Le proteste dei trattori sono tornate a farsi sentire in tutta Italia. Gli agricoltori chiedono il rispetto degli accordi raggiunti con il Governo durante il tavolo organizzato presso il ministero dell’Agricoltura quasi un anno fa. Diverse le manifestazioni organizzate in molte regioni, dal Nord al Sud, ma la partecipazione è stata inferiore rispetto al passato.
Tra i temi delle proteste, la protezione dalla concorrenza estera, un “giusto prezzo” per i prodotti del settore, una moratoria sull’indebitamento delle aziende agricole e, più in generale, la dichiarazione dello stato di crisi per le società che si occupano di agricoltura e pesca.
Tornano i trattori in tutta Italia
Diverse organizzazioni indipendenti di agricoltori e pescatori hanno manifestato in molte città italiane. Tra giovedì 30 gennaio e domenica 2 febbraio hanno sfilato nelle piazze decine di mezzi agricoli, per protestare soprattutto contro l’atteggiamento del Governo nei confronti degli accordi presi quasi un anno fa.
Esattamente come allora, a guidare le proteste non sono le associazioni di categoria tradizionali. Al contrario, spesso queste sono finite nel mirino dei manifestanti, accusate di non tutelare a sufficienza gli agricoltori. Sono invece molte le sigle indipendenti che partecipano, dal Coordinamento agricoltori e pescatori italiani (Coapi) che ha manifestato a Viareggio, a Trattori italiani, che ha sfilato nelle piazze di Brescia con 50 mezzi agricoli.
I manifestanti criticano anche il governo, accusato di non aver rispettato gli impegni presi: “L’anno scorso furono presentati dieci punti al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ma dopo più tavoli il ministero non ha esaudito nessuna richiesta” dichiara il Coapi.
Queste manifestazioni dovrebbero essere soltanto i primi passi del ritorno della protesta dei trattori. Il 5 marzo i mezzi agricoli occuperanno piazza del Campidoglio a Roma: “Sarà un appuntamento aperto a tutti, cittadini e amministratori locali. Non vogliamo fare una marcia su Roma, ma spiegare a tutti perché devono schierarsi accanto a noi” hanno dichiarato i rappresentanti degli agricoltori.
Cosa chiedono i movimenti degli agricoltori
Il sistema agricolo italiano soffre di problemi simili a quelli del resto del tessuto produttivo del nostro Paese. Le aziende agricole italiane sono molte ma molto piccole. I dati Istat più recenti, quelli del 7° censimento dell’agricoltura, riportano una dimensione media di poco più di 10 ettari, tra le più basse d’Europa, dove la media è di 17,4 ettari. I dati mostrano una tendenza all’aumento delle dimensioni delle aziende, ma la differenza con il resto del continente rimane molto significativa.
Ad aggiungersi a questo problema cronico di dimensioni delle società, comune a tutti i settori in Italia, c’è il fatto che l’agricoltura italiana è stata per decenni protetta dalla competizione estera dalla Pac, la politica agricola comune dell’Unione europea. Ora però, con accordi come quello con il Mercosur, la situazione sta cambiando. L’Ue si sta aprendo al commercio con l’estero anche per quanto riguarda i prodotti agricoli e questo spaventa molti operatori del settore.
Le richieste dei movimenti dei trattori riflettono questa situazione. Gli agricoltori chiedono:
- una dichiarazione, da parte del governo, di uno stato di crisi per le aziende agricole e per quelle del settore della pesca;
- un “giusto prezzo” per i prodotti agricoli, vale a dire un prezzo minimo a cui la distribuzione dovrebbe acquistare i prodotti italiani, che si rifletterebbe sui costi per i consumatori, aumentandoli;
- il blocco delle importazioni dall’estero, che fanno concorrenza ai prodotti italiani a prezzi più convenienti per i consumatori;
- una moratoria sull’indebitamento delle aziende agricole.