Carta del docente in ritardo: quando sarà disponibile e quanto perderanno gli insegnanti

Il bonus della Carta del Docente 2024/25 è ancora assente, lasciando insegnanti e supplenti senza risposte e preoccupati per il taglio dell'importo previsto

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 4 Ottobre 2024 08:04

Il caos che avvolge la Carta del Docente 2024/2025 sta lasciando gli insegnanti di ruolo e i supplenti annuali con molte più domande che risposte. A un mese dall’inizio dell’anno scolastico, il bonus che dovrebbe supportare l’aggiornamento professionale degli insegnanti non è ancora disponibile. Una situazione che non si era mai vista e che rischia di trasformarsi in un vero e proprio rompicapo burocratico.

Fino allo scorso anno, questo strumento prevedeva un bonus di 500 euro da utilizzare per due anni consecutivi. Tuttavia, quest’anno ci sarà una riduzione dell’importo: le voci parlano di un taglio che potrebbe variare tra i 75 e i 100 euro.

Piattaforma in stallo e la riduzione in agguato

Lo scorso anno, la piattaforma dedicata alla Carta del Docente era stata riattivata a fine settembre, permettendo ai docenti di gestire i propri 500 euro di bonus destinati a libri, corsi di formazione e altro. Ma oggi, tutto tace. E come se non bastasse, si parla di un taglio in arrivo.

Un bel colpo per chi contava su quei soldi per investire nella propria crescita professionale. Questa riduzione, prevista già dal governo Draghi, è stata confermata dalla nuova maggioranza, con l’obiettivo di spostare risorse sul fronte del reclutamento.

Il portale cartadeldocente.istruzione.it non fa altro che alimentare l’incertezza. Se da una parte conferma la possibilità di accedere ai fondi per gli anni scolastici precedenti, dall’altra non fornisce alcuna indicazione su quando il bonus di quest’anno sarà disponibile. È come se l’intero sistema fosse in stand-by, con migliaia di insegnanti che attendono notizie. Anche chi ha ottenuto il diritto al bonus tramite sentenze legali, a oggi, non ha visto un centesimo.

Nonostante il ritardo e la riduzione, la Carta del docente continua a essere considerata un supporto valido e indispensabile per l’aggiornamento professionale. Un sondaggio realizzato dalla testata La Tecnica della Scuola, condotto su oltre 3.000 insegnanti, ha mostrato che l’87,8% dei partecipanti vede la Carta del docente come un aiuto indispensabile per la propria crescita professionale. Nonostante ciò, molti hanno fatto notare che il valore della carta si percepisce soprattutto perché rappresenta un sostegno extra, segnalando allo stesso tempo diversi limiti e l’opportunità di renderla più flessibile, magari consentendo l’uso dei fondi per esigenze più immediate.

Quando sarà disponibile la Carta del docente

Al momento non è stata fornita una data ufficiale per la disponibilità della Carta del docente per l’anno scolastico 2024/25. Secondo le informazioni attuali, gli insegnanti che accedono al portale dedicato trovano solo un avviso che comunica la conclusione dell’iniziativa relativa all’anno precedente, senza però indicare quando sarà disponibile il bonus per il nuovo anno scolastico. Il ritardo nell’attivazione e la mancanza di comunicazione ufficiale stanno generando preoccupazione tra i docenti, ma non è stata ancora fissata una data precisa.

La procedura per attivare il bonus resta invariata: occorre accedere al portale con Spid o Cie, creare un buono elettronico e utilizzarlo presso esercenti o enti di formazione accreditati. Fin qui tutto semplice, se non fosse che l’attivazione del bonus sembra ancora un miraggio. Eppure, il sistema permette comunque di creare voucher elettronici, anche se manca la certezza di quando il bonus sarà accreditato.

Riduzione del bonus: una mossa inevitabile?

L’ipotesi di un taglio della Carta del Docente non è più solo un rumor. Per il 2024/2025, il bonus potrebbe scendere dai soliti 500 euro a 425 euro. Una misura già ventilata l’anno scorso, ma che ora sembra sempre più concreta. Tuttavia, non è escluso che nella prossima Legge di Bilancio si possano trovare risorse per rifinanziare la misura, magari rinviando il taglio al 2025/2026.