Mattinata difficile per la Borsa di Milano che continua la sua traiettoria discendente appesantita dai pessimi risultati delle banche, svantaggiate dai tassi di interesse troppo alti negli Stati Uniti. Dopo un’apertura poco sotto il punto percentuale di calo, le vendite hanno continuato a prevalere tra le contrattazioni fino a far perdere ai listini principali il 4%.
Non solo le banche, però, sono in difficoltà in questa mattinata sui mercati finanziari italiani. Spicca infatti il pessimo avvio di Tim, che arriva a perdere il 9%. Dopo aver venduto la rete a Kkr, le vere dimensioni dell’azienda di telefonia italiana devono essere ancora chiarite.
La Borsa di Milano continua a calare: cosa succede alle banche
Pessima mattinata per la Borsa di Milano il 5 agosto. I listini italiani seguono quelli europei e asiatici in un lungo calo che ha caratterizzato tutti i mercati finanziari fin dalla metà della scorsa settimana. La ragione dietro a questo rallentamento è la paura di una crisi della crescita negli Stati Uniti, preannunciata dai dati deludenti sull’occupazione, che potrebbe portare la Fed a tagliare i tassi di interesse prima del previsto o in maniera più consistente di quanto ci si potesse aspettare, rischiando un aumento dell’inflazione.
Proprio per questa ragione, a tremare maggiormente anche in Italia sono le banche. Nexi e Monte dei Paschi perdono rispettivamente il 5,6% e il 4,4%, ma vanno male anche Mediolanum, Fineco e Unicredit con ribassi tutti superiori al 3%. Questo rallentamento ha affossato il principale listino italiano, il Ftse Mib, che ha fatto riscontrare cali fino al 4% durante il corso della mattinata per poi assestarsi tra il 2,8% e il 3%.
Si tratta però del terzo giorno consecutivo di calo per la Borsa italiana. Il problema principale è l’incertezza, che deriva non soltanto dai dati americani sotto le attese. La tensione tra Iran e Israele potrebbe portare ulteriore instabilità in Medio Oriente, la Borsa giapponese è crollata del 12%, le grandi aziende tecnologiche americane si stanno riassestando. Inoltre anche altre società importanti quotate a Milano stanno passando un periodo complesso.
Tim scende ancora in Borsa: chi è in difficoltà
Tra queste società quella di maggior spicco è sicuramente Tim. L’ex monopolista della telefonia italiana sta attraversando un complicato momento di ridimensionamento che ha portato a numerosi cali del valore delle azioni della società in Borsa. L’inizio di giornata del 5 agosto è stato pessimo, con un picco al ribasso del 9% recuperato solo in parte durante il corso della giornata, con una stabilizzazione attorno al 4%.
Le difficoltà di Tim derivano principalmente dalla vendita della rete italiana al fondo americano Kkr. Prima di questa decisione, pur in grande difficoltà economica, Tim era un’azienda imparagonabile per dimensioni ai propri concorrenti nel mercato telefonico italiano. Ora la dirigenza deve trovare un nuovo assetto societario che possa garantire sostenibilità, ma che difficilmente può prescindere da un netto ridimensionamento.
Non solo Tim però, oltre alle banche, appesantisce la Borsa italiana. In difficoltà anche il colosso dei semiconduttori Stmicroelectronics e Sapiem, che perdono il 4,4% e il 4,7% rispettivamente. Allo stesso modo Iveco Group rallenta sensibilmente, oltre il 4%.