La tragedia del Natisone, in cui hanno perso la vita tre giovani, ha portato aspre polemiche, con le critiche piovute contro i ritardi dei soccorsi che, inevitabilmente, si sono abbattute sul Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Ma il sindacato Funzione Pubblica della Cgil non ci sta e replica a ogni accusa sottolineando un dato non di poco conto e, di certo, non irrilevante: la situazione di difficoltà dei pompieri, categoria sempre più sotto organico.
Dopo una settimana di ricostruzioni e polemiche, richieste di informazioni da parte del ministro della Protezione civile Nello Musumeci e annunci di inchieste della Procura della Repubblica di Udine, i Vigili del Fuoco hanno deciso di dire la loro e di non restare più in silenzio, per denunciare una situazione sempre più al limite. E tramite i sindacati puntano il dito contro il Governo, che dal suo insediamento nel 2022 ha una pesante colpa che non viene perdonata: non aver pianificato e bandito un concorso pubblico.
Sindacati dei Vigili del Fuoco contro il Governo
“Veramente qualcuno ci crede supereroi?” si chiedono i Vigili del Fuoco tramite la nota del sindacato Funzione Pubblica della Cgil, sottolineando che di eroico c’è ben poco dato il trattamento al quale vengono sottoposti. Infatti le imprese dei Vigili vengono messe in atto con l’impegno di pompieri spesso costretti a lavorare sotto organico, con un sovraccarico a volte inaccettabile.
I dati che riferisce il sindacato, infatti, sono allarmanti, con squadre da 5 che escono in strada per i soccorsi con due persone in meno, portando di fatto a rendere impossibile la copertura del territorio quando necessario. Inoltre i carichi di lavoro sarebbero eccessivi e il ripiego allo straordinario “è ordinario”.
Una situazione che, allo stato attuale, ha un colpevole: il Governo. Secondo il sindacato, infatti, l’esecutivo dall’ottobre 2022 in carica non ha pianificato e bandito un concorso pubblico a Vigile del Fuoco, segnando di fatto la crisi della categoria.
Un ritardo che, di fatto, si può leggere nei numeri elencati dal sindacato: “Il problema principale rimane quello della carenza della dotazione organica: 4000 operativi e 2500 amministrativi (Raggruppamento Temporaneo di Professionisti) in meno. L’età media dei Vigili del Fuoco è troppo avanzata, 47 anni, e la disattenzione dell’Amministrazione su salute e sicurezza è divenuta cronica”.
Quanto guadagnano i Vigili del Fuoco in Italia?
Una situazione davvero complicata. Ma a quanto ammonta lo stipendio dei Vigili del Fuoco in Italia? La retribuzione è fissata dal contratto collettivo per il comparto Soccorso pubblico sottoscritto nel triennio 2019-2021 e che presto sarà oggetto di aumento per effetto del rinnovo per il triennio 2022-2024. Con riferimento alle tabelle stipendiali in vigore dall’1 gennaio 2023, di seguito le retribuzioni per i Vigili del Fuoco, i cui guadagni aumentano all’aumentare delle responsabilità in una carriera strutturata su diversi livelli:
- Allievo Vigile del fuoco: 19.616,05 euro;
- Vigile del fuoco: 19.616,05 euro;
- Vigile del fuoco esperto: 20.164,50 euro;
- Vigile del fuoco esperto (con scatto convenzionale): 20.511,96 euro;
- Vigile del fuoco coordinatore: 21.336,11 euro;
- Vigile del fuoco coordinatore (con scatto convenzionale): 22.251,80 euro;
- Capo squadra: 22.251,80 euro;
- Capo squadra esperto: 22.755,47 euro;
- Capo reparto: 23.030,11 euro;
- Capo reparto esperto (con scatto convenzionale): 23.991,63 euro.
A questi importi va aggiunta l’indennità di rischio:
- Allievo Vigile del fuoco: 467,25 euro;
- Vigile del fuoco: 565,99 euro;
- Vigile del fuoco esperto: 599,78 euro;
- Vigile del fuoco esperto (con scatto convenzionale): 645,69 euro;
- Vigile del fuoco coordinatore: 705,64 euro;
- Vigile del fuoco coordinatore (con scatto convenzionale): 705,64 euro;
- Capo squadra: 778,97 euro;
- Capo squadra esperto: 825,40 euro;
- Capo reparto: 825,40 euro;
- Capo reparto esperto (con scatto convenzionale): 825,40.
Dopo un certo numero di anni di servizio, i Vigili del Fuoco hanno diritto a un’indennità di specificità, in maniera analoga a quanto avviene per chi esercita la professione di infermiere, che aumenta in base all’anzianità:
- dopo 14 anni di servizio, l’indennità mensile varia tra 115,54 e 121,10 euro;
- dopo 22 anni, questa indennità sale tra i 176,06 e i 184,54 euro al mese;
- dopo 28 anni, l’indennità mensile varia tra 219,54 e 230,09 euro.
I volontari hanno invece diritto a un rimborso orario in caso di intervento, che è pari a quanto percepito da un Vigile del Fuoco permanente di pari grado.