I listini europei tirano il fiato nell’ultima seduta della settimana, dopo i recenti guadagni alimentati dalle attese per un taglio dei tassi da parte nella Fed nella prossima riunione del 17 settembre. Tra le principali Borse europee trascurata Francoforte, che resta incollata sui livelli della vigilia (-0,02%), in marginale ribasso Londra, che passa di mano con uno -0,15%, e incolore Parigi, che non registra variazioni significative (+0,02%) rispetto alla seduta precedente.
La performance di Piazza Affari
Lieve aumento per la Borsa Milanese, con il FTSE MIB che sale dello 0,32% a 42.566 punti, consolidando la serie di cinque rialzi consecutivi, avviata lunedì scorso; sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share procede a piccoli passi, avanzando a 45.161 punti. In frazionale progresso il FTSE Italia Mid Cap (+0,34%); sulla stessa tendenza, in rialzo il FTSE Italia Star (+0,93%).
Tra i best performers di Milano, in evidenza Banca MPS (+3,50%), Mediobanca (+3,38%), Banco BPM (+2,07%) e Prysmian (+1,72%).
Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Stellantis, che ha terminato le contrattazioni a -1,84%. Sostanzialmente debole Recordati, che registra una flessione dell’1,28%. Si muove sotto la parità DiaSorin, evidenziando un decremento dell’1,20%. Contrazione moderata per Amplifon, che soffre un calo dell’1,04%.
Al Top tra le azioni italiane a media capitalizzazione, Avio (+12,71%), Sesa (+5,59%), Tamburi (+5,26%) e Moltiply Group (+4,68%). Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Cembre, che ha terminato le contrattazioni a -4,20%. Soffre NewPrinces, che evidenzia una perdita del 3,39%. Preda dei venditori Sanlorenzo, con un decremento del 3,24%. Si concentrano le vendite su Ferragamo, che soffre un calo del 3,08%.
Le indicazioni uscite oggi
Sul fronte macroeconomico, in Germania e Francia l’inflazione armonizzata di agosto è stata confermata a +2,1% a/a e a +0,8% a/a, rispettivamente. Nel Regno Unito a luglio la produzione industriale è scesa di -0,9% m/m (contro 0% atteso e +0,7% precedente), con la componente manifatturiera in diminuzione di -1,3% m/m (peggior calo da 1 anno) sulla scia di flessioni diffuse in tutti i settori (guidati da elettronico e farmaceutico).
Dopo l’ennesimo status quo della BCE di ieri, con Christine Lagarde che ha dichiarato che “il processo di disinflazione è terminato” nell’area euro e che la BCE “rimane ben posizionata” contro i rischi, oggi sono arrivate posizioni divergenti da parte dei banchieri centrali sul percorso della politica monetaria. In particolare, il francese Villeroy ha affermato che un’ultima riduzione dei target rate non può essere esclusa, mentre per altri il livello attuale del tasso sui depositi rappresenta il punto di minimo del ciclo espansivo.
Focus sulle banche centrali
Le decisioni delle banche centrali della prossima settimana sono destinate a dare risultati contrastanti. La Fed probabilmente taglierà i tassi di 25 punti base al termine della riunione di due giorni del 17 settembre; i mercati finanziari stanno scontando appieno un taglio di 25 punti base e una probabilità di circa il 10% di un taglio di 50 punti base. La Banca d’Inghilterra (BoE) molto probabilmente manterrà invariato il tasso di interesse di riferimento, al 4,00%, quando annuncerà la sua decisione il 18 settembre; probabilmente manterrà la sua forward guidance per tagli dei tassi “graduali e cauti” e l’attenzione sarà concentrata sulle posizioni all’interno del board, dopo le forti divisioni emerse nell’ultimo meeting.
La Norges Bank si trova ad affrontare un complesso dilemma, poiché l’inflazione in Norvegia è rimasta superiore al 3% per gran parte dell’anno; attualmente i mercati stanno scontando un taglio di 25 punti base nella riunione della prossima settimana, che porterebbe il tasso di riferimento al 4,00%. Il 19 settembre sarà la Banca del Giappone (BoJ) a lasciare probabilmente i tassi fermi, troppo complicato il momento politico ed economico in Giappone per inasprire le condizioni di credito.