Tim prosegue la sua corsa in Borsa, spinta dalle attese sui risultati finanziari e dalle speculazioni su un possibile consolidamento del settore telecomunicazioni in Italia.
Tim ha chiuso in Borsa segnando un vigoroso rialzo del 6,28%, riconquistando quota 0,3 euro. L’attenzione degli investitori è massima. E c’è fermento nell’attesa del 12 febbraio, quando il consiglio di amministrazione approverà il bilancio 2024, ma soprattutto per il 13 febbraio, quando l’amministratore delegato Pietro Labriola presenterà il piano strategico per il triennio 2025-2027.
Indice
Cvc, Iliad e le manovre su Vivendi
Ma oltre ai numeri, il titolo è mosso anche dalle indiscrezioni sul risiko nelle telecomunicazioni. Il fondo di private equity Cvc sarebbe in trattativa con Vivendi per rilevare la quota del 23,75% che il gruppo francese detiene in Tim. Cvc Capital Partners, che ha sede in Lussemburgo, è tra le più grandi società al mondo nel settore. L’operazione si sarebbe tuttavia arenata per quanto riguarda il prezzo: Vivendi chiede un premio rispetto ai valori di Borsa (attorno a 0,41 euro per azione, circa 1,5 miliardi di euro), mentre Cvc mostra un atteggiamento tiepido in merito alla richiesta.
E parallelamente, Iliad fa la sua mossa: il gruppo francese ha affidato a Lazard e Mediobanca il ruolo di advisor ed ha incontrato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il capo di gabinetto di Palazzo Chigi Gaetano Caputi per illustrare il proprio progetto.
L’obiettivo sarebbe acquisire una quota rilevante di Tim per fonderla con Iliad Italia, garantendo la tutela dell’occupazione ed evitando lo spezzatino delle attività.
La posizione del governo
La posizione del governo è articolata. Se da un lato il Mef non sembra particolarmente favorevole all’ingresso di Iliad nel capitale di Tim, dall’altro non ostacola l’ipotesi di Cvc come possibile sostituto di Vivendi. Tuttavia, le trattative tra il fondo e il gruppo francese restano in stallo, il che mantiene aperti diversi scenari per il futuro assetto azionario di Tim.
Quale ruolo per Poste Italiane
Nel frattempo, emergono nuove ipotesi di collaborazione industriale. Tim starebbe valutando la possibilità di nuovi accordi commerciali con Poste Mobile, il cui contratto con Vodafone è in scadenza. Una partnership con Poste Italiane, controllata dal Mef e dalla Cdp, potrebbe generare importanti sinergie con Tim Enterprise, la divisione del gruppo tlc focalizzata sui servizi per aziende e pubblica amministrazione.
Il piano industriale di Tim
Oltre alle possibili operazioni societarie, l’attenzione è puntata sul nuovo piano industriale 2025-2027 che Pietro Labriola presenterà al mercato. Il focus sarà sulla generazione di cassa, un elemento chiave per la sostenibilità finanziaria del gruppo. In questo contesto, sono attese due operazioni cruciali:
- la cessione di Sparkle, la controllata che gestisce i cavi sottomarini, per un valore stimato di 700 milioni di euro;
- l’esito della causa sul canone con il Mef, che potrebbe portare nelle casse di Tim circa 1 miliardo di euro.
Sul fronte finanziario, gli analisti stimano per il 2024:
- ricavi in crescita del 2,9% a 14,46 miliardi di euro;
- Ebitda in aumento dell’8,4% a 4,34 miliardi di euro;
- riduzione del debito a 7,35 miliardi di euro.
L’attesa per il nuovo piano strategico e per eventuali evoluzioni sul fronte del consolidamento manterrà alta la volatilità del titolo nelle prossime settimane.