L’Asia accelera tra resilienza macro e nuove riforme

La Corea del Sud guida la corsa dei mercati. Export tecnologico, politica monetaria espansiva e rinnovate strategie di governance sostengono la regione

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Redazione

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Le prospettive macroeconomiche dell’Asia per il 2026 rimangono solide, nonostante un mix crescita-inflazione atteso in leggero indebolimento. Come evidenziato in un’analisi di Christiaan Tuntono, Senior Economist Asia Pacific di Allianz, l’area continua a mostrare robusta capacità di adattamento a fronte di fattori esterni avversi, in particolare l’inasprimento dei dazi statunitensi. Le esportazioni tecnologiche restano un pilastro fondamentale, mentre i margini per futuri allentamenti monetari sostengono ulteriormente la regione. Molte economie asiatiche hanno raggiunto nuovi accordi commerciali con gli Stati Uniti che, pur mantenendo tariffe elevate, hanno consentito un parziale alleggerimento delle tensioni.

La Cina e la diplomazia commerciale

Pechino si distingue per aver avviato una trattativa più strutturata con Washington, sfruttando la propria posizione dominante nelle forniture di terre rare. Il taglio dei dazi al fentanyl deciso dagli USA e la sospensione temporanea delle sanzioni bilaterali segnano un momento di distensione. Tuttavia, nel documento si sottolinea come i nuovi dazi americani continueranno a esercitare pressioni negative sulle catene del valore asiatiche e sulla domanda estera. In questo contesto, eventuali ulteriori tagli dei tassi da parte della Fed potrebbero offrire spazio alle banche centrali asiatiche per allentare le condizioni monetarie.

Corea del Sud: rally dei listini e forza industriale

Secondo Gabriel Debach (eToro), la Corea del Sud è oggi uno dei mercati più dinamici al mondo. Il 2025 ha certificato un rally storico: il KOSPI avanza del 64%  da inizio anno, il miglior risultato dal 1999, mentre l’ETF EWY registra un +79%. La spinta arriva da due forze: la domanda globale di semiconduttori e infrastrutture AI, e un ciclo riformista che affronta le distorsioni del capitalismo coreano. Titoli come SK Hynix (+210%) e Samsung Electronics (+90%) evidenziano il ruolo strategico di Seoul nella filiera globale dei chip. Il governo, secondo Debach, sta intervenendo sulle asimmetrie di governance, mirando a ridurre lo storico “sconto Corea” e ad attrarre capitali esteri.

Politica, riforme e il “premium Corea”

La politica è diventata un vero catalizzatore dei mercati sudcoreani. Debach ricorda che, nonostante shock istituzionali – dall’impeachment presidenziale ai dazi USA – gli investitori hanno premiato Seoul, con afflussi per oltre 780 milioni di dollari nell’ETF EWY. Il presidente Lee ha lanciato un’agenda che punta al KOSPI 5000, basata su tre pilastri: capitali più trasparenti, governance più rigorosa e maggiore apertura agli investitori internazionali. Le riforme, unite alla centralità industriale nei semiconduttori e nell’AI, stanno trasformando la Corea in un mercato che aspira a uno “status premium”. Una traiettoria non lineare ma, secondo Debach, finalmente condivisa da politica, imprese e investitori.