Le probabilità di un taglio dei tassi a settembre, il primo per la Federal Reserve statunitense e il secondo (dopo una pausa) per la Banca centrale europea (BCE), erano già alte il mese scorso, prima della tempesta di inizio agosto sui mercati, ma ora non sembra esserci più dubbio. A rafforzare la convinzione del mercato per un abbassamento del costo del denaro sono stati diversi elementi emersi questa settimana, dai dati macroeconomici ai verbali delle ultime riunione di Fed e BCE, ma soprattutto le parole dei banchieri centrali. Il momento clou è stato il discorso del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, al simposio di Jackson Hole.
Cosa ha detto Powell
La frase più importante pronunciata da Powell venerdì alla riunione dei banchieri centrali in Wyoming è stata: “È giunto il momento che la politica (monetaria, ndr) si adegui. La direzione di marcia è chiara e i tempi e il ritmo dei tagli dei tassi dipenderanno dai dati in arrivo, dalle prospettive in evoluzione e dall’equilibrio dei rischi”.
Powell si è detto “sempre più convinto che l’inflazione sia su un percorso sostenibile per tornare al 2 percento” e ha sottolineato che “il raffreddamento delle condizioni del mercato del lavoro è inequivocabile“.
Inoltre, ha sottolineato che “l’attuale livello del nostro tasso di riferimento ci offre ampio margine per rispondere a qualsiasi rischio che potremmo incontrare, incluso il rischio di un ulteriore indebolimento indesiderato delle condizioni del mercato del lavoro”.
I segnali già emersi
Già nei giorni precedenti diversi banchieri centrali statunitensi si erano detti incoraggiati dai dati sull’inflazione e sempre più ansiosi per la salute del mercato del lavoro. La notizia dell’aumento delle richieste di disoccupazione negli Stati Uniti giovedì, dopo la revisione delle buste paga per i 12 mesi precedenti resa nota mercoledì, ha confermato che il mercato del lavoro si sta gradualmente ammorbidendo.
Le dichiarazioni uscite nelle scorse 24 ore precedenti l’intervento di Powell avevano indicato che l’inizio dell’allentamento monetario è imminente. Si erano espressi in questo senso il presidente della Fed di Kansas City Frank Schmid, la presidente della Fed di Boston Susan Collins e il presidente della Fed di Philadelphia Patrick Harker.
L’impostazione della BCE
Negli scorsi giorni sono usciti anche diverse indicazioni importanti anche per Francoforte. I verbali dell’ultima riunione BCE hanno alimentato le aspettative di un nuovo taglio a settembre, considerato dal board il mese più opportuno per la maggiore completezza dei dati. “La riunione di settembre è stata ampiamente considerata un buon momento per rivalutare il livello di restrizione della politica monetaria – si è letto nei verbali – Tale riunione dovrebbe essere affrontata con una mente aperta“.
Inoltre, venerdì mattina Martins Kazaks, presidente della Banca centrale della Lettonia e membro del Consiglio direttivo della BCE, ha dichiarato che la BCE ha forse spazio per altre due riduzioni quest’anno. “Dati i dati che abbiamo al momento, sarei molto aperto a una discussione su un altro taglio dei tassi a settembre”, ha detto in un’intervista.