Ponti, problemi per il colosso dell’aceto da 120 milioni: arrestato per spaccio l’erede Antonio

L'erede della storica azienda è accusato di detenzione a fini di spaccio di droga: l'arresto che minaccia di aver ripercussioni a livello di reputazione

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Guai per l’imprenditore Antonio Ponti, discendente della storica famiglia dell’aceto di Ghemme in provincia di Novara, finito ai domiciliari con l’accusa di detenzione a fini di spaccio di droga. Il 51enne, che è una figura esterna alla società di famiglia Ponti, è stato fermato il 23 aprile 2023 nel corso di un controllo di routine della polizia che però, stando alle accuse, avrebbe trovato nella sua auto e in casa diverse sostanze stupefacenti che hanno portato all’arresto.

Le grosse quantità rinvenute nella sua casa di Milano hanno portato le forze dell’ordine a ipotizzare l’accusa di spaccio contro la quale Ponti si è sempre difeso dichiarandosi innocente, ribadendo di non aver mai spacciato. Posizione che dovrà essere ribadita anche davanti ai giudici il prossimo 27 marzo, data in cui è stata fissata l’udienza preliminare.

I guai dell’erede della famiglia Ponti

Da 10 mesi Antonio Ponti si trova ai domiciliari presso una comunità di recupero del Varesotto dove è stato portato dopo il rinvenimento nella sua auto e nella sua abitazione di Milano di un elevato quantitativo di sostanze stupefacenti. Il 51enne, dj e imprenditore che gestisce un locale sui Navigli, dallo scorso 23 aprile è infatti accusato di detenzione a fini di spaccio di droga dopo la scoperta fatta dalla polizia nel corso di un controllo casuale.

L’uomo era stato fermato in auto, una Dodge Challenger con vetri oscurati e targa lituana, in via Leoncavallo, nella periferia nord di Milano. In quell’occasione, durante la perquisizione, sarebbero stati trovati a bordo 17 grammi di Md e 9 di cocaina, sostanze che avrebbero fatto risuonare il campanello d’allarme delle forze dell’ordine. Come riferito da La Stampa, quindi, la perquisizione è scattata anche presso l’appartamento di Ponti, dove sarebbero state trovate droghe come ecstasy, ketamina, hashish e marijuana.

Le sostanze, rivela l’accusa, erano anche divise in dosi con un bilancino di precisione. Un quadro che avrebbe dunque fatto emergere l’ipotesi di detenzione per spaccio, portando Ponti alla reclusione a San Vittore. Successivamente è stato poi trasferito ai domiciliari dove si trova da 10 mesi, in attesa dell’udienza preliminare del prossimo 27 marzo.

Difeso dall’avvocato Salvatore Pino, Ponti ha sostenuto di non aver mai spacciato, ma non avrebbe convinto i giudici che hanno ribadito l’accusa rinviandolo a giudizio.

Aceto Ponti, un’azienda dai fatturati super

Antonio Ponti, come detto, è uno degli eredi della gloriosa famiglia dell’aceto di Ghemme. Ma con l’azienda Ponti, va sottolineato, non ha mai avuto a che fare dato che il 51enne non ci ha mai lavorato né avuto ruoli interni. Ma una storia che, per via traverse, potrebbe avere ripercussioni negative sulla storica azienda di famiglia.

Oggi diretta da Lara e Giacomo Ponti, figli di Cesare e Franco, l’azienda dell’aceto vanta un passato ricco e in previsione un futuro roseo. A Ghemme, infatti, si è giunti alla nona generazione imprenditoriale sulle Colline Novaresi che possono vantarsi di un’azienda che ha chiuso il 2022 con un fatturato da record da oltre 130 milioni.

E “l’aceto degli italiani”, la cui società conta oltre 200 dipendenti, non si pone limiti e con un business basato su una varietà di prodotti d’eccellenza punta oltre i confini nostrani con una quota sempre più sostanziosa degli introiti derivanti dall’export.