I fischietti italiani multati dal Fisco adesso rischiano conseguenze anche sul lato sportivo. La procura della Figc ha aperto un’indagine sul gruppo di circa 50 arbitri internazionali sanzionati per aver non aver pagato le tasse sui compensi incassati dalla Uefa per le partite dirette all’estero. Una conseguenza quasi inevitabile dell’alto tasso di evasione fiscale accertato dalla Guardia di Finanza, che rischia di rappresentare un terremoto per la categoria. Soprattutto considerando il coinvolgimento di due figure apicali come il designatore di Serie A e B, Gianluca Rocchi, e l’ex fischietto Daniele Orsato, per anni punto di riferimento in Italia.
L’inchiesta Figc
L’indagine sportiva è partita da un esposto ricevuto dal procuratore generale dello Sport, Ugo Taucer, lo scorso 20 novembre e presentato al capo della procura federale della Figc, Giuseppe Chiné.
Su invito di Taucer a “iscrivere il relativo procedimento”, in forza dello Statuto del Coni, la procura della Federcalcio ha quindi aperto un fascicolo nel quale sarebbero iscritti diversi direttori di gara e guardalinee sanzionati dall’Agenzia delle Entrate per tasse non versate su compensi ricevuti dalla Uefa.
Con riferimento alle multe per evasione fiscale agli arbitri, l’esposto denunciava la violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità dell’articolo 4 del Codice di giustizia sportiva e del regolamento dell’Associazione italiana arbitri (Aia), che all’articolo 42 recita come sia dovere da parte degli arbitri “improntare il loro comportamento, anche estraneo allo svolgimento dell’attività sportiva e nei rapporti con colleghi e terzi, ai principi di lealtà, trasparenza, rettitudine e della comune morale, a difesa della credibilità ed immagine dell’Aia”.
Un atto dovuto con verifiche che saranno realizzate in tempi brevi, come assicurato dalla Figc, dato che i fatti sono già stati accertati. La procura deciderà a quel punto se archiviare o proseguire, considerando che le posizioni dei diretti interessati sono già state regolarizzate.
Secondo quanto riportato da Repubblica, nell’elenco figurano anche il designatore arbitrale di Serie A e Serie B, Gianluca Rocchi, e uno dei migliori fischietti italiani, Daniele Orsato, eletto miglior arbitro del mondo nel 2020: in caso di deferimento, i responsabili rischierebbero il processo sportivo, con eventuali sanzioni che vanno dalla ammenda alla squalifica (inibizione).
L’evasione fiscale
Gli accertamenti della Guardia di Finanza sono partiti nel 2023 e hanno riguardato arbitri e assistenti impegnati in gare di competizioni Uefa dirette in vari paesi europei tra il 2018 e il 2020, con compensi netti per un minimo di 8mila euro netti a partita.
Da quanto ricostruito, molti iscritti all’Aia non avrebbero denunciato quanto incassato dagli incontri internazionali, in alcuni episodi anche ricevendo le retribuzioni su conti esteri, per cifre inferiori a 100mila euro.
In quasi tutti i casi, i soggetti coinvolti hanno aderito al ravvedimento operoso in seguito agli avvisi di accertamento ricevuti a metà del 2024 dall’Agenzia delle Entrate, permettendo così di pagare sanzioni ridotte.
“Ho chiuso tutte le pendenze, si era trattato di un disguido” ha affermato Gianluca Rocchi commentando la notizia. “Un errore dovuto a norme non chiarissime” ha aggiunto il suo legale Roberto Cordeiro Guerra, precisando che “da subito il mio assistito ha desiderato regolarizzare la sua posizione attraverso il cosiddetto ravvedimento operoso“.