Labubu falsi sequestrati, oltre 10mila pupazzi per oltre mezzo milione di euro

La Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato più di 10mila peluche Labubu contraffatti, con un valore complessivo stimato di oltre 500mila euro

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

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La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Palermo ha portato a termine un’importante operazione contro la contraffazione nel settore dei giocattoli. I militari del Gruppo Pronto Impiego hanno sequestrato oltre 10mila peluche Labubu, di cui 3.000 trovati all’interno di un noto centro commerciale cittadino. L’indagine, durata diversi mesi, ha permesso di individuare una rete di negozi che commercializzava copie contraffatte dei celebri pupazzi creati da un artista di Hong Kong e distribuiti in tutto il mondo dal marchio Pop Mart. I Labubu originali sono diventati un fenomeno internazionale di collezionismo, grazie alla diffusione sui social e alla popolarità tra star della musica e del cinema. Gli esemplari autentici vengono venduti a partire da circa 35 euro fino a diverse migliaia per i modelli più rari o a tiratura limitata.

L’indagine e i controlli nei negozi

Le Fiamme Gialle hanno avviato le verifiche dopo aver notato la diffusione di peluche sospetti nei punti vendita e online. Attraverso un’attività di monitoraggio dei canali di distribuzione e dei social network, sono stati individuati sette esercizi commerciali che esponevano i Labubu falsi a prezzi di poco inferiori rispetto a quelli degli originali. I finanzieri hanno quindi effettuato sopralluoghi mirati, riscontrando anomalie nei packaging, nelle etichette e nei codici identificativi.

In molti casi i prodotti erano imitazioni estremamente fedeli, realizzate con materiali di qualità inferiore ma curate nei dettagli, rendendo difficile per i consumatori distinguere le copie dai modelli autentici. I peluche venivano acquistati tramite canali non ufficiali, spesso senza fattura, e rivenduti come articoli originali.

Il valore economico della merce sequestrata

Secondo le stime fornite dagli investigatori, i 10mila Labubu falsi avrebbero potuto generare oltre 500mila euro di ricavi se immessi sul mercato. Considerando un prezzo medio di vendita di 50 euro a pezzo per i modelli comuni e cifre molto più alte per le edizioni rare, il valore economico complessivo della merce sequestrata potrebbe superare il mezzo milione di euro, con potenziali danni rilevanti per il marchio originale e per l’economia legale.

Tra i prodotti sequestrati figurano anche copie di un modello particolarmente raro, ispirato a un Labubu venduto nel giugno scorso a un’asta di Pechino per 130.000 euro. La presenza di tali articoli falsificati in un punto vendita regolare, all’interno di un centro commerciale, avrebbe potuto facilmente trarre in inganno i clienti, convinti di acquistare pezzi autentici a prezzi vantaggiosi.

I negozi coinvolti e le responsabilità

Il caso più rilevante riguarda un negozio di giocattoli appartenente a una nota catena nazionale, dove i finanzieri hanno scoperto 3mila peluche falsi tra negozio e magazzino. All’interno sono stati trovati cartoni pieni di pupazzi imbustati e scatole per confezioni “blind box”, ossia pacchetti a sorpresa molto popolari tra i collezionisti.

I sette titolari dei negozi ispezionati sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per vendita di prodotti con marchi contraffatti. Le indagini proseguono per accertare la provenienza della merce e l’eventuale coinvolgimento di distributori all’ingrosso o canali esteri. Tutte le ipotesi investigative restano formulate nel rispetto del principio di presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva.