Annullata bocciatura con 6 insufficienze: è polemica

I professori la bocciano per scarso rendimento, ma una sentenza del Tar la salva. La polemica infiamma il mondo politico e culturale

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Una studentessa di prima media di Tivoli ha chiuso l’anno scolastico con 6 insufficienze (in francese, inglese, geografia, matematica, musica e scienze) ed è stata bocciata.

Bocciata con sei insufficienze, il Tar la promuove

I genitori non si sono dati per vinti e si sono rivolti al Tar, riuscendo a far revocare la bocciatura. Alla soddisfazione della ragazzina e dei suoi genitori si contrappone l’amarezza del corpo docente che ha visto ribaltare il proprio giudizio da una sentenza amministrativa.

La sentenza del Tar ha ricevuto fischi e applausi da sia dagli addetti ai lavori che dagli osservatori esterni e non sono mancate le polemiche, anche le più dure. La decisione, in particolare, mette nero su bianco una severa critica al sistema scolastico e al metro di giudizio adottato: “L’alunna, dal primo mese di scuola fino al termine delle lezioni, ha visto incrementare le proprie conoscenze e migliorare i propri voti. […] E la scuola ha anche le sue colpe per non aver messo a disposizione sistemi di ausilio e di supporto per il recupero”.

Fra i primi a esprimersi in merito alla sentenza c’è stato Giuseppe Valditara, giurista e ministro dell’Istruzione e del merito. “La decisione del Tar accentua gli aspetti formali rispetto a quelli sostanziali – ha detto Valditara – e sotto il profilo strettamente formale appare corretta, anche perché non ‘promuove” la studentessa, ma annulla la decisione del consiglio di classe ritenendola non adeguatamente motivata e rimettendo la decisione finale nelle mani della scuola”.

Valditara ha inoltre sostenuto che parte del problema sia di origine culturale: per trovare una soluzione, ritiene il ministro, occorre responsabilizzare i genitori. Genitori che nella scuola moderna sono coinvolti dal corpo docente nella definizione dell’offerta formativa.

La vicenda è servita da input per la politica: il ministro ha annunciato la formazione di un tavolo di lavoro volto a stringere le maglie dei ricorsi per bocciatura. Il mondo della scuola ha già recentemente visto una serie di modifiche sostanziali. La riforma Valditara ha poi introdotto due nuovi tipi di docenti.

6 insufficienze e promossa: le critiche

Sulla sentenza si è espressa anche Paola Frassinetti, sottosegretaria all’istruzione in quota FdI. “Chi deve valutare i nostri ragazzi? I giudici del TAR o i loro professori??? Io credo che i genitori che si rivolgono ai Tribunali per tutelare il profitto dei loro figli, salvo casi eclatanti, commettano un errore…”, scrive Frassinetti sul suo profilo Facebook.

Critiche via Facebook anche da parte del leghista Matteo Salvini: “Bocciata in prima media con sei insufficienze, per scelta unanime dei professori. I genitori non ci stanno, fanno ricorso con gli avvocati e i giudici del Tar sconfessano i prof e promuovono la ragazza. I giudici del Tar… vorrei conoscerli”.
“Scelta sbagliata, – sostiene Salvini – diseducativa, irrispettosa del lavoro degli insegnanti che per un anno hanno seguito la ragazza. La promozione ‘è un diritto’??? Da papà, non penso che così facendo i genitori abbiano aiutato la loro figlia a crescere”.

Bocciata in prima media, salvata dal Tar: una voce a favore

Fra le voci di chi invece appoggia la decisione del Tar c’è quella dello scrittore Christian Raimo, secondo il quale il risultato scolastico è anche figlio della differenza di classe sociale: “Ma è soprattutto una la questione educativa che hanno posto i genitori che hanno fatto il il ricorso: l’impossibilità di recuperare offerta alla loro figlia. Chi può permettersi ripetizioni private riesce magari a compensare le carenze e recuperare le insufficienze, chi non può permettersele resta indietro”. Questo punto non riguarda solo il rendimento scolastico, ma anche il caro libri che va a pesare di più sui nuclei familiari a basso reddito. Lo scrittore sostiene inoltre che le bocciature siano discriminatorie perché vanno per lo più a colpire studenti non italiani.