Carige, niente risarcimento ai Malacalza: Corte Ue dà ragione alla Bce sugli 880 mln

Gli ex azionisti dell’istituto di credito genovese avevano chiesto 880 milioni di euro di danni. Tutta la vicenda e lo scontro Malacalza-Bce

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Niente risarcimento per la famiglia Malacalza. È questa la decisione presa dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea riguardo alla controversia su Carige, nella sentenza emessa mercoledì 5 giugno. Il tribunale di Lussemburgo ha respinto le richieste di risarcimento per circa 880 milioni di euro avanzate dagli ex azionisti di maggioranza relativa dell’istituto ligure contro la Bce.

La vicenda Carige

Il ricorso si è focalizzato sulle azioni e omissioni della vigilanza della Bce su Carige a partire dal 2014, evidenziando l’amministrazione straordinaria avviata all’inizio del 2019, la quale ha portato la banca, attualmente parte della Bper, a un momento cruciale nella sua storia. Nonostante un investimento complessivo che superava di gran lunga mezzo miliardo di euro, i Malacalza detenevano il 27,5% della banca alla fine del 2018.

I Malacalza, noti imprenditori siderurgici ora impegnati nella realizzazione di grandi magneti superconduttori, fecero il loro ingresso in Carige nel 2015, acquisendo il 10,5% delle azioni dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia. Attraverso acquisti mirati di pacchetti azionari e aumenti di capitale, hanno gradualmente consolidato la propria posizione fino a raggiungere una quota dominante, controllando il 27,5% delle azioni, con investimenti che si avvicinavano ai 500 milioni di euro.

Tuttavia, all’inizio del 2019, la famiglia è stata allontanata dalla gestione a seguito della decisione della Bce di commissariare Carige, dopo anni di conflitti con gli amministratori delegati, inizialmente scelti dalla stessa famiglia, ma poi entrati in contrasto con gli azionisti di riferimento.

La fase di commissariamento è durata solo un anno, grazie all’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), che ha implementato un’operazione di salvataggio da 700 milioni di euro, integrati da ulteriori 200 milioni di euro in bond convertibili. Successivamente, nel corso dell’anno seguente, Carige è stata acquisita dalla Bper, confermando così il suo passaggio a un nuovo capitolo sotto un nuovo ombrello bancario.

Il ribaltone nel 2022 e la richiesta di risarcimento

La vicenda sembrava giunta al termine, ma nell’ottobre del 2022, la Corte Ue ha ribaltato il commissariamento della Bce in risposta a un ricorso presentato da una piccola azionista della banca, che deteneva lo 0,000361% del capitale sociale dell’istituto. Questo evento ha spinto i Malacalza a presentare una richiesta di risarcimento di 880 milioni di euro presso il tribunale del Lussemburgo.

L’azione si basa sull’asserita illegittimità del commissariamento di Banca Carige, che avrebbe portato alla sterilizzazione dei diritti patrimoniali e alla diluizione delle partecipazioni azionarie, causando perdite fino al 98-99% del capitale investito dai piccoli risparmiatori. Queste perdite, sostengono i Malacalza, sarebbero state causate dagli aumenti di capitale avvenuti tra il 2014 e il 2018, fino al momento del commissariamento nel 2019. Il gruppo sottolinea che l’azione risarcitoria è separata da quella di annullamento e può essere presentata anche da coloro che non hanno avanzato la prima o che l’hanno proposta senza successo.

Oltre alla richiesta di risarcimento dopo il colpo di spugna della Corte Ue in merito al commissariamento, il gruppo Malacalza aveva presentato una richiesta di risarcimento di 539,12 milioni di euro a Bper per il danno subito a seguito dell’amministrazione straordinaria di Carige. Malacalza Investimenti aveva ha richiesto la condanna di Carige per il risarcimento del danno presumibilmente subito in seguito alla delibera di aumento di capitale adottata dall’Assemblea straordinaria di Carige il 20 settembre 2019.

Tuttavia, oggi la Corte ha respinto la richiesta di risarcimento presentata dai Malacalza, chiudendo così la vicenda.

Le motivazioni della sentenza

Secondo la Corte di Giustizia, affinché sia stabilita una responsabilità extracontrattuale dell’Unione, è necessario dimostrare che tre condizioni sono soddisfatte simultaneamente: l’illegalità del comportamento attribuibile all’istituzione o ai suoi agenti nell’esercizio delle loro funzioni, l’effettività del danno e l’esistenza di un legame causale tra il comportamento contestato e il danno subito.

Per ottenere una vittoria, la Malacalza Investimenti e Vittorio Malacalza devono dimostrare che la Bce ha violato in modo evidente e grave, abusando del suo potere discrezionale, una norma del diritto dell’Unione che conferisce loro dei diritti. Tuttavia, secondo la sentenza del Tribunale, tale requisito non è stato soddisfatto.

La sentenza prosegue affermando che o le normative pertinenti del diritto dell’Unione non conferiscono alcun diritto agli individui e alle imprese, o la violazione in questione non è sufficientemente qualificata, o gli argomenti presentati dalla Malacalza Investimenti e da Vittorio Malacalza sono inammissibili. Di conseguenza, il Tribunale respinge il ricorso senza esaminare se siano soddisfatte le altre condizioni per stabilire una responsabilità extracontrattuale dell’Unione.

Le ragioni dei Malacalza

Per i Malacalza, la richiesta di risarcimento era motivata dalle “omissioni di interventi doverosi” e dalle “positive condotte pregiudizievoli” relative alla vigilanza su Carige. Secondo il ricorso, la Bce avrebbe esercitato “impropri condizionamenti e ingerenze nei processi di governance della banca, favorendo una gestione autocratica da parte degli amministratori delegati, violando le regole del diritto societario e compromettendo il normale funzionamento dell’organo amministrativo collegiale. Questo avrebbe portato all’attuazione di misure improprie, impedendo una reazione efficace a pratiche gestionali inadeguate e dannose, e causando un indebolimento complessivo della banca”.

Durante la lunga battaglia legale, i Malacalza hanno ottenuto alcuni successi significativi. Ad esempio, nell’autunno del 2022 la Corte Ue ha deciso che la Bce non poteva negare all’ex azionista l’accesso ai documenti dell’amministrazione straordinaria avviata il primo gennaio 2019. Successivamente, con una decisione eclatante, il Tribunale Ue del Lussemburgo ha annullato la decisione della Bce di sottoporre Carige a un’amministrazione straordinaria. Il giudice ha stabilito che la Bce ha commesso un errore di diritto nella determinazione della base giuridica utilizzata per adottare le decisioni impugnate.