Saranno favoriti “mini contratti di sviluppo” per il settore moda. La novità è inserita nel disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese (Pmi), approvato in sede di Consiglio dei ministri.
Più in generale, la proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è quella di introdurre misure per rafforzare le piccole e medie imprese italiane, ma con un occhio anche alle micro imprese. Da questo punto di vista, l’obiettivo è favorire l’aggregazione, puntare sull’innovazione del sistema produttivo e facilitare l’accesso al credito.
Sostegno al comparto Moda fino a 100 milioni di euro
Il ministro Adolfo Urso si è detto soddisfatto dell’attuazione del ddl per le piccole e medie imprese. Come affermato dal ministro, si tratta di una svolta per la politica industriale del Paese, che vuole valorizzare il ruolo delle piccole e medie imprese come cuore pulsante dell’economia nazionale e dell’identità produttiva del Made in Italy.
Tra questi settori, spicca in particolar modo quello della Moda, che però non sta attraversando un momento positivo. Nel 2024, infatti, la moda italiana è tornata sotto i 100 miliardi di fatturato (-3,5% rispetto all’anno precedente). Già nel primo trimestre 2024 è stato stimato un calo di circa 15 milioni di euro al giorno per le imprese, con una diminuzione della produzione del 4,8% per il settore tessile, del 8,9% per l’abbigliamento e del 14,8% per la pelle.
Tra le proposte del comparto vi era quella di puntare alle micro e piccole imprese, che in Italia rappresentano il 61,5% del totale del settore (49.593 imprese) con 279mila addetti. Da qui l’impegno di destinare al comparto moda fino a 100 milioni di euro per i “mini contratti di sviluppo”.
Mini contratti di sviluppo: come funzionano
Il disegno di legge introduce misure per incentivare quelle che sono definite “forme di aggregazione tra imprese” del settore moda. Proprio per questo scopo, sono destinati alle filiere del comparto moda 100 milioni di euro per i mini contratti di sviluppo, che vogliono sostenere i programmi di investimento di importo non inferiore a 3 milioni di euro e non superiori a 20 milioni.
In generale, bisogna aspettare l’apertura dello sportello per accedere ai mini contratti di sviluppo, presentare la domanda e attendere l’esito delle valutazioni. Non ci sono ancora dettagli sui mini contratti di sviluppo specifici per il settore moda, ma questi solitamente permettono di accedere a un contributo a fondo perduto, con copertura delle spese che variano a seconda della dimensione dell’impresa.
Tra le spese ammesse, a seconda del settore, ci sono macchinari e attrezzature varie, opere murarie, suolo aziendale, brevetti, licenze e molto altro.