L’Antitrust indaga su Moby, Sas e Gnv, concorrenza limitata sui traghetti

Moby, Sas e Gnv, tutte controllate da Msc, sono sotto indagine dell'Antitrust per limitazione della concorrenza

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 18 Novembre 2024 15:13

L’Autorità garante per la concorrenza in Italia, comunemente conosciuta come Antitrust, ha avviato un’istruttoria nei confronti di tre grandi aziende del trasporto navale. Si tratta di Moby, Grandi Navi Veloci (Gnv) e Shipping Agencies Services (Sas), tutte società controllate in diversi modi da Msc. L’indagine è stata avviata dopo l’acquisizione del 49% delle quote di Moby da parte di Sas.

I controlli erano cominciati il 13 novembre dopo che il Nucleo speciale antitrust della guardia di finanza aveva effettuato alcune ispezioni nelle sedi delle aziende coinvolte. L’accusa è quella di aver causato alcune restrizioni alla concorrenza del settore dei trasporti marittimi, in particolare dei traghetti, in Italia.

L’indagine dell’antitrust su Moby, Sas e Gnv

Una nota dell’Autorità garante per la concorrenza e del mercato (Agcm) ha comunicato che tre grandi aziende italiane del mondo dei trasporti marittimi sono sotto indagine. Si tratta di Moby, Shipping Agencies Services (Sas) e Grandi Navi Veloci (Gnv). Le indagini sono cominciate il 13 novembre, quando il Nucleo speciale antitrust della guardia di finanza ha effettuato alcune verifiche nelle sedi delle aziende coinvolte.

L’accusa dell’Antitrust è quella di limitazione della concorrenza. Le tre società sono infatti tutte legate alla stessa azienda, Msc, che controlla di fatto una parte importante delle quote di Moby proprio attraverso Sas. Questo avrebbe portato, secondo l’Agcm, a una situazione di concorrenza limitata in particolare per i trasporti verso le isole maggiori, sia merci che passeggeri.

“I mercati interessati, estremamente concentrati, sono quelli del trasporto marittimo di merci e di passeggeri su alcune rotte tra il continente e le isole maggiori dove sono presenti solo Moby e Gnv o al massimo un terzo operatore. Si tratta peraltro di mercati caratterizzati da significative barriere all’entrata” recita la nota dell’Antitrust.

L’operazione Sas-Moby

A far partire l’indagine dell’Antitrust sarebbe stata l’operazione che ha portato all’acquisizione, da parte di Sas, del 49% delle quote di Moby. L’acquisto fu annunciato nel marzo del 2022 ma portato a termine soltanto a settembre del 2023. Moby, anche attraverso un’altra società controllata, Toremar, ha il controllo di buona parte delle tratte tra la Sardegna e i porti di Livorno e Civitavecchia.

Successivamente all’acquisizione delle quote, Msc aveva accettato di versare liquidità nella società e di garantire i prestiti di fronte ai creditori. La questione più delicata era quella della società Tirrenia, che si trovava in amministrazione straordinaria. Questa mossa aveva di fatto evitato il fallimento di Moby e aveva permesso di raggiungere un accordo con il ministero per lo Sviluppo economico proprio su Tirrenia.

Moby aveva infatti acquistato Tirrenia (Compagnia italiana navigazioni) da ministero, ma aveva ancora 180 milioni di euro in rate da pagare. L’accordo con il ministero prevedeva invece il pagamento di metà di questa cifra, 90 milioni di euro, in una sola soluzione. Liquidità che Msc aveva versato nelle casse di Moby per permettere l’operazione.

Il nuovo assetto proprietario di Moby avrebbe però limitato, secondo l’Antitrust, la possibilità di fare concorrenza per il trasporto di merci e passeggeri in particolare verso la Sardegna e la Sicilia dai porti di Genova, Livorno e Civitavecchia.