La moneta unica dei BRICS fa passi avanti: come finirà l’egemonia del dollaro

Si chiamerà R5 dall'unione delle cinque valute da cui nasce il progetto lanciato al vertice dello scorso anno dei BRICS

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Redazione

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Continua a fare passi avanti il progetto di una moneta unica per i BRICS, acronimo che unisce ben cinque importanti economie emergenti – Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – e che oggi raccoglie altri cinque membri (Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti). Il progetto è nato in occasione del vertice dello scorso anno, con l’intento di favorire gli scambi commerciali fra i Paesi BRICS, ma di fatto sancendo quella che è stata definita la de-dollarizzazione dell’economia globale.

Russia e Iran in prima linea

Russia ed Iran, evidentemente, stanno portando avanti con convinzione questo progetto, a causa delle tensioni geopolitiche in essere con gli Stati Uniti e in opposizione all’area dominata dal dollaro. E ci si aspetta che il progetto venga presentato al vertice annuale dei BRICS di quest’anno, nel mese di ottobre 2024.

“La creazione di una nuova moneta unica nel quadro dell’associazione è ciò su cui stanno lavorando Russia e Iran”, ha affermato di recente l’ambasciatore iraniano in Russia, Kazem Jalali, ricordando che le relazioni commerciali fra i due paesi sono molto intense e che oggi “oltre il 60% del commercio bilaterale avviene in rubli e rial“.

Il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov questa primavera era apparso meno ottimista circa i progressi fatti dal progetto di una valuta unica, che presenta una certa “complessità”. “La sua attuazione, come tutti comprendiamo – ha spiegato Ryabkov – comporta, tra le altre cose, aspetti come la creazione di un unico centro di emissione, la creazione di una Banca Centrale che fissa un tasso di sconto comune, la possibilità delle banche dei Paesi membri di chiedere prestiti alla Banca Centrale”.

Come è nato il progetto

Il progetto di una valuta unica dei BRICS, conosciuta come R5, dalle iniziali delle cinque valute che la compongono (real brasiliano, rublo russo, rupia indiana, renminbi cinese e rand sudafricano), ha preso il via con il vertice dello scorso anno a Johannesburg. In quell’occasione, in concomitanza con l’annuncio dell’allargamento dell’organizzazione dei Paesi emergenti da cinque a dieci membri, il Presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, ha annunciato l’avvio del progetto.

“Questa valuta consentirà maggiori scambi tra paesi come il Brasile e il Sudafrica senza dipendere dalla valuta di un paese terzo”, ha spiegato Lula, di fatto sancendo la fine dell’egemonia internazionale del dollaro.

Come cambierà l’economia mondiale

Con il debutto della valuta dei BRICS e la de-dollarizzazione dell’economia vi sarà uno stravolgimento degli equilibri mondiali, sia per la maggiore spinta al multilateralismo degli scambi, sia per la perdita di forza del biglietto verde dal lato finanziario.

La nuova valuta die BRICS consentirà infatti ai Paesi Emergenti di scambiare merci e servizi e bypassare l’uso dei sistemi di regolamento in uso in Occidente. Ad esempio, sia la Russia che l’Iran, soggetti alle sanzioni internazionali imposte da USA ed UE, sono stati esclusi dal sistema di pagamenti internazionale SWIFT ed hanno quindi lavorato per collegare i loro due sistemi locali (MIR e SHETAB) che oggi colloquiano fra loro.

Inoltre, la perdita di importanza del dollaro avrà impatti importanti sul mercato valutario, che potrebbe risultare più decentrato o in cerca di nuovi equilibri diversi dal dollaro.