Elementari, ritornano ottimo e insufficiente in pagella: la proposta del governo

La proposta del governo mette in luce le difficoltà riscontrate nei cosiddetti giudizi descrittivi, preferendo un ritorno ai vecchi voti. Si valuta anche il ritorno del "gravemente insufficiente"

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 22 Febbraio 2024 07:51

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato importanti novità riguardanti le pagelle dei bambini delle scuole elementari a partire dal prossimo anno scolastico. Si tratta di un’iniziativa per rendere più comprensibili e trasparenti i criteri di valutazione.

Il ritorno a “bravo” e “insufficiente”

L’emendamento al disegno di legge sulla revisione del voto in condotta nelle scuole, attualmente in discussione presso la Settima commissione del Senato, prevede un ritorno alle formule di valutazione più tradizionali. Secondo il Ministro Valditara, l’obiettivo non è di tornare indietro nel tempo, ma piuttosto di adottare un giudizio sintetico più chiaro e comprensibile per tutti gli attori coinvolti nel processo educativo: genitori, studenti e docenti.

L’attuale sistema, introdotto solo tre anni fa, ha incontrato delle critiche soprattutto per la complessità dei giudizi correlati al livello di apprendimento raggiunto dai bambini. Concetti come “in via di prima acquisizione” sono risultati poco chiari e di difficile interpretazione per molti.

La proposta di Valditara prevede una scala di valutazione più tradizionale fatta di quelli che vengono chiamati “giudizi sintetici”, suddivisa in gradazioni come insufficiente, sufficiente, discreto, buono e ottimo, presenti nelle pagelle fin dagli anni ‘70. Ha anche affermato: “Abbiamo deciso di tornare, dal prossimo anno scolastico, a formule comprensibili al posto di quelle astruse introdotte di recente. Come fa un genitore o un bambino a capire che in via di prima acquisizione vuol dire insufficiente? È una questione di chiarezza”. Si sta anche valutando l’aggiunta di un ulteriore giudizio, quello di “gravemente insufficiente”, per meglio riflettere il livello di prestazione degli studenti.

Solo tre anni fa i voti erano invece stati sostituiti dalle lettere e da nuovi livelli come in via di apprendimento, base, intermedio, avanzato.

Oltre alle modifiche riguardanti le pagelle, il disegno di legge prevede anche l’adozione di voti in decimi nelle scuole medie e superiori nel primo e nel secondo quadrimestre. Questo eviterà situazioni in cui i voti vengono omessi nel primo quadrimestre, come accade in alcune scuole.

Il Ministro Valditara si è anche soffermato sull’importanza di investimenti significativi per contrastare l’abbandono scolastico e creare opportunità di successo formativo per tutti gli studenti. Ha inoltre enfatizzato la necessità di una scuola innovativa, capace di adottare nuove forme di didattica e inclusione per garantire un futuro migliore agli studenti e al territorio.

Questa riforma rappresenta un passo avanti verso una valutazione più trasparente e comprensibile, che mette al centro il benessere e il successo degli studenti.

Come funziona la valutazione scolastica dal 2020

L’Ordinanza Ministeriale 172 del 2020 ha rivoluzionato il modo in cui veniva valutato il progresso degli studenti nella scuola primaria. Questa normativa aveva introdotto giudizi descrittivi che riflettono quattro diversi livelli di apprendimento: in via di acquisizione, base, intermedio e avanzato. In pratica, anziché attribuire semplici voti nelle varie materie, gli insegnanti comunicano il grado di comprensione o abilità degli studenti in specifici compiti, come la lettura, la matematica o la storia.

Per attuare questa novità, le scuole hanno dovuto operare delle profonde modifiche tecniche ai sistemi di valutazione utilizzati negli ultimi trent’anni, quindi sono state spese anche delle risorse. Si è trattato di un lavoro estremamente impegnativo, che ha richiesto la collaborazione e l’impegno di tutti gli attori coinvolti nel processo educativo.