Effetto dazi sui prezzi di cibo e vestiti in Italia, nuovi aumenti se l’Europa risponde

I possibili dazi imposti dall'Europa agli Stati Uniti provocherebbero aumenti dei prezzi al dettaglio per beni di largo consumo, con conseguenze pesanti sui consumatori

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Andrea Celesti

Giornalista economico-sportivo

Giornalista esperto di economia e sport. Laureato in Media, comunicazione digitale e giornalismo, scrive per diverse testate online e cartacee

Pubblicato: 9 Febbraio 2025 16:12

Il Codacons esprime forte preoccupazione per le possibili ripercussioni di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, promettendo una serie di rincari che si abbatterebbe sui consumatori italiani nel caso in cui l’Ue decidesse di introdurre contro-dazi in risposta alle misure protezionistiche adottate dagli Usa. Vediamo nel dettaglio le conseguenze.

Contro-dazi Ue: l’impatto sui consumatori

Se l’Unione Europea decidesse di introdurre contro-dazi in risposta alle misure protezionistiche adottate dagli Stati Uniti ci sarebbero dunque conseguenze pesanti per tutti i consumatori italiani. A lanciare l’allarme è il Codacons, che ha espresso grande preoccupazione per una possibile guerra commerciale tra Usa e Ue.

“Tralasciando il settore dell’industria, eventuali dazi imposti dall’Europa sulle importazione dagli Usa provocherebbero aumenti dei prezzi al dettaglio per beni di largo consumo”, avverte il Codacons.

L’Italia intrattiene importanti rapporti commerciali con gli Stati Uniti, importando ogni anno una vasta gamma di prodotti per un valore di circa 25,2 miliardi di euro. Il Codacons ha analizzato nel dettaglio i dati relativi a queste importazioni, evidenziando come diversi settori siano coinvolti in questo interscambio commerciale.

Tra i beni importati dagli Usa, spiccano quelli agricoli, alimentari e le bevande, con un valore che sfiora 1,4 miliardi di euro annui. Un valore che si avvicina a quello sulle importazioni di computer e prodotti elettronici (1,41 miliardi di euro). Particolarmente rilevanti sono anche le importazioni di prodotti e preparati farmaceutici, con una spesa che raggiunge i 4,3 miliardi di euro.

Tra gli altri settori coinvolti nelle importazioni dagli Usa, troviamo:

  • apparecchiature elettriche e per la casa (circa mezzo miliardo di euro);
  • prodotti in carta (quasi 350 milioni di euro);
  • autoveicoli e rimorchi (406 milioni di euro);
  • articoli in pelle e di abbigliamento (270 milioni di euro).

L’analisi di Prometeia sulle conseguenze dei dazi

Nelle settimane scorse, la società di consulenza e ricerca economica Prometeia ha calcolato l’effetto dei dazi di Donald Trump sull’economia italiana, che potrebbero causare un danno tra i 2 e i 9 miliardi di euro. In particolare sono stati ipotizzati due scenari distinti.

L’ipotesi di un aumento dei dazi del 10% sui prodotti già soggetti a tariffe doganali, con esclusione di quelli attualmente esenti, delinea uno scenario che potrebbe avere un impatto significativo su alcuni settori chiave dell’export italiano. Particolarmente vulnerabile a questa misura sarebbe il settore della moda, che, insieme all’agroalimentare, rappresenta uno dei pilastri dell’export italiano.

Il secondo scenario ipotizzato prevede un aumento generalizzato delle tariffe doganali del 10% su tutti i prodotti importati dagli Stati Uniti. A differenza della prima prospettiva, in cui l’impatto era circoscritto a specifici settori già gravati da dazi, questa misura avrebbe ripercussioni più diffuse e profonde sull’intero tessuto produttivo nazionale. In particolare, il settore meccanico, integrato nelle catene globali del valore, sarebbe messo a dura prova dall’aumento dei costi delle materie prime e dei componenti importati dagli Stati Uniti.

Nel 2023, le esportazioni verso gli Usa hanno raggiunto i 66,4 miliardi di euro. Un aumento dei dazi del 10%, come previsto nel primo scenario, comporterebbe un aggravio di circa 4,12 miliardi di dollari. Una cifra che potrebbe salire fino a 7,20 miliardi di dollari in caso di un aumento generalizzato delle tariffe.