Decontribuzione Sud 2024, proroga di 6 mesi con l’ok Ue: cosa comporta per l’Italia

Accolta l'istanza italiana: la scadenza di Decontribuzione Sud viene prorogata dall'Ue al 31 dicembre 2024. Si tratta di uno sgravio contributivo al 30% per le aziende del Mezzogiorno

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Decontribuzione Sud verso la proroga di 6 mesi: la nuova scadenza è fissata al 31 dicembre 2024. Il governo ha incassato l’ok della Commissione europea. Nella giornata di martedì 25 giugno il ministro per gli Affari europei, la Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, ha incontrato a Bruxelles Margrethe Vestager, la vice presidente esecutiva della Commissione europea responsabile per la Concorrenza. I due hanno discusso della revisione della misura. Fitto ha infine ringraziato per l’accoglimento dell’istanza italiana.

Cos’è la Decontribuzione Sud

La misura è un sgravio contributivo per le aziende del Sud Italia. È stato istituito, nell’ambito del Quadro temporaneo Ue degli aiuti di Stato, per contenere gli effetti dell’epidemia da Covid-19 sull’occupazione e per tutelare i livelli occupazionali in aree con gravi situazioni di disagio socioeconomico. Decontribuzione Sud si applica ai datori di lavoro privati con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Sono escluse le imprese dei settori finanziario e agricolo e i datori di lavoro domestico.

La misura prevede l’esonero del 30% della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro delle imprese del Mezzogiorno. La misura sarebbe scaduta il 30 giugno ma, come detto, è giunto l’ok alla proroga.

La Decontribuzione Sud negli anni passati era stata autorizzata da Bruxelles solo per periodi brevi, mai superiori ai 12 mesi. Secondo i piani, Decontribuzione Sud può essere accesa o spenta al bisogno. A partire dal 2026 l’importo dovrebbe calare al 20%, per poi passare al 10% nel biennio 2028-2029.

Il futuro di Decontribuzione Sud

“Ho discusso con la Vice Presidente Vestager del futuro di questa misura che, alla luce del venir meno del ‘Quadro temporaneo’ dovrà essere modificata e resa più mirata facendo leva su una o più diverse basi giuridiche”, ha dichiarato Fitto al termine del colloquio. “L’obiettivo – ha aggiunto il ministro – è quello di trasformarla, d’intesa con la Commissione europea, in uno strumento più a lungo termine e maggiormente orientato verso gli investimenti”. “Al tempo stesso – ha riferito ancora Fitto – ho ringraziato Vestager per aver accolto, nel rispetto della normativa europea, la richiesta del governo italiano di una modifica della misura e di un’ultima proroga per ulteriori 6 mesi del periodo a cui si applica la ‘decontribuzione’ nella consapevolezza che si tratta in questa fase di una misura molto importante per l’economia e l’occupazione del nostro Mezzogiorno”. “Un risultato importante, frutto di un grande impegno del governo e giunto al termine di un proficuo ed approfondito dialogo con la Commissione europea”, ha concluso Fitto.

Sesta rata del Pnrr

Oltre a Decontribuzione Sud, l’Italia si prepara anche a chiedere la sesta rata del Pnrr come annunciato lunedì 24 dal ministro Fitto al termine del Consiglio dei Ministri. Si tratta di una tranche da 8,5 miliardi per 37 obiettivi. Il governo conta anche di incassare il bonifico della quinta rata del Pnrr relativa ai 52 obiettivi che erano da portare a termine entro la seconda metà del 2023.