Garante Privacy, si dimette il segretario generale Angelo Fanizza: i motivi

Dimissioni del segretario generale del Garante della Privacy dopo il documento sulle e-mail interne e sulla sicurezza informatica: il caso

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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Si è dimesso il segretario generale del Garante della privacy. Secondo Report e Il Fatto Quotidiano, le dimissioni di Angelo Fanizza sarebbero da iscrivere all’interno della vicenda denunciata dal programma Rai e nel documento pubblicato dal giornale, da cui emerge una richiesta di violazione della privacy da parte del Garante della privacy. Un cortocircuito che starebbe facendo cadere qualche testa. Quella di Fanizza potrebbe essere solo la prima.

Non è chiaro quale sia stato il suo ruolo all’interno della vicenda Report, ma potrebbe essere stato lui a chiedere al dirigente della sicurezza informatica, Cosimo Comella, di violare la privacy dei dipendenti dal marzo 2001 al 2025 per individuare l’informatore o gli informatori che davano le notizie a Report e a Il Fatto Quotidiano.

Chi è l’ex segretario generale del Garante della Privacy

Angelo Fanizza è stato fino al 20 novembre il segretario generale del Garante per la protezione dei dati personali. Ha svolto il suo ruolo dal 29 luglio 2025 e sarebbe dovuto rimanere in carica fino al 29 luglio 2027.

È un magistrato amministrativo e dottore di ricerca in diritto pubblico dell’economia, è stato anche titolare di incarichi di docenza nell’Università di Bari e magistrato presso il Tar del Lazio. La sua nomina era stata voluta all’unanimità dal collegio dell’autorità, composto da Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia e Guido Scorza.

Il motivo delle dimissioni di Angelo Fanizza

Il motivo delle dimissioni non è stato condiviso pubblicamente, né da Fanizza né dal Garante.

In una nota di quest’ultimo si legge solo un ringraziamento per il lavoro svolto. Secondo Il Fatto Quotidiano, le motivazioni delle dimissioni sarebbero all’interno della cornice dell’inchiesta di Report sull’emersione di potenziali conflitti di interesse.

Si tratta delle prime dimissioni da quando è partita l’inchiesta. Diversi politici avevano chiesto un passo indietro dei quattro componenti del collegio direttivo e Fanizza potrebbe essere diventato il capro espiatorio.

Secondo Il Fatto Quotidiano, però, esiste un documento che proverebbe il coinvolgimento di Fanizza in un’operazione non legittima: la richiesta di acquisire tutte le e-mail dei dipendenti del Garante da marzo 2001 al 2025. L’obiettivo sarebbe stato quello di individuare la talpa che passava le informazioni ai giornalisti.

Il documento è stato reso pubblico e ne esce bene Cosimo Comella, dirigente della sicurezza informatica, che nega la possibilità di accedere a questi dati.

Come scrive Il Fatto Quotidiano, che ha riportato anche il .pdf del documento incriminato, è il cortocircuito perfetto, perché l’autorità che dovrebbe difendere la privacy degli italiani chiede di violare quella dei suoi stessi dipendenti.

Cosa c’è nel documento di Fanizza?

Nel documento, con oggetto “adempimenti urgenti”, il segretario generale scriveva a Cosimo Comella che era necessario, per la verifica della sicurezza informatica dell’autorità, consegnare dati relativi a:

  • posta elettronica;
  • accessi VPN;
  • accessi a cartelle condivise;
  • spazi di rete condivisa;
  • sistemi documentali;
  • sistemi di sicurezza;
  • verifica della sottoscrittura log su tutti i sistemi.

Comella gli rispondeva che una simile richiesta sarebbe stata una violazione del diritto costituzionale alla segretezza della corrispondenza e delle norme sulla protezione dei dati.

Ricordava, inoltre, che il Garante stesso aveva sanzionato decine di aziende per aver fatto esattamente ciò che ora il segretario chiedeva di fare ai suoi tecnici, cioè accedere alle e-mail dei lavoratori senza base giuridica e senza l’autorità giudiziaria: un’azione illegale.

La data riportata nel carteggio è il 5 novembre 2025. Nella stessa serata, il collegio del Garante diramava una nota nella quale sosteneva di essere estraneo all’iniziativa del segretario generale.

I lavoratori dichiaravano però che non sarebbe andata così e che lo stesso collegio avrebbe confermato di esserne a conoscenza durante l’assemblea, poi culminata con la richiesta di dimissioni di tutti e quattro i garanti.