L’incertezza economica e finanziaria, acuita dagli effetti della guerra in Ucraina, sta facendo sentire il suo terribile peso a livello globale. L’allarme arriva dall’Institute of International Finance, nel suo ultimo report su “La ricerca della sostenibilità”. La crisi innescata dai tassi di interesse elevati che ha colpito quasi tutti i Paesi del mondo ha spinto il debito planetario su livelli record.
L’Iff esprime preoccupazione perché “il debito pubblico ha raggiunto livelli allarmanti in molti Stati e l’architettura finanziaria globale non è preparata a gestire i rischi associati alle tensioni sui mercati nazionali”. Ecco i numeri (mostruosi) e i perché della crisi.
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Quanto vale il debito globale: cifre record
Stando ai dati, nella prima metà del 2023 il debito mondiale è cresciuto di 10mila i miliardi di dollari, raggiungendo un valore complessivo a dir poco da capogiro: 307mila miliardi. I miliardi di dollari di aumento rispetto a dieci anni fa sono addirittura 100mila. Il saldo residuo delle passività pubbliche e private a livello globale accresce dunque i timori già consistenti delle economie più “in vista” della Terra. Il quadro generale di tassi di interesse schizzati a livelli record (a proposito, conviene il mutuo o l’affitto adesso?), come accennato, ha fatto impennare di conseguenza anche la cifra di indebitamento. In soldoni, è il caso di dirlo: il debito familiare appare in calo nel Primo Mondo sviluppato e ricco, mentre è in crescita nel gruppo dei Paesi emergenti e poveri.
Il rapporto tra debito e Pil globale si attesta ora intorno al 336%, in aumento di 2 punti rispetto al 334% del quarto trimestre del 2022. Gli esperti sottolineato un’inversione di tendenza significativa: dopo sette trimestri (21 mesi) consecutivi di calo, beneficiari del clima post-pandemia, la traiettoria è stata di nuovo in salita nella prima metà del 2023.
La variazione del rapporto debito/Pil è da imputare all’andamento dell’inflazione e il suo valore, secondo l’Iff, supererà il 337% entro il 2024. Con la crisi di prezzi e salari destinata ad acuirsi, come già osservato con la crescita abnorme dei tassi in Europa e Usa. Quest’ultima ha scaricato gran parte del peso del credito bancario sulle spalle di famiglie e imprese.
Quali sono i Paesi più indebitati del mondo
Ci sono ovviamente nazioni che, più di altre, hanno contribuito in maniera decisiva alla corsa dell’indebitamento totale. In cima a questa poco virtuosa classifica troviamo Francia, Stati Uniti, Giappone e Regno Unito, ma anche Cina, India e Brasile. I primi quattro sono responsabili, da soli, di oltre l’80% dell’accumulo di debito nella prima metà del 2023, mentre il secondo gruppo ha evidenziato la crescita più consistente tra i mercati classificati come “emergenti”. In questi casi si è assistito a un aumento marcato di emissioni obbligazionarie in euro per proteggersi dalla concorrenza del dollaro.
Il rapporto dell’Institute of International Finance osserva inoltre come Arabia Saudita, Polonia e Turchia siano stati i principali mutuatari dai mercati internazionali, rivelando una volta in più le loro esigenze di finanziamento estero. Il rapporto debito/Pil si mantiene su livelli superiore al periodo pre-Covid anche in Paesi come Corea del Sud e Thailandia, mentre nei Paesi più sviluppati è calato al valore più basso degli ultimi due decenni. Gli esperti concludono che “nei mercati ricchi il debito dei consumatori è ancora a livelli gestibili e questo potrebbe permettere ancora aumenti alle banche centrali”. Rinnovando i timori di milioni di risparmiatori.