Con la crisi di governo non ancora finita del tutto, c’è già chi fa i primi bilanci della difficile situazione del Paese. E, a sorpresa, gli italiani si mostrano particolarmente disinteressati alle dinamiche di potere e ai giochi di palazzo, chiedendo a gran voce risposte concrete alle tante crisi che la Penisola sta affrontando in questo periodo storico. L’ennesima caduta di un esecutivo durante questa legislatura non scuote gli animi, e anzi sembra far arrabbiare i tanti cittadini che attendevano le misure annunciate negli ultimi mesi dal premier Mario Draghi e dai leader della maggioranza. Alcune potrebbero non vedere più la luce.
La metà degli italiani vuole ancora il governo di Mario Draghi
In base ai dati raccolti da Swg, la metà degli italiani vorrebbe che il governo di Mario Draghi rimanesse in carica così com’è. La pensa così l’86% degli elettori del Pd, ma anche il 48% di quelli pentastellati, a dimostrazione di una conflittualità interna ben lontana dall’essersi risolta dopo la scissione di Luigi Di Maio dal partito di Giuseppe Conte. Quasi la metà elettori degli altri due partiti che, pur presenti in Aula, non hanno votato la fiducia al Governo, vorrebbero una continuità. Sono il 46% tra le fila della Lega e il 44% tra quelle di Forza Italia.
Ben il 59% degli italiani ritiene Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle responsabili di questa crisi. I numeri sono simili tra tutti i partiti, ma come è facile intuire scendono proprio tra i pentastellati. Tuttavia un quarto degli elettori gialli, il 25%, addossa la colpa della caduta di Mario Draghi al suo predecessore. Solo il 17% tra tutti i partiti accusa l’attuale premier, e tale percentuale arriva al 49% nel M5s. Tra il 7% e il 17% degli elettori, in base allo schieramento di appartenenza, ritiene colpevoli altri leader o non ha idea di chi siano i veri “burattinai” dietro quello a cui stiamo assistendo in questi giorni dai palazzi del potere.
Come cambiano gli equilibri politici con la crisi di governo
Solo per l’8% degli italiani va formato un nuovo esecutivo. Solo tra i sostenitori di Giorgia Meloni e del suo Fratelli d’Italia si registra una maggioranza relativa, del 44%, di chi vorrebbe le elezioni anticipate. Questo sembra infatti il momento migliore per la formazione di destra per una possibile vittoria alle urne. Il partito è diventato il primo in Italia, secondo le rilevazioni Swg, con il 23,8%.
Al secondo posto c’è invece il Partito Democratico, con il 22,1%. In calo invece i rispettivi alleati. La Lega di Matteo Salvini arriva al minimo storico da molti anni, al 14%, mentre il Movimento 5 Stelle scende all’11,2%. Trend negativo anche per Forza Italia, che continua a perdere punti e arriva al 7,4%. Azione e +Europa si trovano invece al 4,9%. Sinistra Italiana e Verdi sono al 3,8%. Italia Viva al 2,7%. ItalExit avanza al 2,5%, Articolo 1 rimane al 2,3%. Tra i partiti minori si registrano solo leggere variazioni dello 0,1%.
Il Paese reale nel mentre chiede misure contro il caro prezzi
Una precedente rilevazione condotta da Spin Factor sulla piattaforma proprietaria Human ha invece cercato di catturare, oltre i meri numeri elettorali, il sentiment degli italiani riguardo i cambiamenti politici degli ultimi giorni. Mario Draghi ha acquistato maggiore consenso, arrivando a ricevere l’approvazione del 67,91% degli intervistati. Perde punti Giuseppe Conte, che invece si ferma solo al 56,65%, con numeri ben lontani dai tempi in cui “l’avvocato del popolo” era anche tra i presidenti del Consiglio maggiormente apprezzati dagli italiani.
Dal report è emerso un atteggiamento positivo nei confronti del Governo, promosso dal 60,82% degli intervistati. Ma è grazie all’analisi semantica delle conversazioni online che è stato fotografato il vero umore degli italiani. Qualche giorno fa solo lo 0,32% degli elettori parlava di urne anticipate, mostrando una grave discrepanza tra il Paese reale e le discussioni dei leader dei principali partiti politici.
Le parole più usate in relazione alla crisi, su internet, sono state invece “decreto aiuti“, “salario minimo” e “Reddito di cittadinanza“. Provvedimenti di sostegno economico a una popolazione preoccupata per l’inflazione galoppante. Misure che rischiano di saltare con un differente esecutivo, e che invece sono approvate e richieste a gran voce dagli italiani. Mentre in Parlamento iniziano a formarsi nuove alleanze e si cercano i numeri per la prossima maggioranza, insomma, i cittadini non riescono ad arrivare a fine mese e hanno preoccupazioni ben diverse da quelli che all’esterno appaiono solo come futili giochi di potere.