Fino a pochi anni fa, avviare un proprio progetto non era di certo cosa facile. Che fosse la creazione di una startup, il lancio di una nuova impresa o la fondazione di una società, i limiti imposti dalle opzioni di finanziamento a disposizione potevano fermare molti. Anzi, moltissimi. Ai giorni nostri, però, le cose sono assai diverse: merito del crowdfunding, un metodo di finanziamento innovativo che in qualche modo “parte dal basso”. E che, nel XXI secolo, si propone come una validissima alternativa ai prestiti erogati dalle banche, spesso troppo gravosi per via di tassi di interesse fissati verso l’alto.
Con tutte le conseguenze del caso per i risparmi dei piccoli imprenditori. La parola e il significato di crowdfunding nascono in Australia e su tutto il territorio degli Stati Uniti d’America nella seconda metà degli anni novanta, per diffondersi anche in Europa solo pochi anni dopo. Anche l’Italia è stata travolta dal fenomeno, tanto da essere il primo Paese europeo ad aver introdotto, nel 2012, una legislazione dedicata per disciplinare la raccolta di capitale di rischio per le startup.
Nell’ultimo decennio, poi, il crowdfunding ha iniziato ad essere abbracciato dalla massa, anche grazie alla nascita e allo sviluppo di piattaforme specializzate. Trattandosi di un campo tanto ampio, allo stesso modo il suo funzionamento abbraccia diverse tipologie di operazioni. In questa guida cercheremo allora di scoprire insieme cosa significa, che cosa si può finanziare tramite il crowdfunding e quali sono le principali differenze in atto.
Indice
Crowdfunding: cos’è e quando è nato
Come il nome stesso va già a suggerire, dall’unione delle due parole inglesi crowd, folla, e funding, finanziamento, il crowdfunding è una forma di finanziamento assolutamente innovativa che mette a disposizione di tutti la possibilità di raccogliere fondi per usi molteplici attraverso la folla, laddove naturalmente siano consentiti dalla legge di un determinato Paese.
Il significato di crowdfunding è dunque quello letterale di finanziamento collettivo, in cui è possibile richiedere, utilizzando appositi portali o piattaforme online, denaro a supporto di un determinato progetto, che sia di natura economica, sociale, culturale o benefica. Questo modello prevede di conseguenza il coinvolgimento di diversi soggetti che scelgono di investire in una causa, in un progetto o in una idea, fornendo il supporto finanziario necessario affinché diventi realtà.
Questa nuova forma di finanziamento, oggi una delle principali fonti di sostentamento per le startup. D’altronde è noto quanto nelle fasi iniziali sia difficile, per i fondatori di una startup, convincere investitori e fondi di investimento a finanziare un progetto imprenditoriale che non offre garanzie di un ritorno economico certo. Avrete capito da soli che esistono diversi tipi di crowdfunding. Prima di spingere ad analizzarli, è opportuno sottolineare che sono comunque tutti caratterizzati da tre elementi fondamentali. E che fanno un po’ da comune denominatore:
- sfruttare la propria rete sociale per ottenere il capitale necessario senza passare dagli intermediari bancari;
- donazioni generalmente di importi modesti e alla portata di tutti;
- gruppi piuttosto numerosi di investitori che condividono lo stesso interesse o un progetto comune, o che in ogni caso hanno tra le mani un’idea innovativa da lanciare.
A seconda dell’attività e dell’operazione finanziata, potrebbe essere previsto un incentivo economico, come ad esempio un tasso di rendimento o addirittura l’acquisto delle eventuali quote societarie. In altri casi, vi è la consegna fisica di un bene o di un prodotto, oppure la fruizione di un servizio. Ancora, quando non vi è scopo di lucro, i progetti di crowdfunding vanno a sostenere un beneficio immateriale per una persona terza o una intera collettività.
Crowdfunding: come funziona e quali sono le tipologie
Ora che abbiamo compreso l’origine e il significato di crowdfunding, possiamo dedicarci ad esplorarne il funzionamento e le diverse tipologie esistenti. Se vi siete mai chiesti come funziona il crowdfunding, sappiate che il principio di base è molto semplice: un’azienda, un’organizzazione o una persona singola necessita di un determinato supporto economico per realizzare un progetto ben preciso.
Per portare avanti la sua ricerca di fondi, si rivolge così, per l’appunto, ad una piattaforma di crowdfunding, ce ne sono alcune anche in Italia, che consente di pubblicare il progetto e di stabilire un obiettivo di raccolta per fare fundraising. Spesso, caratterizzato da diversi step, o magari identificato da una startup valuation.
Nel caso l’obiettivo venga raggiunto, o addirittura superato, colui che ha avviato la campagna riceverà il denaro, i finanziatori la loro “ricompensa”, e la piattaforma scelta incasserà una commissione. Se invece l’obiettivo non viene centrato nel tempo prefissato, i soldi rimangono sul conto corrente degli investitori e il progetto non viene, purtroppo, finanziato, tranne per alcuni casi eccezionali.
Come già dicevamo, esistono diverse tipologie di crowdfunding, con il loro specifico significato. Quella attualmente più diffusa è il reward-based crowdfunding, inizialmente utilizzata soprattutto per finanziare progetti culturali e artistici, come ad esempio film, videogame, album musicali, libri o fumetti, e che tipicamente prevede una ricompensa non monetaria per i donatori.
Oggi viene molto usata proprio dalle startup non solo per finanziare un prodotto, ma anche per testarlo, verificando la sua accoglienza da parte del pubblico e del mercato più in generale. In questo modo si va ad eliminare il rischio di invenduto. Abbiamo poi il donation-based crowdfunding, vale a dire una campagna di raccolta fondi per progetti no-profit – tipicamente beneficenza o iniziative artistiche e culturali, senza alcuna ricompensa materiale per i sostenitori.
Non solo, è previsto pure il lending-based crowdfunding, spesso identificato come l’evoluzione online del microcredito, e di fatto come una alternativa al prestito bancario per la piccola e media impresa. Non a caso, oltre al rimborso del capitale a scadenza, gli investitori ricevono in cambio un tasso di interesse e possono scegliere tra diversi progetti da finanziare.
A chiudere, non dimentichiamo l’equity-based crowdfunding: in questo caso si tratta di capitale di rischio, ovvero di raccolta di contributi finanziari da parte di startup e PMI in cambio di quote societarie, equity, per l’appunto. Gli investitori hanno la possibilità di contribuire anche con piccole cifre, mentre le imprese sono spinte dai costi contenuti e dall’alta visibilità ottenuta.
Vantaggi e svantaggi del crowdfunding
Per quanto il crowdfunding sia un metodo di finanziamento relativamente semplice, non è né tradizionale né convenzionale, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che ne derivano. Se utilizzato nel modo corretto e con un certo spirito innovativo, può rappresentare un ottimo strumento di marketing. Il motivo è intuibile: interessati ad una attività redditizia e in cui vi è in gioco il loro denaro, gli investitori sceglieranno sicuramente di supportare e pubblicizzare un determinato progetto, seppur non direttamente.
Di contro, non è così immediato riuscire ad ottenere uno spazio su una piattaforma di crowdfunding per far conoscere e in seguito decollare il proprio progetto. Nonostante con questo approccio vengano abbattute tutte le difficoltà legate alla burocrazia e alle questioni legali, per le startup rimangono infatti una crescente concorrenza e il limite di tempo per raccogliere i fondi. In aggiunta, in quanto gli investitori hanno finanziato la maggior parte del progetto, vi potrebbe essere il rischio di non essere così autonomi nelle decisioni critiche come si credeva all’inizio.
Crowdfunding: come fare una campagna di successo
Metabolizzati significato di crowdfunding, e i suoi vantaggi e svantaggi, esistono comunque alcuni consigli utili per portare avanti una campagna di raccolti fondi e renderla un successo. A partire da un obiettivo chiaro e definito e da persone che condividono la stessa visione, così da mettere in piedi una vera e propria squadra unita per realizzare un sogno. Diventa allora fondamentale collaborare con un team laborioso e creativo, che viaggia sulla nostra stessa lunghezza d’onda.
Non solo, dovremmo assicurarci che il nostro prodotto sia unico, tale da poter offrire qualcosa che i concorrenti non hanno e attirare una quantità sempre maggiore di investitori. Assai importanti sono anche le ricerche da condurre nel nostro mercato potenziale di riferimento, per conoscerne le regole e i leder, così come la capacità di sfruttare a nostro vantaggio l’enorme potenziale dei social media, potente strumento per conoscere e connettere le persone.
In quest’ottica, dovremmo condividere la nostra pagina dedicata al crowdfunding e chiedere ai nostri amici e conoscenti di fare lo stesso, aumentandone la visibilità e la possibilità di ricevere fondi. Come abbiamo accennato precedentemente, anche in Italia il crowdfunding ha trovato terreno fertile, spingendo il governo a introdurre una regolamentazione specifica per le startup innovative nel 2012, allargata nel 2017 alle PMI innovative. Il mezzo per portare avanti la propria raccolta fondi, anche qui sullo Stivale, sono le piattaforme dedicate appositamente a questo metodo.
Tra le più conosciute e affidabili, vanno ricordate la celebre Kickstarter, CrowdFundMe, Mamacrowd, 200Crowd, che appartiene a Two Hundred, una società fintech italiana gestore di portali per la raccolta di capitali, WeAreStarting, la più recente Opstart, la tricolore Eppela, che con il modello reward-based ha raccolto in questi anni oltre 28 milioni di euro, e infine Indiegogo, in cui anche se la somma target non è raggiunta entro il periodo di tempo prefissato, il finanziamento va al progetto.