Export Italia in calo del -0,5% a luglio, ma su base annua +6,8%: i settori più e meno forti

Le esportazioni dell'Italia crescono in quasi tutti i settori con l'eccezione di mezzi di trasporto e pelletteria. Crescono gli scambi con tutti i partner commerciali, con una sola eccezione

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 16 Settembre 2024 15:13

L’export dell’Italia a luglio 2024 segna un lieve calo su base mensile (-0,5%) mentre il dato, riferito alla base annua, mostra una crescita del +6,8% in valore e del +4,3% in volume. A certificarlo è l’Istat, che mostra come a luglio siano inoltre cresciute le importazioni (+1,1%). E nel trimestre maggio-luglio 2024 l’export è calato del -2,8% e l’import del -0,5%, rispetto al trimestre precedente. Nello stesso periodo, la diminuzione su base mensile dell’export è più contenuta per l’area Ue (con una media del -0,2%) rispetto a quella dei Paesi extra Ue (-0,7%).

L’andamento dell’export in Italia

La crescita su base annua riguarda quasi tutti i settori produttivi con l’eccezione dei mezzi di trasporto e pelletteria. E riguarda anche tutti i maggiori partner commerciali dell’Italia, con l’esclusione dell’Austria.

I settori che contribuiscono maggiormente all’aumento dell’export italiano sono: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+21,4%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+15,7%), sostanze e prodotti chimici (+15,3%), macchinari e apparecchi cosiddetti “non classificati altrove” (+5,3%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+7,8%).

Le sole riduzioni su base annua riguardano le esportazioni di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-14,4%), autoveicoli (-7,5%), articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-2,1%).

Il saldo commerciale a luglio 2024 è pari a +6.743 milioni di euro (era +6.109 milioni a luglio 2023). Il deficit energetico si attesta a -4.792 milioni, da -4.849 milioni dell’anno prima. L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici sale da 10.958 milioni di luglio 2023 a 11.535 milioni di luglio 2024.

Questa la top five dei Paesi che apportano i contributi maggiori alla nostra economia:

  1. Spagna (+12,6%);
  2. Paesi Bassi (+18,3%);
  3. Francia (+4,7%);
  4. Belgio (+15,2%);
  5. Asean (Paesi del sud-est asiatico +21,8%).

Contributi all’export

Di seguito la classifica di luglio relativa ai settori produttivi che hanno maggiormente contribuito all’export italiano:

Settore Variazione
Farmaceutica +21,4%
Alimentari +15,7%
Chimica +15,3%
Macchinari +5,3%
Metalli +7,8%
Apparecchi elettrici +13,6%
Altra manifattura +11,5%
Abbigliamento +6,6%
Raffinazione +11,1%
Gomma-plastica +6,2%
Mobili +5,9%
Tessili +4,6%
Elettronica +2,3%
Prodotti minerali non met +1,3%
Pelletteria -2,1%
Autoveicoli -7,5%
Altri mezzi trasporto -14,4%

Contributi all’import

Di seguito la classifica di luglio relativa ai settori produttivi che hanno maggiormente contribuito all’import italiano:

Settore Variazione
Chimica +15,9%
Farmaceutica +24,6%
Alimentari +16,2%
Metalli +6,6%
Agricoltura +11,1%
Altri mezzi trasporto +8,4%
Raffinazione +11,3%
Petrolio greggio +5,2%
Gomma-plastica +9,3%
Carta-stampa +16,1%
Elettronica +3,3%
Altra manifattura +6,9%
Autoveicoli +2,0%
Macchinari +0,3%
Pelletteria -3,5%
Apparecchi elettrici -2,7%
Gas naturale -6,5%
Abbigliamento -7,2%

A luglio i prezzi all’import tornano a crescere su base mensile, dopo l’interruzione di giugno, e mostrano un’accelerazione della crescita tendenziale. Il dato è spiegabile principalmente in relazione ai rialzi dei prezzi dei prodotti energetici nell’area non euro, soprattutto petrolio ed energia elettrica.

Settori in crisi

I numeri, si sa, vanno interpretati. E al fine di avere un quadro chiaro della situazione economica, i numeri dell’export italiano di luglio vanno messi in relazione con altri dati, sempre certificati dall’Istat, dai quali emerge in particolare la sofferenza di due pilastri dell’economia italiana: quelli della produzione industriale relativamente al settore auto su base annua (-35%) e quelli dell’andamento del settore tessile-abbigliamento (-18%).

Nella moda, in particolare, Confartigianato certifica la perdita di 1,8 miliardi di euro nei primi 6 mesi del 2024. Le aziende, soprattutto quelle del Nord e del Centro-Nord, hanno visto crollare di 9,7 milioni di euro al giorno i ricavi delle vendite all’estero.