Milan-RedBird, ci siamo: arriva il closing, cosa cambia

Firma nero su bianco e stretta di mano tra RedBird ed Elliott, col club rossonero che passa dalla famiglia Singer al fondo di Gerry Cardinale

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Pubblicato: 31 Agosto 2022 22:00

Quello di mercoledì 31 agosto 2022 è il giorno dei giorni in casa Milan, quello più importante degli ultimi mesi dopo la grande festa scudetto di maggio. Dopo l’accordo preliminare, seguito da tante voci, dubbi e rumors, RedBird ha infatti completato l’acquisizione del club rossonero rilevando il 99,93% delle quote da Elliott. Firma nero su bianco e stretta di mano definitiva tra Gerry Cardinale, ex banchiere di Goldman Sachs nonché fondatore e Managing Partner di RedBird, e la famiglia Singer che gestisce il fondo Elliott fino a poche ore fa proprietario del Milan.

I campioni d’Italia passano dunque di mano per 1,2 miliardi di euro, un closing fortemente voluto da entrambe le parti per proseguire la crescita e il ritorno vincente del Milan non solo in Italia, ma anche e soprattutto in campo internazionale.

Il Milan a RedBird, closing ufficiale

La firma sulla chiusura dell’accordo è arrivata, anche se ancora non è stata immortalata dalle consuete foto di rito che consegneranno al mondo intero le immagini di un Milan targato RedBird. Per le foto, appunto, ci sarà il tempo nei prossimi giorni, con Gerry Cardinale atteso a Milano per celebrare l’evento in occasione del derby di sabato prossimo contro l’Inter. Per completare il passaggio di consegne, RedBird ha versato 600 milioni di euro, di cui 400 raccolti tra una serie di investitori, mentre gli altri 600 milioni li ha avuti in prestito dal fondo Elliott, a un tasso annuale al 7 per cento.

Sul sito ufficiale dei rossoneri è stato pubblicato un comunicato che sancisce l’ufficialità della chiusura delle trattative. Nel testo si legge che RedBird, in qualità di nuovo proprietario del Milan, continuerà a investire in tutte le aree chiave per la promozione degli interessi sportivi e commerciali del club, sulla base dei risultati conseguiti nella scorsa stagione, culminati con la vittoria del campionato di Serie A. “L’esperienza di RedBird nella gestione e nella costruzione di attività sportive globali farà sì che l’attuale slancio prenda ulteriore vigore nel prossimo capitolo della leggendaria storia del Milan” si legge nel comunicato.

“La nostra visione per il Milan è chiara: supporteremo i nostri talentuosi giocatori, allenatori e staff nel loro impegno a raggiungere il successo in campo e per consentire ai nostri tifosi di condividere le straordinarie esperienze di questo Club storico. Faremo in modo di sfruttare la nostra rete globale di sport e media, la nostra esperienza nella raccolta e analisi dei dati, il nostro track record nello sviluppo di stadi sportivi e ospitalità per raggiungere un obiettivo: mantenere il Milan al vertice del calcio europeo e mondiale” il commento di Gerry Cardinale (qui vi avevamo parlato dell’accordo tra RedBird ed Elliott).

Milan, tra gli investitori anche LeBron James

Come recita il comunicato sul sito ufficiale del Milan, insieme a RedBird arriveranno in Lombardia tanti nomi altisonanti. L’accordo, infatti, vedrà anche Yankee Global Enterprises (YGE) – proprietaria dei New York Yankees, una delle franchigie sportive più importanti al mondo – entrare in una partnership strategica con il Club con una partecipazione di minoranza nel Milan. Sulla partnership Cardinale è stato chiaro: “Abbiamo una relazione pluridecennale con i New York Yankees e la famiglia Steinbrenner che ha portato alla creazione di alcune delle attività di maggior successo nello sport, nell’intrattenimento e nell’hospitality. Siamo felici che la nostra partnership con loro prosegua e cercheremo di esplorare insieme le opportunità per ampliare la nostra capacità di raggiungere il più ampio numero possibile di tifosi ed espandere le opportunità commerciali accessibili solo alle società che operano ai più alti livelli dello sport mondiale”.

Tra gli investitori anche Riccardo Silva, presidente e comproprietario della franchigia di MLS Miami FC oltre ad amico di vecchia data di Cardinale e del direttore dell’area tecnica del Milan, Paolo Maldini.

Anche se in forma indiretta, poi, all’interno del club avrà un peso anche LeBron James, stella del basket e dei Los Angeles Lakers, vincitore di quattro titoli Nba. Non si tratterà però di una soluzione di investimento diretta in quanto James non metterà i soldi di sua tasca all’interno delle casse del Milan, ma attraverso il fondo Main Street capital, con sede a Santa Monica in California, specializzato in media, musica e intrattenimento, di cui il campione della pallacanestro è sottoscrittore da tempo.

Milan, cosa cambia ora?

Con il completamento dell’acquisizione del Milan da parte di RedBird, il patrimonio gestito dal fondo sale a circa 7,5 miliardi di dollari, con i rossoneri che vanno ad aggiungersi al portafoglio di investimenti globali di RedBird nello sport e nell’intrattenimento che include Fenway Sports Group (Liverpool FC, Boston Red Sox, Pittsburgh Penguins), Toulouse FC, il Rajasthan Royals, YES Network, SpringHill Company, Skydance Media, XFL, OneTeam Partners e Dream Sports.

Il passaggio al fondo americano, però, vedrà cambiare il Milan e il modo in cui i tifosi vedono i rossoneri. Già dalla proposta dei mesi passati, infatti, era emersa l’intenzione di RedBird di trasformare il Milan in una “media company”, ovvero un brand capace di partire dai risultati sportivi per poi creare, come già avviene negli Stati Uniti, sinergie in altri settori che non siano strettamente il calcio in modo da aumentare il giro d’affari della società rossonera.

Il passaggio da Elliott a RedBird non sarà però drastico e immediato. Per evitare cattive sorprese, ma soprattutto per tutelare l’investimento, Cardinale e i Singer continueranno a collaborare nei prossimi mesi. In virtù del prestito concesso al fondo, Elliott avrà anche la possibilità di indicare due membri del Cda anche se non avranno più azioni, ma solo in segno di garanzia. La continuità tra passato e futuro dovrebbe essere data dalla presenza di Paolo Scaroni, ex manager di Eni ed Enel, nel ruolo di presidente anche e soprattutto per continuare a seguire in prima persona il progetto del nuovo stadio.

Chi dovrebbe restare della “vecchia guardia” di Elliott dovrebbe essere anche Ivan Gazidis, ma il condizionale è d’obbligo. Il contratto dell’amministratore delegato è infatti in scadenza a novembre e se non dovesse arrivare il rinnovo, situazione al momento molto probabile, potrebbe prendere il suo posto Giorgio Furlani, manager di Elliott che segue da vicino l’operazione Milan da ormai quattro anni, sedendo anche nel Cda.