Argento sopra i 60 dollari, perché conviene più dell’oro dopo il taglio Fed

La corsa dell’argento segna un cambio di paradigma nei mercati dei metalli preziosi, con afflussi record negli Etf: quali sono le cause

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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Dalla febbre dell’oro alla febbre dell’argento: nel 2025 il mercato dei metalli preziosi ha registrato record inattesi.

Mentre l’oro frena dopo i picchi di ottobre, l’argento accelera e aggiorna primati storici con una decisione che non si vedeva da decenni. Il superamento della soglia dei 60 dollari l’oncia, un livello mai toccato prima, segna un punto di svolta. Nello specifico, l’argento si è portato a 62,88 dollari l’oncia dopo il taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. Poi ha ripiegato leggermente.

Flussi negli Etf: l’argento batte l’oro

A differenza dei ciclici rally speculativi del passato, l’impennata dell’argento sta trovando slancio in un insieme di fattori tecnici, industriali e finanziari: afflussi record negli Etf, la scarsità dell’argento fisico, pressioni sul lato dell’offerta e un mercato dei futures che sta ampliando la base di partecipazione, anche grazie ai contratti a taglio ridotto.

Il primo driver del rally riguarda i flussi in ingresso negli Etf fisici, un segnale particolarmente significativo perché riguarda investitori istituzionali e retail allo stesso tempo. Nel solo ultimo mese lo iShares Silver Trust (Slv) ha attirato 1,5 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto agli 860 milioni confluiti nell’Spdr Gold Shares (Gld).

A livello settimanale il confronto è ancora più netto: Gld registra deflussi per oltre 628 milioni, mentre Slv raccoglie 207 milioni, affiancato dal Sivr di Aberdeen, in crescita di altri 69 milioni.

Bloomberg rileva che in appena una settimana gli Etf hanno accumulato quasi 590 tonnellate di argento, invertendo un trend durato tutto il 2024, quando erano ancora fonte netta di offerta. L’inversione è dunque profonda, non marginale.

A livello relativo, la rivalutazione dell’argento riflette anche la necessità di riequilibrare un differenziale di prezzo che aveva raggiunto livelli estremi: in aprile il gold-silver ratio era schizzato oltre quota 105, valori coerenti con un forte sottovalutazione del metallo bianco. Con il vigoroso rialzo di novembre, il rapporto è tornato sotto soglia 70, in linea con gli standard storici.

Le posizioni speculative al Comex, pur difficili da leggere a causa dell’interruzione delle statistiche della Cftc durante lo shutdown federale, mostrano una dinamica plausibile: ai primi di novembre le posizioni lunghe erano ai minimi da 19 mesi, più che dimezzate rispetto ai massimi di giugno. La successiva riapertura del mercato ha probabilmente indotto un riacquisto di posizioni, alimentando il rally in modo meccanico.

Il mese di novembre ha segnato inoltre un boom di scambi: +52% i volumi medi giornalieri sui metalli preziosi secondo Cme Group. L’argento ha guidato la corsa soprattutto con i Micro Silver Futures, cresciuti del 238% su base annua e arrivati a una media di 75.000 contratti giornalieri. Anche i futures standard hanno registrato un incremento sostanziale (+22%), segnale di una base più ampia e più attiva di investitori.

A cosa serve l’argento

L’argento è un metallo fondamentale, utilizzato in un’ampia gamma di tecnologie: pannelli solari, semiconduttori, smartphone, veicoli elettrici, purificatori d’acqua, radar, componentistica elettronica. Oltre il 60% dell’offerta globale viene assorbito dal comparto industriale.

Secondo il Silver Institute, nel 2024 la domanda industriale ha toccato 680,5 milioni di once (+4%), segnando il quarto record consecutivo. Parallelamente, è il quarto anno di deficit fisico, con consumi superiori a estrazione mineraria e riciclo. L’offerta proveniente dalle miniere soffre infatti un ciclo di investimenti deludente, mentre l’argento non beneficia, al contrario dell’oro, di scorte strategiche statali che possano tamponare la carenza.

L’argento salirà di prezzo nel 2026?

Gli analisti concordano su un elemento: il trend di fondo resta rialzista, ma la volatilità può aumentare. L’argento, storicamente più volatile dell’oro, potrebbe reagire in modo più brusco in caso di prese di profitto sul metallo giallo o di cambiamenti repentini nella politica monetaria Usa. Dal punto di vista tecnico, tuttavia, l’argento si muove in territorio inesplorato, con una forte trazione e un posizionamento crescente.

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