A partire dal 2025 le bollette della luce degli italiani potrebbero crescere anche del 18%. I più colpiti da questi aumenti saranno inoltre le persone con maggiori fragilità, come gli over 75, che sono ancora legati al servizio di maggior tutela. I prezzi saliranno per 3,4 milioni di persone, a causa di una serie di fattori.
Principalmente questo aumento dei prezzi è dovuto alle tensioni internazionali. L’accordo di transito del gas russo attraverso l’Ucraina verso l’Europa centrale scade il 31 dicembre e non ci sono prospettive di rinnovo. Questo avrà un effetto inevitabile sui prezzi del metano in Europa, mentre l’autunno rigido ha svuotato le scorte di molti Paesi.
Bollette della luce in crescita nel 2025
I clienti più vulnerabili che hanno scelto di rimanere nel servizio di maggior tutela dell’energia elettrica e quindi di non passare al mercato libero potrebbero veder aumentare l’importo delle proprie bollette in maniera significativa a partire da gennaio 2025. Lo ha spiegato la stessa Arera (l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente).
In totale la spesa aumenterà del 18,2%, o in termini assoluti di 31,28 centesimi di euro per kilowattora. Gli aumenti più significativi sono quelli per i costi di acquisto dell’energia, che arrivano al 16%, a cui si sommano i costi di dispacciamento e la gestione del contatore, entrambi attorno al 2,5%. Calano invece del 2,7% gli oneri generali di sistema.
In tutto la platea colpita da questi aumenti ammonta a 3,4 milioni di persone, tante sono quelle che hanno fatto richiesta di rimanere nel servizio di maggior tutela e quindi non passare al mercato libero dell’energia. Il Governo ha infatti concesso ad alcuni utenti, considerati vulnerabili, di restare fuori dal mercato libero, ammesso che soddisfacessero alcune condizioni. Il gruppo più numeroso è quello degli utenti sopra i 75 anni, ma sono inclusi anche coloro che alimentano con la propria corrente di casa macchinari salva vita.
Perché aumentano le bollette della luce
La ragione alla base di questo aumento è una variazione nel costo della principale materia prima energetica utilizzata in Italia per produrre elettricità: il gas naturale. Il mercato europeo del metano è inquieto perché a partire dal 31 dicembre scadrà il contratto che consente alle aziende estrattive russe di mandare gas in Europa attraverso l’Ucraina. Questo non è un problema direttamente per l’Italia, che ormai ha quasi completamente smesso di importare gas dalla Russia, ma lo è per Paesi come Slovacchia e Austria.
Il mercato del gas risente degli eventi internazionali e quindi anche se il nostro Paese non è direttamente legato a quanto accade in Russia, il metano che compra avrà comunque un prezzo più alto e di conseguenza lo avrà anche l’energia elettrica prodotta bruciandolo nelle centrali termoelettriche.
Inoltre l’autunno del 2024 è stato particolarmente rigido. Dopo due anni di temperature alte, gli ultimi mesi di quest’anno si sono dimostrati più freddi del previsto e questo ha comportato una diminuzione dei livelli delle scorte di gas. Essendo depositi sotterranei, più i serbatoi che conservano il gas sono vuoti più è difficile estrarne il metano e anche questo può essere un fattore nell’aumento dei prezzi.