Il Ponte sullo Stretto è strategico per l’Europa? Salvini smentito dai fatti

Direttiva Habitat, appalti e fondi ai trasporti: il Ponte sullo Stretto non è una priorità. Cosa significa davvero la posizione di Bruxelles

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web dal 2005, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

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Matteo Salvini, nel corso dell’ultimo question time alla Camera, ha parlato del Ponte dello Stretto, scatenando non poche polemiche. Il ministro delle Infrastrutture ha risposto a un’interrogazione di Alleanza Verdi Sinistra sul progetto, parlando della bocciatura da parte della Corte dei Conti e sottolineando che si tratta di un’opera che l’intera Ue ci chiede di realizzare.

Il Governo, dunque, andrà avanti con una nuova delibera Cipess, rivedendo tutte le procedure, risolvendo i problemi evidenziati dall’autorità di finanza pubblica. Sono tuttavia le parole sull’Unione Europea ad aver sollevato le più aspre critiche.

Il vicepresidente del Consiglio le ha ribadite anche a margine del vertice bilaterale tra il vicepremier e il commissario europeo Apostolos Tzitzikostas, con cui dopo il Consiglio Trasporti avrebbero parlato a lungo dell’infrastruttura nella giornata del 4 dicembre.

Il ministro, si legge in una nota:

ha appreso con grande soddisfazione che l’orientamento di Bruxelles non è cambiato e c’è totale interesse e determinazione affinché l’opera possa partire quanto prima.

Cosa ha detto Salvini sul Ponte sullo Stretto

Salvini ha spiegato ai deputati che l’intero Esecutivo è al lavoro sui primi rilievi della Corte dei Conti, ribadendo che si tratta di valutazioni di tre tipi e riguardano:

  • le interlocuzioni con la Commissione europea;
  • le procedure amministrative per recuperare tutti i documenti per la delibera Cipess;
  • la procedura scelta per la realizzazione dell’opera.

Nello specifico, le motivazioni della bocciatura sono state rese note negli scorsi giorni e riguardano l’impatto ambientale, le regole sugli appalti e il ruolo dell’Autorità di regolazione dei trasporti.

I giudici, nel loro parere, hanno evidenziato anche aspetti problematici minori (e non determinanti per la decisione finale). Tra questi le modalità di invio della documentazione da parte del Governo e della Società Stretto di Messina Spa alla stessa Corte, avvenuta tramite un link a un archivio digitale non protetto.

Il Governo va avanti con la costruzione dell’opera

La bocciatura della Corte dei Conti non è vincolante: Palazzo Chigi può infatti considerare l’opera come indispensabile per l’interesse pubblico e proseguire con i lavori, attraverso il visto con riserva. Tuttavia il ministro ha sottolineato di essere al lavoro per trovare una soluzione a tutti i problemi evidenziati.

Il nodo più importante riguarda la Valutazione di incidente ambientale, sulla quale Salvini ha ribadito che

tutti gli aspetti richiesti dalla direttiva europea sono debitamente riportati nei formulari e nei documenti trasmessi alla Commissione europea.

Perché il Ponte sullo Stretto viola la normativa europea

Ma facciamo un passo indietro. In che modo il Ponte di Messina viola le due direttive comunitarie?

Le violazioni della direttiva Habitat

La direttiva Habitat tutela le aree Natura 2000 e consente deroghe solo quando non esistono alternative meno impattanti e quando l’opera risponde a motivi di salute o sicurezza pubblica.

Nel caso del Ponte sullo Stretto non è stata provata l’assenza di alternative, le motivazioni del Governo sono di tipo economico (quindi non ammesse) e la documentazione per la deroga carente.

Le violazioni della direttiva Appalti

La direttiva Appalti, invece, vieta di modificare in modo sostanziale un contratto senza una nuova gara. Il vecchio accordo con Eurolink prevedeva il 60% di capitali privati, mentre oggi l’intero costo di 13,5 miliardi ricadrebbe sullo Stato, alterando l’equilibrio economico originario.

Salvini ha sottolineato che non ci sarà un’altra gara – e quindi il progetto, almeno per le procedure, continuerà a essere in aperta violazione delle norme europee.

L’Europa ci chiede di costruire il Ponte di Messina?

Ma l’Ue potrebbe chiudere un occhio su un’opera fortemente voluta a Bruxelles se considerata strategica, o no? Facciamo chiarezza anche su questo punto.

Il Ponte sullo Stretto è stato inserito nel corridoio Scandinavo-Mediterraneo delle Ten-T, le reti transeuropee dei trasporti, nell’aggiornamento approvato da Parlamento e Consiglio Ue nel 2024. In quell’occasione sono state ridefinite le infrastrutture considerate di interesse comune per migliorare la continuità dei collegamenti europei.

Ma questo inserimento non equivale a un obbligo di costruzione né a un via libera ai finanziamenti comunitari.

Nonostante diversi comitati contrari al Ponte sullo Stretto dicano che il Cef-T (il fondo Connecting Europe Facility – Transport per le reti) finanzi solo opere che attraversano più Paesi, il regolamento ammette anche interventi interamente situati nel territorio di uno Stato membro.

La condizione è che servano a collegare aree marginali, insulari o meno integrate alla rete europea, quindi il Ponte rientra appieno in questa definizione.

Tuttavia nella proposta di bilancio 2028-2034 la Commissione ha chiarito che la priorità del nuovo Cef-T saranno i grandi progetti transfrontalieri e i nodi critici tra più Stati membri.

Le tratte nazionali, pur ammissibili, dovranno essere finanziate soprattutto a livello nazionale.

In buona sostanza Bruxelles non reputa il Ponte una propria priorità, né ha mai chiesto all’Italia di realizzarlo. Tuttavia lo riconosce come collegamento potenziale della rete europea. La scelta politica, l’iter ambientale e il reperimento delle risorse restano totalmente in capo all’Italia.