Il Governo chiude i primi cento giorni incassando l’elogio dal prestigioso settimanale britannico The Economist che, nel complesso, promuove l’operato dell’esecutivo lanciando però anche qualche alert sul futuro.
The Economist, Meloni promossa
In particolare, tra i successi vengono elencati gli “incontri conviviali sia con Ursula von der Leyen che con Papa Francesco” che – si legge – “sono stati visti in Italia come approvazioni da parte della Commissione europea, guidata dalla signora von der Leyen, e del Vaticano, due organizzazioni che i primi ministri italiani devono sempre tenere dalla loro parte”. Non solo: quale migliore regalo infatti quello arrivato il 16 gennaio in particolare per un governo che vantava una linea dura su legge e ordine” osserva ancora il settimanale britannico con riferimento all’arresto del boss Matteo Messina Denaro latitante da oltre 30 anni.
Ecco perchè
Contrariamente poi a quanto si immaginava, buone notizie sono arrivate anche sul fronte dello spread che è addirittura ridotto, scendendo da 2,33 punti percentuali a 1,8. Risultato figlio anche dell’atteggiamento particolarmente prudente che ha caratterizzato i primi 100 giorni dell’esecutivo. Popolarità confermata anche dai numeri in crescita per Fratelli d’Italia passato dal 26% dei consensi registrati alle ultime elezioni politiche di settembre, al quasi 30% di oggi. Mentre – tra l’altro – prosegue la discesa libera del Pd che ha perso per strada un ulteriore 3% (dal 19% ad un decisamente risicato 16%).
Ma “nubi scure all’orizzonte”
Tutto facile per Meloni, dunque? Ovviamente no avverte The Economist parlando di “nubi scure all’orizzonte”.
La prima potrebbe arrivare dal Recovery fund. “Resta da dimostrare che tutte e 55 le scadenze e gli obiettivi fissati dalla commissione per l’ultima tranche siano stati effettivamente rispettati. E l’erogazione da parte dell’Italia di quanto già ricevuto è in forte ritardo”, fa notare il settimanale.
Dopo di che, sempre secondo l’analisi dell’Economist, l’esecutivo potrebbe poi risentire del piano della Bce di aumentare i tassi di interesse riducendo al contempo il suo programma di acquisto di obbligazioni. “Una politica che la Meloni e i suoi ministri hanno ripetutamente deplorato”, si legge nell’articolo che si chiude con un avvertimento: in punta di metafora metereologica: “La Meloni si è finora dimostrata un’abile skipper. Ma anche i migliori possono trovarsi in balia delle intemperie”.