miliardi di dollari a metà novembre, segnando un incremento del 79,2% rispetto a gennaio 2024, quando il valore complessivo di Bitcoin, Ethereum e altre criptovalute era di circa 1.680 miliardi di dollari. A livello percentuale, gli Stati Uniti detengono la quota di mercato più significativa, con il 16,58% a fine settembre, seguiti dall’India con il 9,44% e dal Brasile con l’8,10%.

Tra le migliaia di criptoattività in circolazione, Bitcoin si conferma il leader indiscusso, con una quota di mercato che ha superato il 60%, mentre Ethereum si attesta al 13%. Nonostante questi numeri, la Fabi sottolinea che, se paragonato ai mercati finanziari tradizionali e regolamentati, il mercato delle criptovalute rappresenta volumi marginali. Infatti, la capitalizzazione complessiva dei titoli quotati nelle principali piazze finanziarie mondiali ha raggiunto, a novembre, un totale di 112.000 miliardi di dollari.

Attenzione ai rischi

“Le criptovalute sono senza dubbio una delle frontiere più controverse dell’economia moderna, simbolo di un mondo in continua evoluzione, ma anche di un panorama che si presenta con enormi rischi per i risparmiatori. In caso di perdite o truffe, non esistono strumenti di tutela legale e contrattuale che possano proteggere il cittadino. Non demonizzo mai le innovazioni, ma sottolineo l’urgenza di un’informazione chiara e completa – commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – Le criptovalute non possono essere affrontate con leggerezza o con la speranza di facili guadagni: occorre conoscerne tutti gli aspetti critici, dalla loro estrema volatilità alla mancanza di protezione istituzionale. Le istituzioni e le autorità di vigilanza a rafforzare il quadro normativo per garantire una maggiore sicurezza agli investitori. Allo stesso tempo, serve un maggiore impegno per diffondere l’educazione finanziaria, perché solo con consapevolezza e piena conoscenza possiamo gestire un fenomeno potenzialmente pericoloso in una opportunità. La rivoluzione digitale non deve lasciare nessuno indietro, ma deve essere accompagnata da regole eque e trasparenti”.