Roma, scoppia il caso dei netturbini: 200 certificati annullati

Tra i lavoratori dell'Ama moltissimi risultano inidonei a lavorare a contatto con la spazzatura: è quanto è emerso dai controlli dei vertici

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Crisi infinita a Roma, che si trova a combattere l’ennesima lotta contro la spazzatura, diventati ormai un elemento caratteristico delle strade capitoline tanto quanto i sampietrini. In attesa del maxi piano di assunzioni, che prevede l’inserimento di 655 netturbini, come previsto dall’accordo siglato dal sindaco Roberto Gualtieri con i sindacati, l’azienda dei rifiuti ha usato il pugno duro con i propri dipendenti. Scoprendo un numero impressionante di furbetti.

Certificati di inidoneità al lavoro annullati da Ama a Roma: cosa è successo

I vertici di Ama hanno ordinato un blitz in via Calderon de la Barca per controllare i certificati di inidoneità presentati da centinaia di dipendenti. Scoprendone in un solo giorno 200 ormai scaduti o non corrispondenti alle effettive condizioni di salute dei dipendenti, che sono già tornati in strada dopo anni passati in ufficio.

L’operazione è appena iniziata e, come riporta Repubblica, servirà a risolvere un problema cronico della municipalizzata dell’ambiente. L’azienda conta 7.126 dipendenti. Di questi oltre 1.500 sarebbero risultati non adatti a raccogliere la spazzatura, in un momento o nell’altro della loro carriera, per essere trasferiti negli uffici. I nuovi controlli serviranno a valutare quanti certificati siano ormai obsoleti, destinando nuova manodopera alle operazioni all’esterno.

I certificati di esenzione prevedevano l’impossibilità di trasportare pesi sopra le spalle o di lavorare con entrambi gli arti, o addirittura di lavorare a contatto con la spazzatura. I primi 200 “guariti miracolosamente” saranno mandati nelle portinerie delle rimesse aziendali e faranno le ronde per il controllo dei cassonetti saturi di rifiuti. Non raccoglieranno direttamente i rifiuti, ma libereranno personale destinato a questo tipo di operazione.

Il piano di Roberto Gualtieri a Roma per fare fronte alla nuova emergenza rifiuti

Entro la fine di luglio arriveranno anche 385 netturbini dell’accordo tra il primo cittadino e le sigle sindacali. Il resto dei 655 nuovi dipendenti Ama, vincitori degli ultimi concorsi, scenderà in strada entro dicembre 2022. Ma le forze messe in campo per fare fronte alla nuova emergenza rifiuti della città di Roma – con spazzatura abbandonata ai bordi di ogni strada, dovuta a un’eccessiva produzione di rifiuti dell’ultimo mese e alla mancanza di sbocchi sufficienti per gli scarti da discarica – vanno oltre il piano di assunzioni.

In campo dovrebbero esserci anche nuovi accordi con la discarica di Viterbo e il termovalorizzatore di Acea di San Vittore, che dovrebbe posticipare i lavori di manutenzione in programma per andare incontro alle esigenze della città durante la chiusure del centro di Rida Ambiente di Aprilia. Per ora è certo che una parte della spazzatura sarà trattata dall’impianto Saf di Frosinone e un’altra della Hera, che ha sede in Emilia Romagna.

Nell’agenda del sindaco Roberto Gualtieri c’è anche il potenziamento dell’attuale gestione delle utenze non domestiche, cioè quelle relativi agli esercizi commerciali e industriali. E in particolare quelle relative ai locali della movida, che producono continuamente rifiuti durante gli orari di apertura. Sacchi della spazzatura che devono essere quindi rimossi a più riprese durante la giornata, per liberare zone particolarmente trafficate come Trastevere e Campo de’ Fiori, frequentati tanto dalla gioventù locale quanto dai tanti turisti che con il caldo hanno deciso di fare visita alla Città Eterna.

Roma non è la sola città a fare i conti con l’emergenza cassonetti. L’Europa è ancora lontana dagli obiettivi fissati per il 2030 in materia di riduzione dei rifiuti urbani, come spiegato qui.