Dopo giorni di fibrillazioni e tensioni, che hanno messo a rischio la compattezza della maggioranza, la Legge di Bilancio 2026 ha superato il primo scoglio parlamentare. Venerdì 20 dicembre, la commissione Bilancio del Senato ha approvato il testo, aprendo la strada all’esame in aula a Palazzo Madama di lunedì 22 dicembre 2025. Un traguardo cruciale, perché da questo momento in poi le possibilità di modifiche sostanziali si assottigliano drasticamente.
La Manovra, tuttavia, non è ancora al traguardo finale: parte una corsa contro il tempo per l’approvazione di entrambi i rami del Parlamento entro il 31 dicembre. L’obiettivo è cercare di evitare lo spettro dell’esercizio provvisorio.
La tabella di marcia serrata
Dopo una lunga serie di rinvii, la situazione ora sembra più limpida, seppur con tempi stretti. Secondo il calendario annunciato:
- il testo sarà in Aula al Senato lunedì 22;
- le dichiarazioni di voto saranno nella mattinata di martedì 23.
- l’approvazione alla Camera sarà entro mercoledì 31 dicembre.
Come ha spiegato il vicepremier Antonio Tajani:
Faremo Natale con la Manovra approvata nel Senato, poi si andrà tra Natale e Capodanno ad approvarla alla Camera
Questa corsa rende di fatto impossibile per la Camera apporre modifiche sostanziali, ratificando in fretta e furia un testo sostanzialmente “blindato” dal Senato. Un atto che gli osservatori definiscono “bicameralismo alternato” o “dimezzato”: per velocizzare l’iter, si concentra il lavoro legislativo in una sola Camera, mentre l’altra ratifica subito la legge. Una deriva che si discosta dal bicameralismo perfetto previsto dalla Costituzione, ma diventata quasi routine per le leggi di Bilancio sotto scadenza.
Le ultime novità sulla Legge di Bilancio
Il percorso verso questo primo sì è stato accidentato, specchio delle delicate mediazioni interne alla coalizione di governo. Il nodo più spinoso è stato, come spesso accade, quello delle pensioni. Le pressioni della Lega hanno ottenuto uno stop all’aumento dell’età pensionabile, ma hanno visto sfumare la possibilità di cumulare la pensione anticipata con i fondi complementari.
Una partita che ha rischiato di far saltare il banco durante le lunghe sedute notturne in commissione, ma che alla fine ha trovato una composizione. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha tenuto a precisare che non farà “un passo indietro“, a significare la delicatezza politica degli equilibri raggiunti.
Esercizio provvisorio, un rischio concreto?
La Manovra 2026 si colloca, secondo la Ragioneria Generale dello Stato, tra le più “leggere” dell’ultimo decennio, con un impatto sul Pil stimato inferiore a un punto percentuale. Ma l’ombra che incombe su tutto il processo resta quella dell’esercizio provvisorio.
Operare senza una Legge di Bilancio approvata significa limitare la capacità dello Stato di intervenire su nuove misure, costringendolo alla sola ordinaria amministrazione. Una situazione che bloccherebbe sul nascere nuovi investimenti e le riforme programmate dalla nuova legge finanziaria. Inoltre, l’attivazione dell’esercizio provvisorio potrebbe indebolire la fiducia dei mercati e degli investitori, con possibili ripercussioni negative sui conti pubblici.
Per ora, l’ipotesi è considerata remota, ma il countdown è iniziato. La maggioranza sembra essersi ricompattata dopo le scosse di assestamento, e la macchina parlamentare è messa alla massima velocità. In questa settimana si deciderà quindi se l’Italia chiuderà l’anno con una nuova legge di Bilancio o con un esercizio provvisorio.